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Cessione del Quinto [Guida completa 2020]

Hai bisogno di liquidità e non sai molto riguardo la Cessione del Quinto?

Può essere la soluzione che fa per te!

La Cessione del Quinto dello stipendio o della pensione è infatti uno dei metodi migliori per ottenere la liquidità di cui hai bisogno.

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Ma di cosa si tratta?

Di una tipologia di prestito personale da estinguersi attraverso la cessione di quote dello stipendio o della pensione pari a un quinto dell’ammontare dello stesso.

Sei pronto a saperne di più?

Cos’è la Cessione del Quinto?

Questa forma di prestito venne introdotta nel secondo dopoguerra, con il DPR numero 180 del 5 gennaio 1950.

Ha caratteristiche ben precise, evidenti già a partire dal nome stesso del finanziamento.

L’espressione Cessione del Quinto dello stipendio, infatti, deriva dalla regola che l’importo massimo delle rate di rimborso non deve superare un quinto del valore (il 20%) dello stipendio o dell’assegno pensionistico al netto delle ritenute.

Inoltre, il finanziamento non può durare più di 120 mesi (10 anni).

La sua durata minima, invece, generalmente non è inferiore ai 24 mesi (2 anni).

In ogni caso, il termine del prestito non può oltrepassare la fine del rapporto lavorativo.

L’unica eccezione sono i dipendenti pubblici, in quanto possono scegliere di traslare il debito sulla pensione.

Anche i pensionati hanno il diritto di accedere al finanziamento, a patto che non abbiano superato gli 85 anni d’età.

Alcuni istituti di credito hanno alzato il limite a 90 o a 95 anni, chiedendo come ulteriore garanzia il fondo previdenziale INPDAP.

Garanzie assicurative

Le banche che erogano il prestito fanno ricorso a diversi istituti a garanzia della restituzione del denaro erogato.

Uno di questi è la polizza rischio vita, obbligatoria per legge e destinata a tutelare la banca evitando che questa, in caso di morte del cliente, sia costretta a rifarsi sugli eredi di quest’ultimo.

Nel caso della polizza rischio impiego, invece, l’assicurazione interviene nei soli limiti del TFR maturato fino a quel momento.

Questa somma, accantonata in un apposito fondo dall’azienda presso la quale il cliente presta servizio, resta indisponibile finché il finanziamento è attivo.

Una delle caratteristiche più interessanti della Cessione del Quinto sta nel mancato obbligo di dover indicare la finalità del denaro richiesto.

Ciascun richiedente è libero di utilizzare il denaro ottenuto nella maniera che preferisce, che si tratti di:

  • un viaggio;
  • una ristrutturazione;
  • un’auto nuova;
  • un altro tipo di necessità.

Quali sono i principali vantaggi offerti dalla Cessione del Quinto?

La Cessione del Quinto è un prestito elastico e adatto a tutti, che rispetto alle altre forme di finanziamento, garantisce un buon numero di vantaggi:

  • semplicità: come detto in precedenza, la Cessione del Quinto è un prestito non finalizzato. Quindi, al momento della presentazione della richiesta, non è necessario offrire alcuna motivazione circa la necessità di liquidità e la destinazione del finanziamento;
  • comodità: il cliente non deve pagare le rate personalmente. Il rimborso, infatti, avviene attraverso la trattenuta diretta della cifra pattuita in busta paga o sull’assegno della pensione;
  • durata: questa forma di finanziamento personale può essere estinta in un periodo massimo di 10 anni;
  • non chiude le porte a nessuno, nemmeno a coloro che hanno subito pignoramenti, o sono stati oggetto di protesti e disguidi finanziari. Anche coloro che vengono reputati dalle banche cattivi pagatori possono accedere alla Cessione del Quinto. Ogni banca valuterà con attenzione la posizione del richiedente, senza escludere a priori l’erogazione del prestito.

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Le differenze con il prestito classico

Nel paragrafo precedente abbiamo definito meglio le caratteristiche principali della Cessione del Quinto, ma quali sono le differenze con un prestito classico?

Si tratta di soluzioni piuttosto diverse tra loro, ma entrambe utili a soddisfare un bisogno urgente di liquidità.

Consentono, infatti, di avere accesso ad una somma di denaro rimborsabile attraverso la trattenuta di rate mensili a tasso fisso.

