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Come ottenere un Prestito Personale: guida 2020

Come scegliere il prestito migliore?

In un mare di proposte come quello attuale può essere molto difficile individuare quella migliore.

Ecco quindi qualche consiglio per determinare la soluzione più accessibile.

Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, esistono finanziamenti finalizzati e non.

Tra quelli finalizzati è possibile scegliere prestiti adatti a:

  • giovani coppie;
  • disoccupati che non hanno la possibilità di presentare una busta paga come garanzia;
  • dipendenti pubblici;
  • coloro che vogliono estinguere un debito pregresso o avviare un’attività.

Ma quali sono i parametri cui prestare attenzione al momento della scelta?

Innanzitutto, è importante dare uno sguardo al TAN , il tasso annuo nominale, che dovrà essere il più basso possibile, al fine di ridurre al minimo il costo complessivo del finanziamento.

Questo valore corrisponde agli interessi fissati dall’istituto di credito e applicati alla somma erogata.

In un secondo momento, il TAN viene frazionato in base al numero delle rate da corrispondere alla banca.

Questo vuol dire che più il TAN sarà basso e più le rate risulteranno convenienti.

Non bisogna dimenticare nemmeno le spese accessorie, riassunte dal TAEG, ovvero il tasso annuo effettivo globale.

Il TAEG del Prestito Personale

Il TAEG non è altro che un tasso virtuale, non direttamente applicato alle rate, ma in grado di comunicare il costo globale di un finanziamento.

Include tutte le spese accessorie previste, tra cui:

  • le spese di istruttoria;
  • le spese utili per l’apertura di un nuovo conto corrente, qualora imposta dal contratto;
  • le polizze assicurative aggiuntive;
  • la gestione della pratica;
  • le imposte di bollo;
  • i costi relativi alle operazioni di pagamento;
  • i costi di notifica;

Il TAEG è disciplinato dalla direttiva europea 2014/17, che indica il metodo di calcolo dell’indicatore in questione, uniforme e obbligatorio in tutti i Paesi dell’Unione Europea.

In Italia, la vigilanza relativa ai servizi e ai prodotti per cui va segnalato è affidata alla Banca d’Italia.

Oltre al TAN e al TAEG, che sono a tutti gli effetti i parametri più importanti, è necessario valutare anche i costi assicurativi.

Questi dipendono dal tipo di finanziaria proposto dalla banca e incidono sull’ammontare della rata, sebbene rappresentino anche un’opportunità per restituire la cifra ricevuta con maggiore tranquillità, considerata l’assenza di eventuali rivalse dell’ente creditizio sui cofirmatari (coobligati e garanti) o sui beni immobili del richiedente.

L’assicurazione tutela la banca minimizzando i rischi di insolvenza e permettendo al cliente di portare a termine il rimborso anche in presenza di eventi avversi quali infortuni, malattie, decesso, licenziamento, etc.

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Finanziamenti senza busta paga

Nonostante le normali difficoltà che è possibile incontrare durante l’iter necessario, accedere ad un finanziamento senza busta paga è tutt’altro che impossibile.

Molte banche, infatti, garantiscono prestiti personali anche a coloro che non possono presentare alcuna busta paga e che in passato hanno avuto problemi di solvibilità.

Per ottenerli, è necessario presentare determinati requisiti e garanzie, che servono all’istituto di credito per accertare la fattibilità del finanziamento.

Come puoi ottenere un prestito personale in assenza di busta paga?

Innanzitutto dovrai munirti di alcuni documenti in grado di fungere da garanzia per presentarli all’istituto di credito.

Questa particolare soluzione ha lo scopo di consentire anche alle categorie abitualmente escluse dal credito di poter accedere a prestiti in grado di garantire budget utili ad affrontare spese improvvise o acquisti non più prorogabili.

In genere, per evitare eventuali problemi di solvibilità che potrebbe avere il richiedente, gli istituti di credito richiedono la firma di un garante.

Il garante è una figura che si fa carico dei doveri del debitore qualora questo non sia in condizione di rimborsare la cifra erogata.

Ovviamente, molto dipende anche dalla somma richiesta.

Se il cliente chiede cifre superiori ad una certa soglia, l’istituto può imporre ulteriori garanzie, tra cui:

  • l’ipoteca su un immobile di valore;
  • la firma di un coobbligato.

Infine, se il cliente non rispetta gli impegni accordati, l’istituto potrà pignorare i beni ipotecati per un valore pari al credito residuo.

Per fare ciò, l’istituto non dovrà attendere l’esito di alcuna sentenza.

Ma quindi quali sono i requisiti necessari per accedere ad un finanziamento senza busta paga?

Per ottenere questo genere di prestiti è necessario:

  • essere residenti in Italia;
  • disporre di un conto corrente;
  • avere alle spalle una storia creditizia soddisfacente, che sia testimonianza di affidabilità e puntualità nei pagamenti (meglio non essere iscritti alle liste dei protestati o dei cattivi pagatori);
  • ottenere l’appoggio di un coobbligato o di un garante (in alternativa, sarà opportuno possedere beni immobili da presentare come garanzia).

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I prestiti senza busta paga impongono la sottoscrizione di contratti che prevedono la presenza di una polizza assicurativa, condizione imposta da buona parte delle banche.

Al momento della compilazione della richiesta, sarà utile avere con sé determinati documenti:

  • una carta di identità valida;
  • il codice fiscale;
  • la documentazione necessaria ad inquadrare la propria posizione economica e lavorativa (un certificato di disoccupazione o di cassa integrazione).

Dopo la firma del contratto e l’erogazione della somma pattuita, è possibile recedere dall’accordo entro e non oltre 14 giorni dall’accettazione della richiesta.

Dovrai restituire l’intera somma accreditata entro un massimo di 30 giorni, pena il pagamento di una penale.

Quindi: chiunque abbia questi requisiti può ottenere un prestito personale senza busta paga (lavoratori part-time, casalinghe, disoccupati, studenti).

Lo svantaggio del prestito senza busta paga

Il limite più importante di questo genere di finanziamenti non finalizzati sta nel fatto che il richiedente è impossibilitato ad accedere a somme di una certa rilevanza.

Infatti, solitamente, la cifra erogata non supera i 3 mila euro.

Soltanto poche banche arrivano fino a 5 mila euro, a seconda delle garanzie presentate e delle disposizioni delle compagnie assicurative.

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Prestiti per protestati e cattivi pagatori

Ogni volta che una banca riceve una richiesta di finanziamento, accede ai sistemi di informazioni creditizie.

Questi speciali archivi informatizzati contengono tutte le informazioni riguardanti il cliente in questione.

Tra i dati in memoria figurano:

  • eventuali mutui e prestiti ricevuti in passato;
  • conti correnti aperti e non più esistenti;
  • carte di credito, etc.

Il Sistema di informazioni creditizie più utilizzato dagli istituti di credito è quello gestito dalla Centrale dei Rischi Finanziari (meglio conosciuto come CRIF).

