
Come ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario nel 2020
Tutti abbiamo dei sogni e talvolta dei bisogni; premesso ciò, in questo articolo completo ed aggiornato al 2020 ti spiegheremo perché ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario potrebbe essere la soluzione che cerchi!
Ti permetterà di ottenere anche grandi somme di denaro con buone probabilità, nonostante sia uno strumento finanziario ancora poco diffuso in Italia.
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Sei pronto a conoscere questo particolare tipo di finanziamento?
Andiamo!
Cos’è il Prestito Vitalizio Ipotecario?
Il Prestito Vitalizio Ipotecario nacque nelle finanziarie anglosassoni degli anni Sessanta, prendendo il nome di reverse mortgage.
Venne importato nel 2005 nel sistema finanziario italiano e nel corso degli anni è stato regolamentato da alcune leggi (le trovi nel dettaglio in questo articolo).
Per legge, solo le persone che hanno compiuti i 60 anni e che sono proprietari dell’immobile in questione possono accedervi.
Se sei interessato ad ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario tieni a mente che la garanzia viene fatta sulla tua abitazione.
Non è possibile fissare la durata del prestito perché si estingue solo al momento della morte del richiedente.
Solo dopo tale evento, quindi, il rimborso andrà effettuato per intero.
Ma se il richiedente muore, a chi tocca farlo?
Il compito di risanare questo debito andrà ai suoi eredi, che potranno scegliere come agire tra due modi:
- utilizzando la propria liquidità;
- mettendo in vendita l’abitazione ricevuta in successione, per fare poi il saldo con il ricavato.
Questo video informativo, pubblicato il 4 febbraio 2020 dal canale YouTube idealista, parla proprio di questo:
Cosa succede però se dopo un anno gli eredi non hanno ancora provveduto al rimborso?
Qualsiasi sia il motivo del mancato pagamento, la banca può mettere in vendita la casa senza dover chiedere alcuna autorizzazione al giudice.
A questo punto, per quanto riguarda il prezzo di vendita della casa, si possono verificare due situazioni:
- il prezzo è inferiore al debito accumulato;
- il prezzo è superiore al debito accumulato;
Nel primo caso, la banca non potrà chiedere la differenza agli eredi.
Ciò significa che l’importo da rimborsare sarà più basso di quello previsto.
Nel secondo caso invece la banca è obbligata a restituire la differenza di denaro agli eredi.
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Se intendi ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario devi tenere bene a mente che andrà redatto sotto forma di atto pubblico.
Quindi, come da norma, lo dovrai firmare davanti ad un notaio.
Quando un immobile viene ipotecato per questo tipo di prestito, non si possono più eseguire certe operazioni.
Vedremo infatti che non potremo più:
- metterlo in affitto;
- cederlo come abitazione di residenza a persone che non fanno parte della nostra famiglia;
- per quanto riguarda il prestito in sé, cederlo a terzi oppure surrogarlo
Vediamo ora quanti soldi ricaverai se vorrai ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario.
Quali importi si possono ottenere?
L’importo ottenibile da questo finanziamento dipende principalmente da due elementi:
- il valore dell’abitazione che si mette sotto ipoteca;
- l’età del richiedente.
Il primo risulta essere una delle cose più incisive nella decisione della banca di erogarti il denaro.
Dal Prestito Vitalizio Ipotecario si può ottenere una somma che oscilla tra un minimo del 15% ed un massimo del 60% del valore dell’immobile ipotecato.
Poniamo ad esempio come esempio che delle persone di età diversa, a parità di valore di immobile, decidano di ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario.
In questa tabella vedrai l’età dei richiedenti, il coefficiente in percentuale LTV (Loan To Value) e (approssimativamente) l’importo massimo che potrebbero ottenere.
Valore immobile: 200.000€.
Età | LTV [%] | Importo massimo ottenibile [€] |
60 | 15 ~ 25 | 50.000 |
65 | 18 ~ 30 | 60.000 |
70 | 25 ~ 35 | 70.000 |
75 | 30 ~ 45 | 90.000€ |
80 | 35 ~ 55 | 110.000€ |
85 | 45 ~ 60 | 120.000€ |
90+ | 50 ~ 60 | 120.000€ |
L’età del richiedente (ammesso che sia un over 60) arriva subito dopo il valore dell’immobile.
Avrai capito dalla tabella qui sopra che man mano che cresce l’età, cresce anche l’importo ottenibile.
Potrai anche decidere le modalità di erogazione del prestito:
- in un’unica soluzione;
- finanziamento a tranche.
Nel secondo caso si suddividerà l’importo in due o più quote che verranno accreditate nel tempo.