Tuttavia, le due soluzioni sono diverse, sia dal punto di vista dei soggetti che hanno la possibilità di richiederli, che in termini di importo finanziabile.

A priori, non è possibile stabilire quale sia la forma di finanziamento più conveniente.

La soluzione migliore è quella che meglio si adatta alle esigenze del singolo caso.

Spetterà al cliente e al mediatore creditizio stabilire, in base alla situazione economica del richiedente e ai suoi bisogni, la soluzione più conveniente.

A chi è rivolto?

La prima differenza tra Cessione del Quinto e prestito classico riguarda i cittadini ai quali sono rivolti.

Il secondo tipo di finanziamento può essere richiesto da qualsiasi soggetto in grado di produrre reddito (compresi i lavoratori autonomi).

La Cessione del Quinto invece è un prestito riservato esclusivamente a:

  • pensionati;
  • dipendenti dotati di un contratto a tempo indeterminato;
  • impiegati presso aziende;
  • enti sia pubblici che privati.

Inoltre la Cessione del Quinto viene accordata anche in caso di disguidi bancari, protesti e pignoramenti.

A differenza del prestito personale, che viene concesso con difficoltà a questa categoria, perché la garanzia dell’estinzione del debito è data dal:

  • posto di lavoro;
  • TFR;
  • dalla pensione;

A tutelare le banche erogatrici interviene anche un’ulteriore garanzia: la polizza assicurativa rischio vita/impiego.

Inoltre, i soggetti anziani difficilmente possono accedere ad un prestito personale (la legge pone il limite a 70 anni).

Nella Cessione del Quinto invece i limiti d’età sono più elevati.

Infatti il prestito va rimborsato entro l’85esimo anno d’età, sebbene alcune banche abbiano deciso di alzare il limite fino a 90 anni.

Denaro ottenibile

Le cifre ottenibili mediante tali forme di finanziamento sono molto variabili.

A fare la differenza è ancora una volta il singolo caso.

Generalmente, la Cessione del Quinto dà diritto a importi più sostanziosi rispetto al prestito comune: quest’ultimo difficilmente può superare i 30 mila euro, salvo che in presenza di garanzie accessorie o fideiussioni varie.

L’ammontare del prestito concesso tramite Cessione del Quinto, invece, varia in base:

  • all’entità dello stipendio o della pensione percepiti;
  • all’anzianità di servizio;
  • al TFR maturato fino a quel momento.

Chi sceglie la Cessione del Quinto può dilazionare le rate in 10 anni. La legge dice che il periodo di rimborso può variare da 24 a 120 mesi (a seconda dell’ammontare dello stipendio e della somma erogata).

Il prestito personale, invece, in genere va rimborsato in un periodo massimo pari a 84 mesi, ovvero 7 anni.

In caso di Cessione del Quinto, la rata da pagare viene prelevata ogni mese direttamente dalla busta paga, in maniera del tutto automatica.

Quindi il soggetto richiedente non è tenuto ad effettuare ogni volta il bonifico, rischiando eventuali ritardi, more o segnalazioni.

Garanzie per il debitore

Infine, è bene ricordare che la Cessione del Quinto dispone un limite a tutela del debitore.

Le rate mensili, infatti, non possono oltrepassare la soglia minima di sopravvivenza prevista per legge e stabilita nella cifra di 502 euro, anche qualora il finanziamento dovesse coesistere con un pignoramento stabilito in precedenza.

Questa regola permette alla legge di tutelare il cliente, che per mancanza di lucidità o di una necessità impellente di denaro, potrebbe scegliere un metodo di rimborso in grado di penalizzarlo oltremodo nel lungo periodo, esponendolo a rischi da non sottovalutare.

La Cessione del Quinto offre notevoli tutele al consumatore anche dal punto di vista della privacy.

Il datore di lavoro che trattiene la somma di rimborso non può diffondere alcun dato relativo al dipendente che ha avuto accesso al prestito.

In tal modo, il soggetto richiedente è tutelato da eventuali mancanze di discrezione.

Chi può richiedere la Cessione del Quinto?

La Cessione del Quinto è regolata da uno statuto che non lascia spazio a dubbi, eccezioni o interpretazioni.