Ogni volta che un debitore ritarda o omette un pagamento scatta automaticamente una segnalazione, che diventa un pericoloso precedente nel caso le rate pagate in ritardo siano due (soprattutto se successive).

I sistemi di informazioni creditizie conservano le segnalazioni in memoria per un periodo compreso tra 12 e 36 mesi, a seconda della gravità dell’accaduto.

Per fortuna, però, anche coloro che in passato hanno subito un protesto, possono comunque ottenere un prestito personale da impiegare come meglio credono, nonostante le normali reticenze dell’istituto finanziario.

Esistono, infatti, alcune tipologie di prestiti considerate sicure dai creditori e, quindi, accessibili anche a cattivi pagatori e protestati.

Come possono ottenere il prestito?

I protestati che vogliono ottenere liquidità possono, ad esempio, richiedere un prestito cambializzato, il quale prevede la presenza di un titolo esecutivo come la cambiale.

In ogni caso, protestati e cattivi pagatori hanno a disposizione altre strade per ottenere ciò di cui hanno bisogno: basterà fornire le garanzie richieste dalle banche.

Tra le varie opportunità disponibili, è possibile scegliere un prestito assistito da fideiussione di un terzo (la garanzia in questo caso è offerta dalla presenza di un terzo firmatario, che fa da garante in caso di insolvenza del destinatario del prestito), oppure un prestito con pegno.

Questa tipologia di finanziamento non necessita di alcuna fase di istruttoria né della valutazione di affidabilità, poiché a fare da garante è il bene, o il pegno, dato in consegna alla banca.

L’immobile o l’oggetto in questione deve avere alcune caratteristiche ben precise: innanzitutto il suo valore deve essere oggettivo e facile da quantificare, quindi deve essere in buone condizioni.

Tuttavia, non tutte le banche propongono questo genere di finanziamenti.

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Dai anche un’occhiata alla nostra guida completa ed aggiornata al 2020 sulla Cessione del Quinto!

Come detto in precedenza, i prestiti personali non sono finanziamenti finalizzati, pertanto il richiedente non è tenuto ad indicare l’uso che farà del denaro, una volta che questo sarà stato erogato dall’istituto interpellato.

Proprio per questo motivo, tali prestiti vengono concessi direttamente, senza passare tra le mani di eventuali intermediari, definiti anche dealer (come nel caso dell’acquisto di un’auto).

All’interno del contratto vengono specificati tutti gli elementi essenziali alla pianificazione del rimborso, tra cui:

  • il tasso di interesse applicato (TAN);
  • il piano di ammortamento ;
  • le spese (tutte riassunte nel TAEG, il tasso annuo effettivo globale);
  • le eventuali coperture assicurative, sia obbligatorie che facoltative.

Come detto, oltre a questa tipologia di prestiti, esistono anche i finanziamenti finalizzati, molto simili a quelli personali ma dotati di piani specifici, a seconda della destinazione d’uso del denaro.

Tra questi troviamo prestiti per:

  • auto, moto, camper o altri mezzi di trasporto nuovi o usati;
  • consolidamento debiti;
  • acquistare un elettrodomestico;
  • disoccupati e casalinghe senza buste paga;
  • giovani coppie;
  • avviare un’impresa o una nuova attività;
  • spese mediche;
  • pianificare un viaggio.

Chi lo può richiedere?

I prestiti personali, a differenza dei mutui, sono finanziamenti richiesti per ottenere cifre modeste o comunque non esageratamente alte.

Possono ottenere un prestito personale:

  • impiegati pubblici e statali;
  • piccoli imprenditori;
  • liberi professionisti;
  • studenti universitari (o coloro che stanno seguendo un master, a patto che abbiano meno di 35 anni);
  • disoccupati che non percepiscono alcuno stipendio.

Ma quali sono i principali requisiti per ottenere un Prestito Personale?

Il primo riguarda l’età: il richiedente deve avere un’età compresa tra i 18 e i 75 anni (a discrezione dell’ente finanziatore).

Il secondo requisito riguarda l’obbligo di dimostrare un reddito stabile e facilmente accertabile, oltre ad un conto corrente attivo con cui attivare il Prestito.

Inoltre, è importante che il richiedente sia residente in Italia e che in passato non sia mai stato iscritto alle liste dei cattivi pagatori o dei protestati.

Ovviamente, per dimostrare quanto detto è necessario presentare alcuni documenti, che verranno richiesti dalla banca in fase di istruttoria.

Di cosa si tratta?

Scopriamolo insieme.

Documenti necessari per ottenere un Prestito Personale

In genere, chi necessita di un prestito riesce a portare a termine la pratica in maniera abbastanza rapida, indipendentemente dal proprio impiego e dalle proprie condizioni economiche.

Ma quale documentazione bisogna presentare perché la domanda venga accolta?

Iniziamo col dire che la documentazione obbligatoria si divide in fiscale ed economica.

Alla documentazione fiscale appartengono tutti quei documenti utili ad identificare il cliente e ad attestare la sua condizione lavorativa e reddituale.

La documentazione può cambiare in relazione al tipo di finanziamento richiesto e ai parametri impiegati dalla banca o dalla finanziaria.

Di qualunque prestito si tratti, le norme antiriciclaggio impongono la presentazione di tutta la documentazione fiscale relativa al cliente.

Bisogna fare una distinzione fra i vari tipi di cittadini:

  • gli italiani devono presentare un documento d’identità valido (carta d’identità o patente di guida) e la tessera sanitaria munita di codice fiscale ben visibile;
  • i cittadini UE dovranno, invece, presentare la carta d’identità, un certificato di residenza, l’attestazione di regolarità del soggiorno o l’attestazione di iscrizione anagrafica;
  • gli extracomunitari, infine, sono tenuti a mostrare il documento di soggiorno;

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Per quanto riguarda la documentazione economica, è necessario attenersi fedelmente alle indicazioni dell’istituto interpellato, poiché questa varia in base alle condizioni economiche e lavorative del richiedente e ai parametri di giudizio stabiliti dall’ente in questione.

I lavoratori dipendenti, ad esempio, devono corredare la domanda con l’ultima busta paga (spesso vengono richieste le ultime due) e il CUD.

I lavoratori autonomi, invece, devono presentare:

  • l’ultima dichiarazione dei redditi (Modello Unico o 730);
  • il modulo F24, che attesta i versamenti dei vari tributi e contributi;
  • il certificato d’iscrizione all’albo professionale (nel caso dei liberi professionisti) oppure alla Camera di Commercio (nel caso dei piccoli imprenditori e degli artigiani).

I pensionati, infine, sono tenuti ad allegare alla domanda l’ultimo cedolino della pensione oppure, nel caso dei pensionati INPS, il modello Obis M.

Quest’ultimo è un certificato riportante tutte le informazioni relative alla pensione percepita.

È sempre obbligatorio, inoltre, presentare i documenti che provano eventuali altri finanziamenti in corso d’opera.