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La normativa di riferimento
In Italia il Prestito Vitalizio Ipotecario è stato regolamentato con il decreto legge 203/2005, cui ha fatto seguito la legge di conversione 248/2005.
Quest’ultima è stata modificata dalla legge 44/2005, seguita dal decreto attuativo 226/2015.
È stata la legge 248/2015 a introdurre e a regolamentare per prima il prestito vitalizio nel nostro ordinamento.
Questa legge riservava l’accesso al prestito vitalizio soltanto a chi avesse compiuto 65 anni.
La successiva legge 44/2015 ha modificato questo limite di età, abbassandolo a 60 anni.
Come stabilito dall’Articolo 1 delle legge 44/2015:
Il prestito vitalizio ipotecario ha per oggetto la concessione da parte di banche nonché di intermediari finanziari […] di finanziamenti a medio e lungo termine, con capitalizzazione annuale di interessi e di spese, riservati a persone fisiche con età superiore a sessanta anni compiuti, il cui rimborso integrale in un’unica soluzione può essere richiesto al momento della morte del soggetto finanziato ovvero qualora vengano trasferiti, in tutto o in parte, la proprietà o altri diritti reali o di godimento sull’immobile dato in garanzia o si compiano atti che ne riducano significativamente il valore, inclusa la costituzione di diritti reali di garanzia in favore di terzi che vadano a gravare sull’immobile.
Ulteriori dettagli sul suo funzionamento sono contenuti nel decreto attuativo del Prestito Vitalizio Ipotecario.
Il provvedimento è composto da tre articoli:
- nel primo, appunto, troverai le definizioni dei termini usati all’interno del regolamento;
- l’Articolo 2 fissa le regole che le banche e gli altri intermediari autorizzati devono seguire quando offrono al pubblico questo prodotto finanziario;
- l’Articolo 3 specifica quali sono i casi che comportano una riduzione significativa del valore di mercato dell’abitazione e che quindi causano la risoluzione anticipata del finanziamento.
Ma quindi chi può accedere questo finanziamento?
Chi può ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario?
I requisiti di base, come abbiamo già visto, sono l’età minima di 60 anni e la proprietà di un immobile.
Ci sono però dei casi particolari in cui i requisiti aumentano:
Se il richiedente è sposato diventa necessario che il contratto venga intestato a entrambi i coniugi.
In questo caso tutti e due devono avere più di 60 anni.
Lo stesso discorso vale per:
- conviventi more uxorio da almeno 5 anni;
- chi è in un’unione civile;
- per le coppie separate.
Nei primi due casi bisogna presentare un certificato di residenza storico, dal quale risulti l’effettivo periodo di convivenza.
Nel caso dei separati bisogna fare una premessa: la separazione legale non scioglie il rapporto di matrimonio, per cui risulteranno ancora sposati.
Quindi, se vivono entrambi nello stesso immobile, il contratto per il finanziamento dovrà essere cointestato.
Come ultimo caso troviamo le persone che possiedono solo la nuda proprietà dell’immobile.
Se la banca lo prevede potranno ipotecare la nuda proprietà e ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario.
Altri requisiti per ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario
Spesso le banche ti potrebbero imporre degli altri requisiti, facendo riferimento:
- al tuo reddito;
- alla tua reputazione creditizia;
- al consenso degli eredi;
- al valore commerciale dell’immobile ipotecato.
Il primo caso è frequente quando nel contratto si opta per un rimborso graduale degli interessi e delle spese.
Bisogna invece fare attenzione al secondo caso, perché se ci sono stati ritardi nei pagamenti delle rate di mutui e prestiti la banca potrà bocciare la richiesta.
Altro paio di maniche quando la banca richiede il consenso agli eredi per procedere con il finanziamento.
Il motivo è semplice: la responsabilità per il rimborso ricade su di loro!
Con un consenso scritto gli eredi confermano di essere a conoscenza del prestito, del capitale finanziato e anche, approssimativamente, la cifra da rimborsare alla morte del richiedente.
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Infine, le banche ti concederanno il prestito solo se riconoscono nell’immobile che vuoi ipotecare del valore commerciale.
Per determinarlo, guarderà le condizioni qualitative dell’abitazione e l’interesse di mercato per costruzioni simili.
Il rischio per la banca infatti è di non riuscire a recuperare l’importo che verserebbe.
Se entro 12 mesi gli eredi non si fanno avanti per saldare il debito, come abbiamo detto prima la banca mette in vendita all’asta la casa.
Il prezzo di vendita diminuirà automaticamente del 15% ogni anno fino a quando riuscirà a venderla.
Caratteristiche dell’immobile ipotecato
La banca erogherà il finanziamento solo se l’immobile dato in garanzia è di tipo residenziale e risulta facilmente vendibile.