Si tratta, infatti, di una tipologia di finanziamento riservata esclusivamente a:

  • lavoratori dipendenti che possono contare su un contratto a tempo indeterminato;
  • ai pensionati, indipendentemente dall’ente pensionistico al quale sono iscritti.

Sei un lavoratore dipendente o un pensionato?

Perfetto, se l’azienda per cui presti servizio rientra nella seguente lista di amministrazioni potrai richiedere la Cessione del Quinto:

  • statali;
  • pubbliche;
  • para-pubbliche;
  • aziende private con almeno 16 dipendenti, registrate con le seguenti ragioni sociali: SPA, SRL, SCARL, Fondazioni, Enti, Onlus;
  • società cooperative con un minimo di 200 dipendenti;
  • pensionati appartenenti alle seguenti categorie: VO (vecchiaia lavoratori dipendenti) e SO (superstiti lavoratori dipendenti).

Tuttavia, c’è possibilità di poter accedere al finanziamento anche lavorando presso un’azienda con ragione sociale SNC o SAS.

Però, purtroppo, è se minima e soggetta ad ulteriori verifiche da parte dell’ente che eroga il credito e della compagnia assicurativa.

In questo caso, il richiedente deve:

  • avere la cittadinanza italiana;
  • lavorare presso un’azienda con almeno cinque dipendenti assunti a tempo indeterminato;
  • aver maturato un TFR minimo pari a 6 mila Euro;
  • lavorare nella stessa azienda da almeno cinque anni.

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Documenti necessari per richiedere la Cessione del Quinto

La caratteristica principale della Cessione del Quinto sta nel fatto che si tratta di una tipologia di prestito al consumo non finalizzato.

Questo vuol dire che non richiede alcuna indicazione circa i motivi della richiesta e le finalità del prestito stesso.

Inoltre, come abbiamo visto in precedenza, la rata mensile di rimborso non può superare un quinto del valore dello stipendio mensile o della pensione netti.

Ma quali sono i documenti necessari per richiedere la Cessione del Quinto?

  • carta d’identità;
  • codice fiscale;
  • certificato di stipendio: va richiesto alla propria amministrazione di appartenenza e contiene informazioni fondamentali, relative alla data di assunzione, alla qualifica lavorativa, all’ammontare e alla composizione della retribuzione lorda e netta, sia mensile che annuale;
  • Dichiarazione quota cedibile pensionati: si tratta di un documento nel quale l’ente pensionistico di appartenenza (INPS, INPDAP) indica la porzione massima della pensione percepita mensilmente che può essere impegnata per pagare la rata del finanziamento; tale porzione viene anche detta quota cedibile;
  • ultime due buste paga o cedolini della pensione: questi documenti attestano il reddito mensile effettivo percepito dal pensionato o dal dipendente;

Obis M e CU

Oltre ad includere tutte le voci fisse relative alla retribuzione, contengono eventuali impegni finanziari del cliente o pignoramenti che gravano sulla pensione o sulla retribuzione.

Tali informazioni sono molto importanti, poiché la norma della Cessione del Quinto impone precisi limiti alla coesistenza tra pignoramenti e impegni finanziari;

  • Obis M: è un documento rilasciato dall’INPS all’inizio dell’anno e in grado di riassumere tutte le informazioni più rilevanti, tra cui l’eventuale aumento annuale della pensione, gli importi mensili netti, gli importi lordi delle quote di gennaio e dell’eventuale tredicesima, le varie detrazioni d’imposta, le quote associative e le ritenute erariali;
  • certificazione unica o CU (ex CUD): è una certificazione dei redditi introdotta nel 1998, quando ha sostituito i precedenti modello 101 (per i lavoratori dipendenti) e modello 201 (per i pensionati). Serve a certificare i redditi che derivano da stipendio e pensione nell’arco di un anno solare. Di norma, il modello CU viene rilasciato entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello cui si riferiscono i redditi certificati, oppure 12 giorni dopo la cessazione del rapporto di lavoro, previa richiesta del dipendente.

Garanzie necessarie

Se vuoi richiedere un finanziamento, in generale, devi conoscere le garanzie stabilite da istituti di credito e da altri pomotori finanziari.

Attraverso le garanzie, infatti, è possibile capire bene se questa tipologia di prestito possa davvero soddisfare le proprie necessità ed esigenze.