In alcuni casi, vengono richieste persino le copie delle ultime bollette pagate (acqua, luce e gas), utili ad accertare la condizione di solvibilità del richiedente.

L’affidabilità creditizia riveste un ruolo molto importante in fase istruttoria.

Durante lo step iniziale, infatti, la banca valuta tutte le informazioni raccolte ed elabora un credit score (un punteggio di affidabilità), attraverso il quale esprime il suo giudizio circa l’affidabilità creditizia del richiedente.

Ovviamente, più questo punteggio è alto, più ti sarà facile ottenere un Prestito Personale.

L’affidabilità del richiedente

Per produrre il punteggio in questione, l’istituto basa la propria ispezione sia su elementi soggettivi che oggettivi.

Questi ultimi sono ricavati ispezionando tre diverse fonti:

  • i dati anagrafici del richiedente;
  • le banche dati pubbliche, anche conosciute come Centrali di Rischio (una è gestita dalla Banca d’Italia, l’altra dalla SIA, la Società Interbancaria per l’Automazione), che custodiscono migliaia di informazioni relative alla storia creditizia del cliente;
  • le banche dati private, ovvero i cosiddetti Sistemi di Informazioni Creditizie (come ad esempio il CRIF), che custodiscono tutti i dettagli relativi anche ai prestiti di importo contenuto.

I criteri di valutazione soggettivi, invece, dipendono esclusivamente dalla politica della finanziaria, sebbene il più importante rimanga il rapporto rata-reddito.

Questo inquadra l’incidenza della rata da pagare sul reddito netto percepito dal richiedente (ovvero il reddito calcolato al netto delle ritenute e di eventuali impegni finanziari assunti in precedenza).

Tale rapporto non deve superare il 30-35%, pena il rifiuto della domanda da parte dell’istituto creditore.

In sostanza, per massimizzare le possibilità di ottenere il prestito, un cliente con un reddito mensile pari a 1.000€, deve richiedere un prestito le cui rate non superino i 300€.

Garanzie necessarie per ottenere un prestito personale

Generalmente, la concessione di un prestito personale non è legata alla presentazione di determinate garanzie reali (diritti di pegno, ipoteche su beni di proprietà, etc).

Può succedere che in qualche caso l’istituto di credito decida di sottoporre al richiedente un contratto nel quale è prevista la cambializzazione delle rate.

Il motivo che porta a questo provvedimento è legato al rischio di insolvenza.

Inoltre c’è anche la possibilità che venga imposta un’unica cambiale capace di garantire una parte sostanziosa o l’intera cifra erogata.

Oltre alle cambiali, l’altra forma di garanzia più diffusa è la firma di un terzo fideiussore o di un coobbligato, che si faccia garante dell’esito positivo dell’operazione.

Si tratta di una delle richieste più comuni, soprattutto quando avviene appurata la presenza di condizioni particolari, quali una ridotta anzianità lavorativa, oppure una domanda destinata ad ottenere un importo particolarmente alto.

Ad ogni modo, è impossibile stabilire regole sempre valide, in quanto l’eventuale richiesta di garanzie dipende esclusivamente dal singolo istituto di credito.

Banche e finanziarie scelgono autonomamente le persone alle quali concedere prestiti e mutui.

Di fronte ad ogni richiesta, decidono il dafarsi in base al profilo di rischio del singolo richiedente e dell’operazione.

Inoltre, è abbastanza comune che il rischio di insolvenza venga abbassato stipulando delle particolari polizze assicurative.

In genere, si tratta di polizze che coprono il rischio di perdita del lavoro o di morte.

Polizze assicurative particolari

Grazie alla sottoscrizione di questi accordi, in caso di morte del richiedente, la compagnia assicurativa provvede a saldare il debito residuo con la banca che ha erogato il prestito, garantendo l’estinzione del finanziamento.

Qualora il cliente dovesse perdere il lavoro, invece, la compagnia assicurativa sarà tenuta a versare le rate finché il finanziato non avrà trovato un nuovo impiego.

In genere, le compagnie assicurative finanziano un numero massimo di rate, indicato all’interno del relativo contratto.

Naturalmente, queste assicurazioni hanno un costo importante e gravano sui costi complessivi del prestito, comportando un aumento della rata di rimborso.

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Estinzione anticipata di un Prestito Personale

Una volta acceso il finanziamento, può capitare che il beneficiario del prestito voglia restituire in anticipo l’intero importo dovuto.

A tal proposito, è importante conoscere la procedura chiamata estinzione anticipata del prestito.

Questa soluzione prevede la restituzione anticipata del capitale residuo, più gli interessi maturati fino a quel momento.

Prima di scegliere se optare o meno per questa operazione, è consigliabile calcolare la quota da restituire all’istituto di credito.

Per farlo con maggior precisione è necessario verificare il prospetto del finanziamento presente all’interno del contratto.

Con questo documento, che viene puntualmente aggiornato dopo il versamento di ogni rata, è possibile individuare facilmente il capitale residuo, le spese extra già calcolate e gli interessi da corrispondere alla banca.

Estinguere in anticipo un prestito conviene quando ci si trova all’inizio del finanziamento, perché si evita di pagare la maggior parte degli interessi.

Al contrario, potrebbe non essere la soluzione migliore farlo quando sia la somma erogata e sia gli interessi sono stati ripagati quasi del tutto.

Questo perché molte banche impongono il pagamento di una penale, che va a sommarsi alle spese già corrisposte.

Il costo di estinzione anticipata di un prestito

L’intestatario del finanziamento potrebbe essere costretto a farsi carico anche dei mancati interessi sulle rate non corrisposte, mediante il pagamento di una mora o di una penale.

Questa, per aver valore, deve essere indicata nel contratto già al momento dell’accensione del finanziamento.

Si tratta di una clausola introdotta nel 2013, in seguito alla riforma del credito alle famiglie e ai privati cittadini.

Grazie a questa clausola sono state fissate delle regole universali che ogni istituto di credito è costretto a rispettare.

In particolare, tale indennizzo corrisponde:

  • all’1% dell’importo da corrispondere, se la durata residua del contratto è superiore a un anno;
  • allo 0,5% dell’importo già rimborsato, se la durata residua del contratto è pari o inferiore ad un anno;

Non è dovuto alcun indennizzo se:

  • l’importo già corrisposto è pari o inferiore a 10 mila euro;
  • il contratto che regola il finanziamento prevede una polizza assicurativa a garanzia del credito.

Calcolare la rata del prestito personale

Calcolare la rata di un prestito è molto importante, onde capire quanto effettivamente questa è destinata a gravare sul proprio reddito.

Farlo è molto semplice: basta accedere al portale online di qualsiasi istituto di credito o finanziaria.

Per ottenere un preventivo è sufficiente indicare l’importo desiderato ed, eventualmente, il progetto che si vuole portare a termine.

Per esempio:

  • acquistare un’auto nuova o usata;
  • consolidare debiti pregressi;
  • sostenere spese mediche;
  • avviare una piccola opera di ristrutturazione.