Vediamo in elenco che tipi di immobile non vengono accettati:
- rustici o immobili non residenziali;
- quelli che si trovano in aree ad alto rischio sismico, salvo se coperti da una adeguata copertura assicurativa;
- quelli soggetti a vincoli paesaggistici, artistici o idrogeologici.
- immobili senza concessione edilizia;
- abitazioni popolari concesse ai sensi della legge 167/1962;
- case già ipotecate.
Come funziona il rimborso?
In alcuni casi le banche permettono a chi riceve un finanziamento ipotecario di rimborsare annualmente o mensilmente gli interessi e le spese.
In questo caso il cliente riceve subito il capitale ricevuto in prestito, paga gradualmente gli interessi calcolati sul capitale e lascia agli eredi soltanto il debito relativo al capitale.
Questa soluzione è più economica, perché gli interessi non vengono capitalizzati e quindi non producono nuovi interessi.
Se si sceglie un prestito a tasso fisso la quota da rimborsare è costante nel tempo e permette di tenere sotto controllo la somma da versare al termine del finanziamento.
Nella maggior parte dei casi non è previsto il rimborso graduale degli interessi, ma il rimborso complessivo a scadenza di capitale, interessi e altre spese.
L’anatocismo

Eccezionalmente, in questo tipo di finanziamento è permessa alle banche la capitalizzazione degli interessi, cioè l’anatocismo.
Questo significa che ogni anno gli interessi vengono sommati al capitale e usati come base per il calcolo degli interessi per l’anno successivo.
Ipotizziamo che la banca abbia concesso un prestito di 100.000 euro, al tasso fisso del 5% annuo.
Se il cliente ha scelto di rimborsare annualmente gli interessi, ogni anno dovrà versare alla banca 5.000 euro, mentre alla sua morte gli eredi dovranno versare 100.000 euro.
Il discorso cambia nel caso di un prestito vitalizio a tasso fisso con capitalizzazione degli interessi.
Con un capitale di 100.000 euro e un tasso del 5% per il primo anno viene calcolato un interesse di 5.000 euro.
Il secondo anno la base sulla quale calcolare l’interesse sarà di 105.000 euro, il terzo anno salirà a 110.250 euro, e così via.
Dopo 15 anni l’importo da rimborsare sarà di 207.892, 82 euro, cioè più del doppio del capitale iniziale.
La capitalizzazione degli interessi e delle spese è uno dei principali svantaggi di questo genere di finanziamento e va tenuta in conto quando si sta considerando se vale la pena richiedere un prestito vitalizio.
Specialmente se l’aspettativa di vita è elevata, c’è il rischio che per effetto della capitalizzazione degli interessi il debito da rimborsare al momento della morte del richiedente superi anche di molto il valore dell’abitazione.
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Rimborso del Prestito Vitalizio Ipotecario

Se il contratto è cointestato a persone sposate, conviventi o in un’unione civile, il periodo entro il quale va rimborsato il finanziamento scatta a partire dalla morte del secondo intestatario.
Quando muore chi ha ricevuto il finanziamento, a partire dal mese successivo a quello della morte inizia il periodo di 12 mesi a disposizione degli eredi per rimborsare quanto dovuto.
La risoluzione anticipata
Ci sono delle condizioni che possono obbligare alla risoluzione anticipata del finanziamento e sono elencate all’interno dell’Articolo 3 che già ti abbiamo citato:
- il richiedente cede ad altre persone la proprietà o altri diritti reali di godimento o di garanzia sull’immobile;
- il richiedente compie atti dolosi o colposi che riducono in maniera significativa il valore dell’abitazione;
- vengono fatte modifiche all’immobile non concordate con la banca o con l’intermediario finanziario che ha concesso il prestito;
- viene revocata l’abitabilità dell’immobile a causa di incuria o mancata manutenzione;
- nell’abitazione prendono residenza persone diverse dai familiari del richiedente (è ammessa la residenza congiunta di coniugi, conviventi, figli e personale che presta assistenza agli anziani);
- l’immobile è sottoposto a ipoteche giudiziali oppure a procedimenti esecutivi o conservativi di importo superiore al 20% del suo valore di mercato.
In questi casi il richiedente stesso dovrà estinguere il debito, anche se è ancora vivo.
Può ovviamente sempre decidere di rimborsare anticipatamente la banca ed estinguere il debito, senza dover versare alcuna penale.
Se lo fa, la banca provvederà alla cancellazione dell’ipoteca della casa.
Il prospetto informativo
La banca deve presentare al cliente un prospetto informativo che racchiude tutte le informazioni di base sul contratto almeno 15 giorni prima della data di stipula.