Magari anche con l’aiuto di un consulente creditizio messo a disposizione dalla banca.

Partiamo subito da un fattore di grande importanza.

La Cessione del quinto è il prestito ideale per tutti coloro che hanno difficoltà a presentare determinate garanzie patrimoniali.

Infatti, questo genere di finanziamento non prevede alcuna necessità di assicurare la solvibilità mediante l’impegno di immobili o beni di valore, in quanto fa affidamento su altri tipi di garanzie.

Quali? È presto detto.

La normativa che regola la Cessione del Quinto ha stabilito che le garanzie richieste debbano essere soddisfatte in maniera semplice, poiché rappresentano al contempo le condizioni fondamentali per essere candidabili al finanziamento stesso e per sottoscrivere il relativo contratto.

Le garanzie obbligatorie

In sostanza, le garanzie richieste includono:

  • l’esistenza di una busta paga o di un assegno di pensione almeno 50 euro superiori alla soglia minima di sopravvivenza, stabilita dalla legge nella cifra di 502 euro netti mensili.
  • il poter contare su uno stipendio (con contratto di lavoro a tempo indeterminato) o una pensione, sono i due requisiti necessari per ottenere la Cessione del Quinto
  • la sottoscrizione di due polizze obbligatorie: la Cessione del Quinto prevede la sottoscrizione di due polizze (una sola nel caso dei pensionati), che rappresentano una garanzia a favore dell’istituto erogatore contro il rischio di morte prematura o perdita del lavoro del consumatore. In questo modo, la banca che ha concesso il prestito non sarà costretta a rifarsi sugli eredi del richiedente
  • il TFR: l’accordo stipulato tra il lavoratore e l’ente creditizio prevede il recupero della somma residua dalle indennità di fine rapporto, nel caso di licenziamento prima della completa restituzione del prestito. Qualora ciò accadesse, il datore di lavoro sarà tenuto a trattenere il debito restante dal TFR, versandolo all’ente creditore.

Ottenere il trattamento di fine rapporto come garanzia ulteriore è per i finanziatori una tutela non indifferente, al punto tale che la maggior parte delle banche non concedono la Cessione del Quinto ai dipendenti il cui TFR è stato destinato ad un fondo di previdenza complementare non escutibile.

Garanzie nell’azienda

Oltre alle garanzie richieste al cliente al momento della discussione dell’accordo, l’istituto di credito e la compagnia assicurativa interpellate sono solite ricercarne anche nell’azienda presso cui il richiedente presta servizio.

Nel caso dei dipendenti privati, infatti, è molto importante che l’azienda di appartenenza dimostri una buona solidità finanziaria.

Una valutazione molto importante riguarda la cosiddetta solvibilità aziendale.

Questo parametro non guarda soltanto al numero di dipendenti assunti e alla ragione sociale dell’azienda.

Dipende soprattutto dal giudizio espresso dalla compagnia assicurativa invitata ad analizzare la richiesta di finanziamento.

Le assicurazioni valutano le aziende con un coefficiente di rischio compreso tra 0 e 6.

Tale valutazione è il risultato dell’analisi di alcuni fattori specifici, quali la quotazione di mercato (eventuale), il bilancio aziendale e la stabilità contrattuale dei dipendenti.

Nella decisione finale intervengono anche elementi secondari come il periodo storico, le dinamiche in atto e la situazione economica generale.

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Quali sono i costi della Cessione del Quinto?

La Cessione del Quinto presenta costi fissi e variabili, questi ultimi stabiliti dall’istituto di credito cui si sceglie di rivolgersi.

Ecco di seguito un riassunto delle spese che intervengono quando si decide di accedere ad un finanziamento tramite Cessione del Quinto:

  • importo totale dovuto: si tratta del capitale preso in prestito dalla banca, al quale vanno aggiunti gli interessi e le spese connesse al credito;
  • tasso di interesse: è determinato sulla base del TAN, il tasso annuo nominale applicato al finanziamento, e dipende anche dalla durata del piano di ammortamento e dall’ammontare del capitale erogato;
  • spese contrattuali: sono indicate nel contratto e non sono legate in alcun modo alla durata del finanziamento, per cui non maturano nel corso del rapporto;
  • commissioni dovute all’intermediario creditizio, mandatario dell’accensione del finanziamento: queste commissioni, qualora previste, sono destinate alla copertura degli oneri gravanti sulla mandataria relativa alla fase che precede la stipula del contratto, oppure sulla conclusione anticipata dello stesso;
  • sono comprensive dell’informativa precontrattuale, dell’istruttoria della pratica, dell’acquisizione dei certificati e dei documenti, dell’elaborazione dei dati in funzione delle leggi in materia di riciclaggio, usura e trattamento dei dati personali, dei rapporti con la compagnia di assicurazione, dell’archiviazione dei documenti, delle spese di notifica, postali e di registrazione e di ogni altra attività che consente l’erogazione del finanziamento.