Ciascun portale propone una serie di soluzioni apposite con tutti gli elementi caratterizzanti del prestito:

  • l’importo della rata;
  • il TAN;
  • il TAEG;
  • la durata del finanziamento.

Una volta esaminate tutte le varie proposte, basterà selezionare quella più interessante e avviare la richiesta di finanziamento, da completare inserendo:

  • il nome e il cognome dell’intestatario del contratto;
  • gli estremi della carta d’identità;
  • la tessera sanitaria e il codice fiscale del richiedente;
  • il numero di cellulare;
  • l’IBAN del conto corrente sul quale ricevere il denaro richiesto;
  • la firma digitale.

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Come scegliere il prestito migliore?

In un mare di proposte come quello attuale può essere molto difficile individuare quella migliore.

Ecco quindi qualche consiglio per determinare la soluzione più accessibile.

Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, esistono finanziamenti finalizzati e non.

Tra quelli finalizzati è possibile scegliere prestiti adatti a:

  • giovani coppie;
  • disoccupati che non hanno la possibilità di presentare una busta paga come garanzia;
  • dipendenti pubblici;
  • coloro che vogliono estinguere un debito pregresso o avviare un’attività.

Ma quali sono i parametri cui prestare attenzione al momento della scelta?

Innanzitutto, è importante dare uno sguardo al TAN , il tasso annuo nominale, che dovrà essere il più basso possibile, al fine di ridurre al minimo il costo complessivo del finanziamento.

Questo valore corrisponde agli interessi fissati dall’istituto di credito e applicati alla somma erogata.

In un secondo momento, il TAN viene frazionato in base al numero delle rate da corrispondere alla banca.

Questo vuol dire che più il TAN sarà basso e più le rate risulteranno convenienti.

Non bisogna dimenticare nemmeno le spese accessorie, riassunte dal TAEG, ovvero il tasso annuo effettivo globale.

Il TAEG del Prestito Personale

Il TAEG non è altro che un tasso virtuale, non direttamente applicato alle rate, ma in grado di comunicare il costo globale di un finanziamento.

Include tutte le spese accessorie previste, tra cui:

  • le spese di istruttoria;
  • le spese utili per l’apertura di un nuovo conto corrente, qualora imposta dal contratto;
  • le polizze assicurative aggiuntive;
  • la gestione della pratica;
  • le imposte di bollo;
  • i costi relativi alle operazioni di pagamento;
  • i costi di notifica;

Il TAEG è disciplinato dalla direttiva europea 2014/17, che indica il metodo di calcolo dell’indicatore in questione, uniforme e obbligatorio in tutti i Paesi dell’Unione Europea.

In Italia, la vigilanza relativa ai servizi e ai prodotti per cui va segnalato è affidata alla Banca d’Italia.

Oltre al TAN e al TAEG, che sono a tutti gli effetti i parametri più importanti, è necessario valutare anche i costi assicurativi.

Questi dipendono dal tipo di finanziaria proposto dalla banca e incidono sull’ammontare della rata, sebbene rappresentino anche un’opportunità per restituire la cifra ricevuta con maggiore tranquillità, considerata l’assenza di eventuali rivalse dell’ente creditizio sui cofirmatari (coobligati e garanti) o sui beni immobili del richiedente.

L’assicurazione tutela la banca minimizzando i rischi di insolvenza e permettendo al cliente di portare a termine il rimborso anche in presenza di eventi avversi quali infortuni, malattie, decesso, licenziamento, etc.

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Finanziamenti senza busta paga

Nonostante le normali difficoltà che è possibile incontrare durante l’iter necessario, accedere ad un finanziamento senza busta paga è tutt’altro che impossibile.

Molte banche, infatti, garantiscono prestiti personali anche a coloro che non possono presentare alcuna busta paga e che in passato hanno avuto problemi di solvibilità.

Per ottenerli, è necessario presentare determinati requisiti e garanzie, che servono all’istituto di credito per accertare la fattibilità del finanziamento.

Come puoi ottenere un prestito personale in assenza di busta paga?

Innanzitutto dovrai munirti di alcuni documenti in grado di fungere da garanzia per presentarli all’istituto di credito.

Questa particolare soluzione ha lo scopo di consentire anche alle categorie abitualmente escluse dal credito di poter accedere a prestiti in grado di garantire budget utili ad affrontare spese improvvise o acquisti non più prorogabili.

In genere, per evitare eventuali problemi di solvibilità che potrebbe avere il richiedente, gli istituti di credito richiedono la firma di un garante.

Il garante è una figura che si fa carico dei doveri del debitore qualora questo non sia in condizione di rimborsare la cifra erogata.

Ovviamente, molto dipende anche dalla somma richiesta.

Se il cliente chiede cifre superiori ad una certa soglia, l’istituto può imporre ulteriori garanzie, tra cui:

  • l’ipoteca su un immobile di valore;
  • la firma di un coobbligato.

Infine, se il cliente non rispetta gli impegni accordati, l’istituto potrà pignorare i beni ipotecati per un valore pari al credito residuo.

Per fare ciò, l’istituto non dovrà attendere l’esito di alcuna sentenza.

Ma quindi quali sono i requisiti necessari per accedere ad un finanziamento senza busta paga?

Per ottenere questo genere di prestiti è necessario:

  • essere residenti in Italia;
  • disporre di un conto corrente;
  • avere alle spalle una storia creditizia soddisfacente, che sia testimonianza di affidabilità e puntualità nei pagamenti (meglio non essere iscritti alle liste dei protestati o dei cattivi pagatori);
  • ottenere l’appoggio di un coobbligato o di un garante (in alternativa, sarà opportuno possedere beni immobili da presentare come garanzia).

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I prestiti senza busta paga impongono la sottoscrizione di contratti che prevedono la presenza di una polizza assicurativa, condizione imposta da buona parte delle banche.

Al momento della compilazione della richiesta, sarà utile avere con sé determinati documenti:

  • una carta di identità valida;
  • il codice fiscale;
  • la documentazione necessaria ad inquadrare la propria posizione economica e lavorativa (un certificato di disoccupazione o di cassa integrazione).

Dopo la firma del contratto e l’erogazione della somma pattuita, è possibile recedere dall’accordo entro e non oltre 14 giorni dall’accettazione della richiesta.

Dovrai restituire l’intera somma accreditata entro un massimo di 30 giorni, pena il pagamento di una penale.

Quindi: chiunque abbia questi requisiti può ottenere un prestito personale senza busta paga (lavoratori part-time, casalinghe, disoccupati, studenti).

Lo svantaggio del prestito senza busta paga

Il limite più importante di questo genere di finanziamenti non finalizzati sta nel fatto che il richiedente è impossibilitato ad accedere a somme di una certa rilevanza.

Infatti, solitamente, la cifra erogata non supera i 3 mila euro.

Soltanto poche banche arrivano fino a 5 mila euro, a seconda delle garanzie presentate e delle disposizioni delle compagnie assicurative.