In questo prospetto informativo devono comparire:
- l’importo finanziato al netto di interessi e spese;
- il valore dell’immobile risultante dalla perizia;
- la percentuale del valore dato in prestito;
- il tipo di tasso di interesse ed i parametri presi come riferimento;
- eventuali tassi di mora applicati;
- le modalità di capitalizzazione degli interessi.
Nella sezione dedicata al tasso di interesse deve essere specificato se si tratta di un tasso fisso, di un tasso variabile o di un tasso variabile con cap.
Per ognuno di questi tipi di tasso, il prospetto può indicare il tasso interbancario di riferimento – Eurirs o Euribor – e lo spread applicato dall’istituto.
È necessario che nel documento siano indicati chiaramente il TAN (tasso annuo nominale) e il TAEG (tasso annuo effettivo globale).
Simulazioni previste nel prospetto
Se il tasso non è fisso, devono comparire due simulazioni di maturazione degli interessi:
- una che tiene conto del tasso di interesse indicato nel contratto;
- l’altra che ipotizza un aumento del tasso di interesse a partire dal terzo anno, con almeno 300 punti in più rispetto al tasso di partenza.
Quando il tasso è fisso la simulazione della maturazione degli interessi è solo una.
La sua durata deve essere pari alla differenza tra 85 e l’età del richiedente e comunque non inferiore a 15 anni.
Se, per esempio, chi richiede il prestito ha 63 anni, il piano di accumulo degli interessi avrà una durata di 22 anni.
Se invece fa richiesta di prestito vitalizio un 75enne, allora la simulazione coprirà un periodo di 15 anni.
Nel caso in cui il richiedente e la banca si siano accordati per il rimborso graduale degli interessi e delle spese, il prospetto informativo deve contenere anche l’indicazione del tasso di mora.
Questo tasso viene applicato in caso di ritardo nei pagamenti rateali.
Se durante il periodo di validità del contratto ci sono più di sette tra ritardi o inadempimenti, la banca può richiedere la risoluzione anticipata del contratto.
In questo caso il richiedente deve rimborsare in un’unica soluzione l’intero debito.
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Le spese considerate nel contratto
La banca può decidere liberamente di applicare un tasso di interesse fisso, variabile o misto.
Le opzioni più frequenti sono quelle che prevedono un tasso fisso per tutta la durata del contratto oppure di un tasso di interesse variabile con cap.
In questo caso la banca fissa una soglia oltre la quale il tasso di interesse non può andare, anche in caso di rialzo del tasso di riferimento.
Ma gli interessi non sono l’unico costo che è a carico della persona che richiede il finanziamento.
Bisogna infatti considerare anche le spese relative a:
- i costi per la perizia necessaria a determinare il valore di mercato dell’abitazione;
- le spese notarili;
- le spese di istruttoria;
- il costo della polizza che tutela il contraente e la banca in caso di scoppio o incendio dell’immobile dato in garanzia.
La polizza assicurativa è obbligatoria per legge e il richiedente può scegliere se sottoscriverla:
- con la compagnia assicurativa indicata dalla banca;
- con un’altra compagnia.
In questo secondo caso il costo della polizza andrà calcolato a parte e non sarà indicato nel contratto di prestito vitalizio.
Al prestito vitalizio ipotecario si applica un’imposta sostitutiva pari allo 0,25% dell’importo finanziato.
L’imposta forfettaria sostituisce le imposte di registro, di bollo, ipotecarie e catastali.
I vantaggi dell’ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario
Il Prestito Vitalizio Ipotecario ha un meccanismo di funzionamento abbastanza particolare.
Non conviene sempre e non conviene a tutti.
Bisogna quindi valutare attentamente la propria condizione per capire se è la scelta migliore oppure se ci sono valide alternative.
Sono essenzialmente due i vantaggi di questo tipo di finanziamento:
- l’assenza di rate;
- la possibilità di ottenere una somma elevata in prestito.
Se il contratto prevede la capitalizzazione annuale degli interessi, chi ottiene il finanziamento non deve preoccuparsi del rimborso.
Soltanto alla propria morte saranno gli eredi a occuparsene.
In questo modo, può usare il capitale ricevuto come meglio crede senza dover sostenere alcun tipo di spesa.
Per chi non ha eredi diretti questa situazione è ancora più conveniente.
Infatti si ha la possibilità di liquidare il proprio patrimonio immobiliare e lasciare che sia la banca a occuparsi della vendita della casa.
L’importo effettivo che si può ottenere in prestito dipende dal valore dell’abitazione e dall’età del richiedente.
Può anche arrivare anche a 350.000 euro, molto di più rispetto a quello che si può ottenere tramite un prestito personale.