Altre spese

  • sommissioni dovute all’intermediario mandatario di gestione del finanziamento: questa commissione, se prevista dal contratto, copre gli oneri e i costi relativi alla gestione del finanziamento durante tutta la durata del piano di ammortamento e comprende i costi per le segnalazioni di vigilanza, la gestione dei sinistri, la gestione dell’incasso delle rate e le spese postali;
  • spese erariali, riferite al costo dell’imposta di bollo/sostitutiva;
  • costo dell’assicurazione a garanzia del credito, riferito alle spese per la polizza obbligatoria rischio vita/impiego;
  • spese per il ritardato pagamento: potrebbero essere addebitate al richiedente alcune spese extra, relative agli interventi di recupero legale ed extragiudiziale e agli interessi di mora previsti all’interno del contratto;
  • TAEG (tasso annuo effettivo globale): relativo al costo totale del credito. Viene espresso in percentuale e calcolato su base annua. Permette al richiedente di farsi un’idea più precisa dei costi globali delle varie offerte prese in esame.

Estinzione anticipata della Cessione del Quinto

Estinguere un prestito prima della sua naturale scadenza è possibile, a patto che si versi quanto dovuto e venga saldata la penale di estinzione anticipata, fissata al momento della firma del contratto.

Se ti stai chiedendo qual è il motivo dell’esistenza di questa penale, devi sapere che si tratta di una misura utile a risarcire l’istituto di credito (o la società finanziaria) dai mancati introiti derivanti dagli interessi fissati sulle rate non ancora pagate.

Per questo ed altri motivi, non sempre estinguere in anticipo un debito risulta vantaggioso.

Come per i mutui, infatti, è il fattore temporale a fare la differenza.

La penale, qualora prevista dal contratto, non può superare l’1% dell’importo residuo.

Inoltre, se deciderai di estinguere un prestito ottenuto attraverso Cessione del Quinto prima della sua scadenza naturale, perderai l’imposta di bollo e le spese di istruttoria.

Al contrario, possono essere recuperate, almeno in parte, le commissioni bancarie, qualora ciò sia previsto dal contratto.

Per quanto riguarda l’assicurazione rischio vita/impiego, invece, questa viene pagata interamente all’inizio del finanziamento: la legge, tuttavia, dispone che al momento dell’estinzione del contratto debba essere rimborsata al richiedente la cifra corrispondente al premio non goduto.

In alcuni casi, la richiesta di rimborso dovrà essere avanzata in maniera esplicita, seguendo un iter ben preciso, che prevede la formulazione e l’invio di una domanda alla banca e, in caso si renda necessario, di un ricorso all’arbitrato bancario finanziario.

Rinnovo della Cessione del Quinto

Dopo aver estinto un debito contratto in precedenza, la legge dispone la possibilità di ottenere il rinnovo del prestito mediante Cessione del Quinto, ma soltanto a precise condizioni.

I casi previsti sono due: possono farlo coloro che hanno sottoscritto un contratto di Cessione del Quinto di durata non superiore a cinque anni (in questo caso il nuovo prestito dovrà avere una durata pari a dieci anni) e coloro che, nel caso abbiano sottoscritto un finanziamento di durata superiore a cinque anni, abbiano già provveduto a pagare almeno i due quinti del piano di ammortamento.

Il rinnovo del prestito, pertanto, impone l’estinzione anticipata del vecchio contratto e la ridiscussione dei termini del nuovo accordo.

Può essere utile estinguere un vecchio accordo in favore di uno nuovo nel caso i tassi di interesse fissi siano più bassi che in passato.