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Prestiti per protestati e cattivi pagatori

Ogni volta che una banca riceve una richiesta di finanziamento, accede ai sistemi di informazioni creditizie.

Questi speciali archivi informatizzati contengono tutte le informazioni riguardanti il cliente in questione.

Tra i dati in memoria figurano:

  • eventuali mutui e prestiti ricevuti in passato;
  • conti correnti aperti e non più esistenti;
  • carte di credito, etc.

Il Sistema di informazioni creditizie più utilizzato dagli istituti di credito è quello gestito dalla Centrale dei Rischi Finanziari (meglio conosciuto come CRIF).

Ogni volta che un debitore ritarda o omette un pagamento scatta automaticamente una segnalazione, che diventa un pericoloso precedente nel caso le rate pagate in ritardo siano due (soprattutto se successive).

I sistemi di informazioni creditizie conservano le segnalazioni in memoria per un periodo compreso tra 12 e 36 mesi, a seconda della gravità dell’accaduto.

Per fortuna, però, anche coloro che in passato hanno subito un protesto, possono comunque ottenere un prestito personale da impiegare come meglio credono, nonostante le normali reticenze dell’istituto finanziario.

Esistono, infatti, alcune tipologie di prestiti considerate sicure dai creditori e, quindi, accessibili anche a cattivi pagatori e protestati.

Come possono ottenere il prestito?

I protestati che vogliono ottenere liquidità possono, ad esempio, richiedere un prestito cambializzato, il quale prevede la presenza di un titolo esecutivo come la cambiale.

In ogni caso, protestati e cattivi pagatori hanno a disposizione altre strade per ottenere ciò di cui hanno bisogno: basterà fornire le garanzie richieste dalle banche.

Tra le varie opportunità disponibili, è possibile scegliere un prestito assistito da fideiussione di un terzo (la garanzia in questo caso è offerta dalla presenza di un terzo firmatario, che fa da garante in caso di insolvenza del destinatario del prestito), oppure un prestito con pegno.

Questa tipologia di finanziamento non necessita di alcuna fase di istruttoria né della valutazione di affidabilità, poiché a fare da garante è il bene, o il pegno, dato in consegna alla banca.

L’immobile o l’oggetto in questione deve avere alcune caratteristiche ben precise: innanzitutto il suo valore deve essere oggettivo e facile da quantificare, quindi deve essere in buone condizioni.

Tuttavia, non tutte le banche propongono questo genere di finanziamenti.

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Hai problemi a reperire la liquidità necessaria per sostenere spese impellenti e inderogabili e vuoi sapere come ottenere un prestito personale?

Bene, sei nel posto giusto!

In questa guida aggiornata per il 2020 ti spiegheremo ogni dettaglio su come ottenere questa forma di finanziamento.

Il prestito personale è una soluzione ideale per chiunque abbia bisogno di cifre importanti restituibili poco per volta.

Gli istituti bancari garantiscono questa possibilità a tutti, a patto che il richiedente sia in grado di presentare alcuni requisiti.

Ovviamente questi requisiti saranno differenti a seconda del finanziamento e della posizione economica e lavorativa del diretto interessato.

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Se vuoi sapere come ottenere un Prestito Personale, continua a leggere le righe di questo articolo!

Come puoi ottenere un Prestito Personale?

Partiamo subito col definire questo tipo di finanziamento, elencandone le caratteristiche salienti.

Quando si parla di prestiti, generalmente si fa riferimento proprio ai prestiti personali.

Sono un tipo di finanziamento in cui:

  • viene erogato del denaro in una quantità che dipende dal caso specifico;
  • questo denaro va restituito in un arco di tempo prefissato;
  • il rimborso seguirà un piano rateale indicato nel contratto.

Ovviamente, la cifra da restituire sarà superiore a quella ricevuta, in quanto alla somma erogata andranno aggiunti gli interessi (solitamente a tasso fisso).

Inoltre saranno presenti anche delle spese accessorie per:

  • la fase di istruttoria;
  • l’accensione del finanziamento;
  • tutte le altre operazioni in itinere.

Differenze con il finanziamento finalizzato

Tecnicamente, il prestito personale non fa parte della categoria dei finanziamenti finalizzati.

Questi ultimi, infatti, sono direttamente riconducibili all’acquisto di un determinato bene o servizio, mentre quelli non finalizzati non prevedono che il richiedente indichi la destinazione d’uso della somma ricevuta.

Tuttavia, caratteristiche e requisiti delle due tipologie di finanziamento spesso coincidono.

Considerato il rischio dell’operazione, in genere l’istituto creditore richiede alcune garanzie personali, quali la firma di un coobbligato o di un fideiussore.

Il prestito personale può essere definito come quel particolare finanziamento con o senza obbligo di destinazione, rivolto a tutti i cittadini che necessitano di liquidità immediata utile a pagare qualsiasi genere di bene o servizio.

In generale, banche e istituti di credito danno la possibilità di richiedere prestiti compresi tra 1.500 e 30.000€a seconda della richiesta e del singolo caso.

Può comunque capitare che qualche banca decida di erogare fino a 75 mila euro.

La durata di questi particolari finanziamenti può variare tra 1 e 10 anni.

Inoltre, il richiedente può indicare che l’addebito di ogni singola rata avvenga direttamente sul proprio conto corrente oppure attraverso il pagamento di appositi bollettini postali.

Forme di Prestito Personale

Fino a pochi anni fa la maggior parte delle persone pensava di richiedere un prestito personale principalmente quando si presentava un improvviso bisogno di liquidità.

Recentemente però le cose sono cambiate.

I fattori che hanno fatto in modo che le richieste aumentassero in maniera vertiginosa sono tanti (non ultima la grave crisi economica che ha colpito il nostro Paese nel corso dell’ultimo decennio), ma è anche vero che di recente si sono moltiplicati i canali di informazione.

Il web appare in continua e costante espansione ed è accessibile da chiunque.

Inoltre i maggiori istituti bancari sono sempre più vicini al cliente e alle sue esigenze.

A tal proposito, puoi scoprire anche come ottenere un prestito personale via internet, grazie alle informazioni dettagliate offerte dai vari istituti bancari e ai form online attraverso i quali richiedere eventuali preventivi.

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Come detto in precedenza, i prestiti personali non sono finanziamenti finalizzati, pertanto il richiedente non è tenuto ad indicare l’uso che farà del denaro, una volta che questo sarà stato erogato dall’istituto interpellato.

Proprio per questo motivo, tali prestiti vengono concessi direttamente, senza passare tra le mani di eventuali intermediari, definiti anche dealer (come nel caso dell’acquisto di un’auto).

All’interno del contratto vengono specificati tutti gli elementi essenziali alla pianificazione del rimborso, tra cui:

  • il tasso di interesse applicato (TAN);
  • il piano di ammortamento ;
  • le spese (tutte riassunte nel TAEG, il tasso annuo effettivo globale);
  • le eventuali coperture assicurative, sia obbligatorie che facoltative.