Questa liquidità extra può essere usata liberamente per i propri bisogni.
Ad esempio affrontare delle spese impreviste oppure per integrare il proprio reddito mensile e per affrontare con più serenità il periodo della pensione.
Gli svantaggi
Il Prestito Vitalizio Ipotecario è un finanziamento costoso.
Come visto in precedenza, la capitalizzazione annuale di spese e interessi può far crescere in maniera esponenziale il debito.
Addirittura può portarlo al raddoppio o alla triplicazione della cifra di partenza nel giro di pochi anni.
Quando si stipula un contratto di questo tipo, inoltre, si deve mettere in conto il rischio di perdere la casa.
Se non si ha denaro a sufficienza per ripagare la banca, l’unica soluzione è mettere in vendita l’abitazione.
Gran parte del rischio ricade sugli eredi.
Per questo motivo il Prestito Vitalizio Ipotecario è più conveniente:
- se il richiedente non ha eredi;
- quando si ha un patrimonio consistente ma si ha bisogno di liquidità.
Mentre questo tipo di prestito è molto diffuso all’estero, specialmente nei Paesi anglosassoni, in Italia sono ancora poche le banche che lo offrono alla propria clientela.
Gli istituti di credito che lo hanno inserito nelle loro offerte hanno reso difficile ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario.
Bisogna poi considerare un altro aspetto.
Quando il richiedente sottoscrive il prestito vitalizio, rimane proprietario dell’abitazione e deve continuare a pagare tutte le imposte dovute sull’immobile.
Quindi dovrà pagare le imposte patrimoniali e le eventuali imposte fondiarie.
Le alternative al Prestito Vitalizio Ipotecario
Spesso per chi ha più di 60 anni la soluzione più immediata per l’accesso al credito è la cessione del quinto dello stipendio o della pensione.
In questo caso si ottiene subito denaro liquido, in genere fino a 30.000 euro, da rimborsare mensilmente.
Il tasso di interesse è fisso, la rata del rimborso viene trattenuta direttamente dallo stipendio o dalla pensione e può essere pari al massimo a un quinto della retribuzione mensile.
Spesso chi ricorre al prestito vitalizio ipotecario ha bisogno di una somma di denaro consistente, superiore a quella che potrebbe ottenere con un prestito con cessione del quinto.
L’alternativa più simile al prestito vitalizio è la cessione della nuda proprietà.
Tra le due forme di finanziamento c’è però una differenza fondamentale di cui bisogna tener conto.
Mentre il prestito vitalizio permette il mantenimento del diritto di proprietà dell’immobile (almeno fino al momento dell’eventuale vendita), nel secondo caso il diritto di proprietà viene ceduto subito a un terzo.
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Banche da cui ottenere un il Prestito Vitalizio Ipotecario
Il prestito vitalizio ipotecario è un tipo di finanziamento che è stato introdotto da pochi anni nel sistema creditizio italiano.
Non è ancora diffuso perché è uno strumento “nuovo” e porta a dei rischi sia alle banche e sia per chi ne fa richiesta.
Sono comunque diversi gli istituti di credito che hanno inserito il prestito vitalizio ipotecario tra le forme di finanziamento offerte alla clientela.
PrestiSenior di MPS
PrestiSenior è il prestito vitalizio ipotecario concesso da MPS.
Potrai scegliere se ottenere l’importo del finanziamento in un’unica soluzione oppure se frazionarlo in un massimo di 20 rate annuali.
Nel contratto è prevista la possibilità di versare annualmente la quota di interessi e spese oppure di optare per la loro capitalizzazione.
Valore Casa di UniCredit
UniCredit ti propone il prestito vitalizio ipotecario Valore Casa.
Si tratta di un prestito a tasso fisso rivolto a chi è proprietario di un’abitazione residenziale con un’età compresa tra 65 e 85 anni.
Il prestito viene concesso in un’unica soluzione al momento della stipula del contratto.
Il richiedente invece può scegliere se rimborsare mensilmente la quota di interessi e spese oppure se procedere con la capitalizzazione annuale.
L’importo finanziabile va dal 15% al 50% del valore dell’immobile risultante nella perizia.
Per il 2020 il tasso fisso applicato al prestito è del 4,5%, mentre il TAEG è del 4,65%.
Prestito vitalizio ipotecario della Banca Popolare di Sondrio
La Banca Popolare di Sondrio offre un prestito vitalizio ipotecario a chi ha compiuto almeno 65 anni ed è proprietario di un immobile a uso residenziale.
Il prestito viene erogato in un’unica soluzione e il cliente può scegliere se:
- far capitalizzare gli interessi;
- pagare annualmente la quota di interessi e spese maturata sul finanziamento.