Naturalmente, per avere la certezza di aver preso la decisione corretta e più conveniente, sarà opportuno chiedere consiglio ad un mediatore creditizio con buona esperienza, in grado di indicare la soluzione migliore al cliente, anche in relazione all’eventuale penale e ai costi di un nuovo piano.

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Delega di pagamento

Esiste una tipologia di prestito personale simile alla Cessione del Quinto.

Si tratta del prestito con delega, detto anche doppio quinto, una forma di finanziamento che consente, a coloro che sono già titolari di un contratto di Cessione del Quinto, di incrementare la rata di restituzione di un ulteriore quinto.

Cosa vuol dire? In poche parole, la rata di Cessione del Quinto, fissata dalla legge al 20% dell’importo netto dello stipendio o della pensione percepiti, può raggiungere il 40%.

Questo tipo di finanziamento può essere richiesto anche da coloro che in passato hanno subito pignoramenti e protesti o hanno beneficiato di altri prestiti personali (anche in corso).

Esattamente come avviene per la Cessione del Quinto, il doppio quinto prevede una rata costante per tutta la durata del finanziamento.

Ciò avviene perché il prestito con delega offre la possibilità a chi vanta un credito di cederlo a terzi, a titolo gratuito o oneroso, anche senza il consenso del debitore.

Questo finanziamento è dedicato esclusivamente ai lavoratori dipendenti muniti di un contratto a tempo indeterminato.

Come avviene per la Cessione del Quinto, chi ha un prestito con delega in corso può decidere di rinnovarlo in anticipo.

In tal caso, la legge dispone che vengano prima recuperati gli interessi non maturati e poi si proceda con la ridiscussione dell’accordo.

La banca provvederà a fornire il conto di estinzione anticipata del finanziamento in corso e a liquidare la controparte attraverso un bonifico o un assegno.

Il doppio Quinto

Il doppio quinto garantisce alcuni vantaggi: innanzitutto, consente di richiedere una somma aggiuntiva pur avendo già richiesto un prestito attraverso Cessione del Quinto.

Permette, quindi, di ottenere una maggiore liquidità rispetto ad altre forme di prestito.

Inoltre, la delega del pagamento può essere erogata presso gli sportelli bancari mediante assegno o bonifico e può coesistere con ulteriori trattenute sullo stipendio, a patto che la somma complessiva di tutte le trattenute non superi il 50% dello stipendio netto del cliente.

Infine, sempre come avviene per la Cessione del Quinto, questa forma di finanziamento può essere rinegoziata in anticipo, recuperando gli interessi non maturati.

Rinnovo della Cessione del Quinto

La rinegoziazione della Cessione del Quinto è una formula capace di garantire alcuni vantaggi a chi la richiede.

Per questo motivo, si tratta di una soluzione sempre più praticata, soprattutto da chi necessita di nuova liquidità.

Ma in pratica, cosa vuol dire?

Semplicemente, il rinnovo consiste nel rinegoziare i termini del contratto del prestito in corso, estinguendolo a favore di un nuovo finanziamento, in modo da poter disporre di una nuova somma di denaro utilizzabile per qualsivoglia motivo.

Ma è sempre possibile richiedere il rinnovo o si rendono necessarie alcune condizioni particolari?

Condizioni particolari

Come accennato in precedenza, è possibile rinnovare la Cessione del Quinto qualora siano trascorsi almeno due quinti del periodo complessivo durante il quale deve avvenire il rimborso (ad esempio, se hai firmato un contratto di 120 rate, devi averne saldate almeno 48).

Nel caso in cui la durata del finanziamento sia inferiore a cinque anni, invece, è possibile richiedere il rinnovo in qualsiasi momento.

Tuttavia, il nuovo prestito non potrà avere una durata inferiore a dieci anni.

Ma rinnovare la Cessione del Quinto conviene davvero?

Questa eventualità è da valutare molto attentamente, affidandosi ai consigli di un mediatore esperto.

La convenienza economica nel rinnovo della Cessione del Quinto sta nella possibilità di approfittare di un deciso ribasso degli interessi fissi sulle rate.

Tuttavia, non tutti i costi legati al vecchio finanziamento rientrano nel conteggio estintivo e, oltre a questi, interviene anche la penale di estinzione anticipata (pari all’1% del totale da restituire), richiesta dalla maggior parte degli istituti di credito allo scopo di compensare la perdita degli interessi sulle rate.

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