Come detto, oltre a questa tipologia di prestiti, esistono anche i finanziamenti finalizzati, molto simili a quelli personali ma dotati di piani specifici, a seconda della destinazione d’uso del denaro.

Tra questi troviamo prestiti per:

  • auto, moto, camper o altri mezzi di trasporto nuovi o usati;
  • consolidamento debiti;
  • acquistare un elettrodomestico;
  • disoccupati e casalinghe senza buste paga;
  • giovani coppie;
  • avviare un’impresa o una nuova attività;
  • spese mediche;
  • pianificare un viaggio.

Chi lo può richiedere?

I prestiti personali, a differenza dei mutui, sono finanziamenti richiesti per ottenere cifre modeste o comunque non esageratamente alte.

Possono ottenere un prestito personale:

  • impiegati pubblici e statali;
  • piccoli imprenditori;
  • liberi professionisti;
  • studenti universitari (o coloro che stanno seguendo un master, a patto che abbiano meno di 35 anni);
  • disoccupati che non percepiscono alcuno stipendio.

Ma quali sono i principali requisiti per ottenere un Prestito Personale?

Il primo riguarda l’età: il richiedente deve avere un’età compresa tra i 18 e i 75 anni (a discrezione dell’ente finanziatore).

Il secondo requisito riguarda l’obbligo di dimostrare un reddito stabile e facilmente accertabile, oltre ad un conto corrente attivo con cui attivare il Prestito.

Inoltre, è importante che il richiedente sia residente in Italia e che in passato non sia mai stato iscritto alle liste dei cattivi pagatori o dei protestati.

Ovviamente, per dimostrare quanto detto è necessario presentare alcuni documenti, che verranno richiesti dalla banca in fase di istruttoria.

Di cosa si tratta?

Scopriamolo insieme.

Documenti necessari per ottenere un Prestito Personale

In genere, chi necessita di un prestito riesce a portare a termine la pratica in maniera abbastanza rapida, indipendentemente dal proprio impiego e dalle proprie condizioni economiche.

Ma quale documentazione bisogna presentare perché la domanda venga accolta?

Iniziamo col dire che la documentazione obbligatoria si divide in fiscale ed economica.

Alla documentazione fiscale appartengono tutti quei documenti utili ad identificare il cliente e ad attestare la sua condizione lavorativa e reddituale.

La documentazione può cambiare in relazione al tipo di finanziamento richiesto e ai parametri impiegati dalla banca o dalla finanziaria.

Di qualunque prestito si tratti, le norme antiriciclaggio impongono la presentazione di tutta la documentazione fiscale relativa al cliente.

Bisogna fare una distinzione fra i vari tipi di cittadini:

  • gli italiani devono presentare un documento d’identità valido (carta d’identità o patente di guida) e la tessera sanitaria munita di codice fiscale ben visibile;
  • i cittadini UE dovranno, invece, presentare la carta d’identità, un certificato di residenza, l’attestazione di regolarità del soggiorno o l’attestazione di iscrizione anagrafica;
  • gli extracomunitari, infine, sono tenuti a mostrare il documento di soggiorno;

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Per quanto riguarda la documentazione economica, è necessario attenersi fedelmente alle indicazioni dell’istituto interpellato, poiché questa varia in base alle condizioni economiche e lavorative del richiedente e ai parametri di giudizio stabiliti dall’ente in questione.

I lavoratori dipendenti, ad esempio, devono corredare la domanda con l’ultima busta paga (spesso vengono richieste le ultime due) e il CUD.

I lavoratori autonomi, invece, devono presentare:

  • l’ultima dichiarazione dei redditi (Modello Unico o 730);
  • il modulo F24, che attesta i versamenti dei vari tributi e contributi;
  • il certificato d’iscrizione all’albo professionale (nel caso dei liberi professionisti) oppure alla Camera di Commercio (nel caso dei piccoli imprenditori e degli artigiani).

I pensionati, infine, sono tenuti ad allegare alla domanda l’ultimo cedolino della pensione oppure, nel caso dei pensionati INPS, il modello Obis M.

Quest’ultimo è un certificato riportante tutte le informazioni relative alla pensione percepita.

È sempre obbligatorio, inoltre, presentare i documenti che provano eventuali altri finanziamenti in corso d’opera.

In alcuni casi, vengono richieste persino le copie delle ultime bollette pagate (acqua, luce e gas), utili ad accertare la condizione di solvibilità del richiedente.

L’affidabilità creditizia riveste un ruolo molto importante in fase istruttoria.

Durante lo step iniziale, infatti, la banca valuta tutte le informazioni raccolte ed elabora un credit score (un punteggio di affidabilità), attraverso il quale esprime il suo giudizio circa l’affidabilità creditizia del richiedente.

Ovviamente, più questo punteggio è alto, più ti sarà facile ottenere un Prestito Personale.

L’affidabilità del richiedente

Per produrre il punteggio in questione, l’istituto basa la propria ispezione sia su elementi soggettivi che oggettivi.

Questi ultimi sono ricavati ispezionando tre diverse fonti:

  • i dati anagrafici del richiedente;
  • le banche dati pubbliche, anche conosciute come Centrali di Rischio (una è gestita dalla Banca d’Italia, l’altra dalla SIA, la Società Interbancaria per l’Automazione), che custodiscono migliaia di informazioni relative alla storia creditizia del cliente;
  • le banche dati private, ovvero i cosiddetti Sistemi di Informazioni Creditizie (come ad esempio il CRIF), che custodiscono tutti i dettagli relativi anche ai prestiti di importo contenuto.

I criteri di valutazione soggettivi, invece, dipendono esclusivamente dalla politica della finanziaria, sebbene il più importante rimanga il rapporto rata-reddito.

Questo inquadra l’incidenza della rata da pagare sul reddito netto percepito dal richiedente (ovvero il reddito calcolato al netto delle ritenute e di eventuali impegni finanziari assunti in precedenza).

Tale rapporto non deve superare il 30-35%, pena il rifiuto della domanda da parte dell’istituto creditore.

In sostanza, per massimizzare le possibilità di ottenere il prestito, un cliente con un reddito mensile pari a 1.000€, deve richiedere un prestito le cui rate non superino i 300€.

Garanzie necessarie per ottenere un prestito personale

Generalmente, la concessione di un prestito personale non è legata alla presentazione di determinate garanzie reali (diritti di pegno, ipoteche su beni di proprietà, etc).

Può succedere che in qualche caso l’istituto di credito decida di sottoporre al richiedente un contratto nel quale è prevista la cambializzazione delle rate.

Il motivo che porta a questo provvedimento è legato al rischio di insolvenza.

Inoltre c’è anche la possibilità che venga imposta un’unica cambiale capace di garantire una parte sostanziosa o l’intera cifra erogata.

Oltre alle cambiali, l’altra forma di garanzia più diffusa è la firma di un terzo fideiussore o di un coobbligato, che si faccia garante dell’esito positivo dell’operazione.