PerTe Prestito Vitalizio di Banca Fideuream
Anche Banca Fideuream, appartenente al gruppo Intesa Sanpaolo, ti potrà offrire un finanziamento vitalizio assistito da ipoteca.
Lo fa con il prodotto PerTe Prestito Vitalizio, un finanziamento a tasso fisso al 4% che può essere richiesto da persone fisiche con un’età compresa tra 60 e 90 anni.
L’importo massimo ottenibile va dal 24% al 60% del valore dell’immobile stabilito nella perizia ed è in ogni caso compreso tra 30.000 e 400.000 euro.
Il prestito va rimborsato interamente a scadenza oppure attraverso l’addebito mensile della quota di interessi e spese.
In qualsiasi momento il cliente può decidere di passare dal rimborso mensile degli interessi alla loro capitalizzazione annuale.
La banca non richiede l’apertura di un conto corrente presso la filiale che eroga il prestito: l’accredito può avvenire su un qualsiasi conto corrente intestato al richiedente oppure per cassa.
Se il richiedente ha dei figli, la banca chiederà loro di firmare un documento nel quale dichiarano di essere a conoscenza del prestito richiesto dal o dai genitori.
Una volta che il prestito è stato concesso, ogni anno la banca invierà sia al beneficiario sia ai suoi figli una comunicazione che sintetizza l’andamento del debito.
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Prestito Vitalizio Ipotecario: guida completa 2020
Hai più di 60 anni e desideri avere liquidità per aiutare economicamente un familiare, comprare la macchina che hai sempre sognato o anche solo per una meritata vacanza e non hai mai sentito parlare del Prestito Vitalizio Ipotecario?
Sei nel posto giusto!
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In questo articolo aggiornato per il 2020 si parla di:
- che cos’è il Prestito Vitalizio Ipotecario;
- quali sono i requisiti per ottenerlo;
- da che leggi è regolato;
- quali istituti lo erogano;
- i suoi lati negativi.
Il Prestito Vitalizio Ipotecario è un particolare tipo di finanziamento riservato a persone con più di 60 anni compiuti, che necessita di una guida completa e costantemente aggiornata.
Il motivo è molto semplice: presenta molte clausole che dovrai conoscere prima di un’eventuale sottoscrizione, per evitare rischi, come ad esempio far ricadere sui tuoi eredi i tuoi debiti (vedi il paragrafo dedicato ai difetti di questo finanziamento).
Sei pronto? Cominciamo!
Che cos’è il Prestito Vitalizio Ipotecario?
Nella seguente intervista, fatta nel 2017 a Claudio Pacella, amministratore delegato di 65 Plus, si è parlato proprio di questo.
In che cosa consiste
Il Prestito Vitalizio Ipotecario è un tipo di finanziamento che alcune banche ed istituti finanziari concedono solo a proprietari di immobili residenziali che abbiano compiuto i 60 anni d’età.
Per queste persone, che facilmente possono incontrare delle difficoltà ad ottenere un qualsiasi prestito personale, rappresenta nella maggioranza dei casi l’unica maniera per ottenere grandi importi di liquidità (devono ovviamente soddisfare una lista di requisiti che scorrendo questo post troverai in modo dettagliato).
Il motivo che farà erogare alla banca o all’istituto finanziario di turno somme così importanti è la garanzia a proprio favore di un’ipoteca di primo grado sulla tua abitazione o su un altro tuo immobile residenziale.
Non sarai tenuto a pagare le rate di rimborso del debito: starà a te decidere se saldarlo oppure lasciare gli oneri ai tuoi eredi.
Estinzione del debito dopo la morte del sottoscrittore
Se si deciderà di non saldare il debito, il Prestito Vitalizio Ipotecario si estinguerà alla morte del sottoscrittore e gli eredi saranno posti di fronte ad un bivio:
- ripagare il debito più gli interessi entro 12 mesi in una soluzione unica (eventualmente vendendo l’immobile precedentemente ipotecato);
- lasciare che la banca ponga l’immobile in vendita al valore di mercato.
In questo secondo caso, qualora la banca non riesca a vendere l’immobile dopo un anno, essa decurterà il 15% dal prezzo di vendita, e così l’anno successivo fino a realizzare la vendita stessa.
Con il realizzo della vendita, l’eventuale somma che dovesse eccedere il totale di capitale più interessi, verrà restituita dalla banca agli eredi stessi.
Requisiti per l’ottenimento del Prestito Vitalizio Ipotecario
Per ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario dovrai disporre di alcuni requisiti.
Prima di tutto:
- avere più di 60 anni;
- possedere un immobile residenziale.
Ovviamente per accedere a questo tipo di finanziamento dovrai munirti anche di tutta la documentazione necessaria.
Qui di seguito l’elenco di ciò che ti verrà richiesto:
- certificato di nascita, di residenza e dello stato della famiglia;
- fotocopia dei documenti personali (Carta d’Identità e Codice Fiscale);
- copia dell’atto di provenienza dell’abitazione di proprietà e degli eventuali certificati di assicurazioni;
- fotocopia del CUD o libretto della pensione;
- copia della ricevuta del bonifico per il pagamento della perizia dell’immobile;
- dichiarazione del richiedente di aver ricevuto tutte le informazioni sul Prestito Vitalizio Ipotecario.
N.B. Oltre a questi documenti, è possibile che l’istituto finanziario o la banca di turno ti chieda di fornire altra documentazione.
Il decreto attuativo del 22 dicembre 2015
Il regolamento attuativo del Prestito Vitalizio Ipotecario è stato rilasciato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) il 22 dicembre 2015 (Legge 22 dicembre 2015, n. 226), preceduto dalla Legge 2 aprile 2015, n. 44.
È stato pubblicato tra le righe della Gazzetta Ufficiale n. 38 il 16 febbraio 2016 ed è composto da 4 testi:
- Preambolo e Articolo 1: un’introduzione che riporta il procedimento che è stato seguito per la stesura dello stesso regolamento, seguita dalla spiegazione del significato degli elementi trattati in questo tipo di finanziamento;
- Articolo 2: riassume le regole per offrire al pubblico il prodotto;
- l’Articolo 3 infine riepiloga i casi in cui l’immobile ipotecato potrebbe perdere di valore.
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Preambolo e Articolo 1
Il Preambolo è un testo di presentazione per gli articoli che lo susseguono.
L’Articolo 1 si limita a spiegarti che:
- il termine legge indica il decreto 203/2005 convertito con modificazioni dalla legge 248/2005 e dalla legge 44/2015;
- con il termine finanziamento si intende il Prestito Ipotecario Vitalizio;
- il termine soggetto finanziato indica la persona fisica (o le persone fisiche) che sottoscrivono il contratto di finanziamento;
- con il termine immobile si intende l’immobile residenziale e le pertinenze che sono oggetto di iscrizione ipotecaria come garanzia del prestito;
- il finanziatore è il soggetto che eroga il Prestito Vitalizio Ipotecario;
- il termine cap indica il tetto massimo che non può essere superato dal tasso variabile.
Articolo 2
L’Articolo 2 è quello che riassume le regole per l’offerta al pubblico del finanziamento e riguarda anche la trasparenza e la certezza dell’importo, degli interessi e delle altre spese dovute.
Infatti il contratto di Prestito Vitalizio Ipotecario deve includere un allegato dove sono illustrate due simulazioni del piano di ammortamento.
Quindi compariranno dei prospetti esemplificativi che mostrano il possibile andamento del finanziamento nel corso degli anni (con indicazione separata tra capitale e interessi):
- nel primo prospetto viene applicato il tasso di interesse vigente al momento della stipula del contratto;
- nel secondo (che parte dal terzo anno) c’è una simulazione del prestito in uno scenario di rialzo dei tassi di almeno 300 punti rispetto a quello vigente o all’eventuale cap previsto dal contratto.
Le simulazioni, che includono tutti gli oneri dovuti, devono coprire un periodo almeno pari alla differenza tra 85 e l’età del soggetto finanziato più giovane e in ogni caso non può durare meno di 15 anni.
Se il finanziamento è a tasso fisso il prospetto può essere uno solo.
Almeno 15 giorni dalla possibile stipula del contratto l’istituto erogante deve consegnare al richiedente un prospetto informativo che illustra in modo chiaro l’importo finanziato.
Infatti il soggetto finanziato è libero di poter acquistare la polizza assicurativa sull’immobile (che è obbligatoria) anche da un soggetto diverso dall’istituto erogante.
Il finanziatore ogni anno deve inviare al soggetto finanziato un resoconto che illustra in modo dettagliato gli importi che costituiscono il capitale finanziato e quelli che costituiscono il capitale da restituire alla scadenza.
Clausola importante del regolamento
È molto importante sottolineare che il regolamento specifica che, se al momento della stipula del contratto il soggetto finanziato risulta essere coniugato o convivente da almeno cinque anni, il contratto deve essere firmato da entrambi.
Infatti dovrai effettuare questo passaggio anche nel caso in cui l’immobile sia di proprietà di uno solo: in questo modo il rimborso avverrà dopo la morte del firmatario più longevo.
Articolo 3
L’Articolo 3 riepiloga i casi in cui si può verificare una significativa riduzione del valore dell’immobile.