Si tratta di una delle richieste più comuni, soprattutto quando avviene appurata la presenza di condizioni particolari, quali una ridotta anzianità lavorativa, oppure una domanda destinata ad ottenere un importo particolarmente alto.

Ad ogni modo, è impossibile stabilire regole sempre valide, in quanto l’eventuale richiesta di garanzie dipende esclusivamente dal singolo istituto di credito.

Banche e finanziarie scelgono autonomamente le persone alle quali concedere prestiti e mutui.

Di fronte ad ogni richiesta, decidono il dafarsi in base al profilo di rischio del singolo richiedente e dell’operazione.

Inoltre, è abbastanza comune che il rischio di insolvenza venga abbassato stipulando delle particolari polizze assicurative.

In genere, si tratta di polizze che coprono il rischio di perdita del lavoro o di morte.

Polizze assicurative particolari

Grazie alla sottoscrizione di questi accordi, in caso di morte del richiedente, la compagnia assicurativa provvede a saldare il debito residuo con la banca che ha erogato il prestito, garantendo l’estinzione del finanziamento.

Qualora il cliente dovesse perdere il lavoro, invece, la compagnia assicurativa sarà tenuta a versare le rate finché il finanziato non avrà trovato un nuovo impiego.

In genere, le compagnie assicurative finanziano un numero massimo di rate, indicato all’interno del relativo contratto.

Naturalmente, queste assicurazioni hanno un costo importante e gravano sui costi complessivi del prestito, comportando un aumento della rata di rimborso.

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Estinzione anticipata di un Prestito Personale

Una volta acceso il finanziamento, può capitare che il beneficiario del prestito voglia restituire in anticipo l’intero importo dovuto.

A tal proposito, è importante conoscere la procedura chiamata estinzione anticipata del prestito.

Questa soluzione prevede la restituzione anticipata del capitale residuo, più gli interessi maturati fino a quel momento.

Prima di scegliere se optare o meno per questa operazione, è consigliabile calcolare la quota da restituire all’istituto di credito.

Per farlo con maggior precisione è necessario verificare il prospetto del finanziamento presente all’interno del contratto.

Con questo documento, che viene puntualmente aggiornato dopo il versamento di ogni rata, è possibile individuare facilmente il capitale residuo, le spese extra già calcolate e gli interessi da corrispondere alla banca.

Estinguere in anticipo un prestito conviene quando ci si trova all’inizio del finanziamento, perché si evita di pagare la maggior parte degli interessi.

Al contrario, potrebbe non essere la soluzione migliore farlo quando sia la somma erogata e sia gli interessi sono stati ripagati quasi del tutto.

Questo perché molte banche impongono il pagamento di una penale, che va a sommarsi alle spese già corrisposte.

Il costo di estinzione anticipata di un prestito

L’intestatario del finanziamento potrebbe essere costretto a farsi carico anche dei mancati interessi sulle rate non corrisposte, mediante il pagamento di una mora o di una penale.

Questa, per aver valore, deve essere indicata nel contratto già al momento dell’accensione del finanziamento.

Si tratta di una clausola introdotta nel 2013, in seguito alla riforma del credito alle famiglie e ai privati cittadini.

Grazie a questa clausola sono state fissate delle regole universali che ogni istituto di credito è costretto a rispettare.

In particolare, tale indennizzo corrisponde:

  • all’1% dell’importo da corrispondere, se la durata residua del contratto è superiore a un anno;
  • allo 0,5% dell’importo già rimborsato, se la durata residua del contratto è pari o inferiore ad un anno;

Non è dovuto alcun indennizzo se:

  • l’importo già corrisposto è pari o inferiore a 10 mila euro;
  • il contratto che regola il finanziamento prevede una polizza assicurativa a garanzia del credito.

Calcolare la rata del prestito personale

Calcolare la rata di un prestito è molto importante, onde capire quanto effettivamente questa è destinata a gravare sul proprio reddito.

Farlo è molto semplice: basta accedere al portale online di qualsiasi istituto di credito o finanziaria.

Per ottenere un preventivo è sufficiente indicare l’importo desiderato ed, eventualmente, il progetto che si vuole portare a termine.

Per esempio:

  • acquistare un’auto nuova o usata;
  • consolidare debiti pregressi;
  • sostenere spese mediche;
  • avviare una piccola opera di ristrutturazione.

Ciascun portale propone una serie di soluzioni apposite con tutti gli elementi caratterizzanti del prestito:

  • l’importo della rata;
  • il TAN;
  • il TAEG;
  • la durata del finanziamento.

Una volta esaminate tutte le varie proposte, basterà selezionare quella più interessante e avviare la richiesta di finanziamento, da completare inserendo:

  • il nome e il cognome dell’intestatario del contratto;
  • gli estremi della carta d’identità;
  • la tessera sanitaria e il codice fiscale del richiedente;
  • il numero di cellulare;
  • l’IBAN del conto corrente sul quale ricevere il denaro richiesto;
  • la firma digitale.

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Come scegliere il prestito migliore?

In un mare di proposte come quello attuale può essere molto difficile individuare quella migliore.

Ecco quindi qualche consiglio per determinare la soluzione più accessibile.

Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, esistono finanziamenti finalizzati e non.

Tra quelli finalizzati è possibile scegliere prestiti adatti a:

  • giovani coppie;
  • disoccupati che non hanno la possibilità di presentare una busta paga come garanzia;
  • dipendenti pubblici;
  • coloro che vogliono estinguere un debito pregresso o avviare un’attività.

Ma quali sono i parametri cui prestare attenzione al momento della scelta?

Innanzitutto, è importante dare uno sguardo al TAN , il tasso annuo nominale, che dovrà essere il più basso possibile, al fine di ridurre al minimo il costo complessivo del finanziamento.

Questo valore corrisponde agli interessi fissati dall’istituto di credito e applicati alla somma erogata.

In un secondo momento, il TAN viene frazionato in base al numero delle rate da corrispondere alla banca.

Questo vuol dire che più il TAN sarà basso e più le rate risulteranno convenienti.

Non bisogna dimenticare nemmeno le spese accessorie, riassunte dal TAEG, ovvero il tasso annuo effettivo globale.

Il TAEG del Prestito Personale

Il TAEG non è altro che un tasso virtuale, non direttamente applicato alle rate, ma in grado di comunicare il costo globale di un finanziamento.

Include tutte le spese accessorie previste, tra cui:

  • le spese di istruttoria;
  • le spese utili per l’apertura di un nuovo conto corrente, qualora imposta dal contratto;
  • le polizze assicurative aggiuntive;
  • la gestione della pratica;
  • le imposte di bollo;
  • i costi relativi alle operazioni di pagamento;
  • i costi di notifica;

Il TAEG è disciplinato dalla direttiva europea 2014/17, che indica il metodo di calcolo dell’indicatore in questione, uniforme e obbligatorio in tutti i Paesi dell’Unione Europea.

In Italia, la vigilanza relativa ai servizi e ai prodotti per cui va segnalato è affidata alla Banca d’Italia.

Oltre al TAN e al TAEG, che sono a tutti gli effetti i parametri più importanti, è necessario valutare anche i costi assicurativi.

Questi dipendono dal tipo di finanziaria proposto dalla banca e incidono sull’ammontare della rata, sebbene rappresentino anche un’opportunità per restituire la cifra ricevuta con maggiore tranquillità, considerata l’assenza di eventuali rivalse dell’ente creditizio sui cofirmatari (coobligati e garanti) o sui beni immobili del richiedente.

L’assicurazione tutela la banca minimizzando i rischi di insolvenza e permettendo al cliente di portare a termine il rimborso anche in presenza di eventi avversi quali infortuni, malattie, decesso, licenziamento, etc.

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Finanziamenti senza busta paga

Nonostante le normali difficoltà che è possibile incontrare durante l’iter necessario, accedere ad un finanziamento senza busta paga è tutt’altro che impossibile.

Molte banche, infatti, garantiscono prestiti personali anche a coloro che non possono presentare alcuna busta paga e che in passato hanno avuto problemi di solvibilità.

Per ottenerli, è necessario presentare determinati requisiti e garanzie, che servono all’istituto di credito per accertare la fattibilità del finanziamento.

Come puoi ottenere un prestito personale in assenza di busta paga?

Innanzitutto dovrai munirti di alcuni documenti in grado di fungere da garanzia per presentarli all’istituto di credito.

Questa particolare soluzione ha lo scopo di consentire anche alle categorie abitualmente escluse dal credito di poter accedere a prestiti in grado di garantire budget utili ad affrontare spese improvvise o acquisti non più prorogabili.

In genere, per evitare eventuali problemi di solvibilità che potrebbe avere il richiedente, gli istituti di credito richiedono la firma di un garante.

Il garante è una figura che si fa carico dei doveri del debitore qualora questo non sia in condizione di rimborsare la cifra erogata.

Ovviamente, molto dipende anche dalla somma richiesta.

Se il cliente chiede cifre superiori ad una certa soglia, l’istituto può imporre ulteriori garanzie, tra cui:

  • l’ipoteca su un immobile di valore;
  • la firma di un coobbligato.

Infine, se il cliente non rispetta gli impegni accordati, l’istituto potrà pignorare i beni ipotecati per un valore pari al credito residuo.

Per fare ciò, l’istituto non dovrà attendere l’esito di alcuna sentenza.

Ma quindi quali sono i requisiti necessari per accedere ad un finanziamento senza busta paga?

Per ottenere questo genere di prestiti è necessario:

  • essere residenti in Italia;
  • disporre di un conto corrente;
  • avere alle spalle una storia creditizia soddisfacente, che sia testimonianza di affidabilità e puntualità nei pagamenti (meglio non essere iscritti alle liste dei protestati o dei cattivi pagatori);
  • ottenere l’appoggio di un coobbligato o di un garante (in alternativa, sarà opportuno possedere beni immobili da presentare come garanzia).

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I prestiti senza busta paga impongono la sottoscrizione di contratti che prevedono la presenza di una polizza assicurativa, condizione imposta da buona parte delle banche.

Al momento della compilazione della richiesta, sarà utile avere con sé determinati documenti:

  • una carta di identità valida;
  • il codice fiscale;
  • la documentazione necessaria ad inquadrare la propria posizione economica e lavorativa (un certificato di disoccupazione o di cassa integrazione).

Dopo la firma del contratto e l’erogazione della somma pattuita, è possibile recedere dall’accordo entro e non oltre 14 giorni dall’accettazione della richiesta.

Dovrai restituire l’intera somma accreditata entro un massimo di 30 giorni, pena il pagamento di una penale.

Quindi: chiunque abbia questi requisiti può ottenere un prestito personale senza busta paga (lavoratori part-time, casalinghe, disoccupati, studenti).

Lo svantaggio del prestito senza busta paga

Il limite più importante di questo genere di finanziamenti non finalizzati sta nel fatto che il richiedente è impossibilitato ad accedere a somme di una certa rilevanza.

Infatti, solitamente, la cifra erogata non supera i 3 mila euro.

Soltanto poche banche arrivano fino a 5 mila euro, a seconda delle garanzie presentate e delle disposizioni delle compagnie assicurative.

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Prestiti per protestati e cattivi pagatori

Ogni volta che una banca riceve una richiesta di finanziamento, accede ai sistemi di informazioni creditizie.

Questi speciali archivi informatizzati contengono tutte le informazioni riguardanti il cliente in questione.

Tra i dati in memoria figurano:

  • eventuali mutui e prestiti ricevuti in passato;
  • conti correnti aperti e non più esistenti;
  • carte di credito, etc.

Il Sistema di informazioni creditizie più utilizzato dagli istituti di credito è quello gestito dalla Centrale dei Rischi Finanziari (meglio conosciuto come CRIF).

Ogni volta che un debitore ritarda o omette un pagamento scatta automaticamente una segnalazione, che diventa un pericoloso precedente nel caso le rate pagate in ritardo siano due (soprattutto se successive).

I sistemi di informazioni creditizie conservano le segnalazioni in memoria per un periodo compreso tra 12 e 36 mesi, a seconda della gravità dell’accaduto.

Per fortuna, però, anche coloro che in passato hanno subito un protesto, possono comunque ottenere un prestito personale da impiegare come meglio credono, nonostante le normali reticenze dell’istituto finanziario.

Esistono, infatti, alcune tipologie di prestiti considerate sicure dai creditori e, quindi, accessibili anche a cattivi pagatori e protestati.

Come possono ottenere il prestito?

I protestati che vogliono ottenere liquidità possono, ad esempio, richiedere un prestito cambializzato, il quale prevede la presenza di un titolo esecutivo come la cambiale.

In ogni caso, protestati e cattivi pagatori hanno a disposizione altre strade per ottenere ciò di cui hanno bisogno: basterà fornire le garanzie richieste dalle banche.

Tra le varie opportunità disponibili, è possibile scegliere un prestito assistito da fideiussione di un terzo (la garanzia in questo caso è offerta dalla presenza di un terzo firmatario, che fa da garante in caso di insolvenza del destinatario del prestito), oppure un prestito con pegno.

Questa tipologia di finanziamento non necessita di alcuna fase di istruttoria né della valutazione di affidabilità, poiché a fare da garante è il bene, o il pegno, dato in consegna alla banca.

L’immobile o l’oggetto in questione deve avere alcune caratteristiche ben precise: innanzitutto il suo valore deve essere oggettivo e facile da quantificare, quindi deve essere in buone condizioni.

Tuttavia, non tutte le banche propongono questo genere di finanziamenti.

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Dai anche un’occhiata alla nostra guida completa ed aggiornata al 2020 sulla Cessione del Quinto!

FinanziatiOra

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  • Buongiorno,
    Con la presente sono a chiedere informazioni su prestiti personali.
    Grazie, saluti.

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