Il finanziatore può richiedere il rimborso integrale del prestito in un’unica soluzione quando:
- muore il soggetto finanziato o quando vengono trasferiti (anche solo in parte) la proprietà o altri diritti reali o di godimento sull’immobile.
- il soggetto finanziato compie con dolo o colpa grave degli atti che possono ridurre in modo significativo il valore dell’immobile.
- si costituiscono dei diritti reali di garanzia in favore di terzi che gravano sull’immobile.
- vengono apportate delle modifiche rispetto allo stato dell’immobile documentato in sede di perizia senza accordo con il finanziatore.
- c’è la revoca dell’abitabilità a causa di adeguata manutenzione o incuria.
- altri soggetti (familiari del soggetto finanziato escluso) prendono la residenza nell’immobile.
- l’immobile subisce procedimenti esecutivi o conservativi di importo pari o superiore al 20% del suo valore.
Ovviamente le spese necessarie per dimostrare l’avvenimento di una di queste condizioni sono a carico del solo finanziatore.
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Da chi puoi ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario?
Come scritto nei primi paragrafi di questo articolo, il Prestito Vitalizio Ipotecario è un finanziamento che solo alcune banche ed istituti finanziari sono in grado di offrirti.
Ecco da chi lo puoi ottenere:
- UniCredit
- Deutsche Bank
- Banca Intesa Sanpaolo
- Imprebanca
- MPS (Monte dei Paschi di Siena)
- BNL (Banca Nazionale del Lavoro)
- Banca Popolare di Sondrio
UniCredit – Valore Casa

UniCredit offre il prodotto Valore Casa come Prestito Vitalizio Ipotecario.
Vediamo in elenco le caratteristiche del finanziamento:
- può essere a tasso fisso o a tasso variabile;
- il periodo di ammortamento è di 12 mesi;
- l’importo minimo finanziabile è pari a 30.000€;
- il tasso di mora è pari al tasso contrattuale con 1,90 punti in più.
Quindi Il TAEG del tasso fisso, considerando una capitalizzazione annuale degli interessi, arriva a 4,65% (calcolato al tasso di interesse del 4,50%, su un capitale di Euro 100.000,00, per la durata di 16 anni, comprensivo di 1 anno di ammortamento dopo la morte del finanziato o del più longevo degli intestatari).
Invece il TAEG del tasso variabile, che prevede un pagamento mensile degli interessi, arriva a 4,31% (Calcolato al tasso di interesse del 4,00% – parametro Euribor 3 mesi del 09/05/2017, pari a -0,33%, maggiorato di uno spread pari al 4,00%) su un capitale di Euro 100.000,00, per la durata di 16 anni, comprensivo di 1 anno di ammortamento dopo la morte del finanziato o del più longevo degli intestatari.
Deutsche Bank – Patrimonio Casa

La soluzione proposta da Deutsche Bank prende il nome di Patrimonio Casa e le principali caratteristiche sono:
- non è previsto un ammortamento rateale (il debito dovrà essere rimborsato con un unico pagamento dagli eredi entro un anno dalla morte del beneficiario) e l’erogazione avviene in un’unica soluzione;
- l’importo che la banca è disposta ad erogare varia tra il 14% e il 52% del valore dell’immobile ipotecato stabilito dalla perizia in base all’età, al sesso e allo stato civile del soggetto finanziato;
- il TAEG è pari a 8,689% su importo del finanziamento di 150.000€, calcolato su cliente singolo di sesso maschile di 79 anni con durata 10 anni, ipotizzando la restituzione da parte degli eredi dopo 10 anni.
Banca Intesa Sanpaolo – Per Te

PerTe Prestito Vitalizio è un finanziamento a medio/lungo termine a tasso fisso, garantito da ipoteca di primo grado su un immobile a uso abitativo, con capitalizzazione annuale degli interessi.
La durata non è definibile alla stipula perché dipende dalla permanenza in vita del soggetto finanziato, come previsto dalla Legge (in caso di prestito cointestato dipende dalla permanenza in vita del coniuge più longevo).
Nel sottostante foglio informativo troviamo l’esempio di un TAEG calcolato considerando:
- somma erogata = 100.000€;
- età del cliente = 70 anni;
- durata del finanziamento = 15 anni;
- TAN = 4%.
I risultati del calcolo riportano:
- per la versione rimborso capitale ed interessi a scadenza un TAEG di 4,037%;
- per la versione rimborso capitale a scadenza e rimborso graduale degli interessi un TAEG di 4,124%.
Sempre all’interno del documento troviamo i valori degli importi minimi/massimi erogabili:
- minimo = 30.000€;
- massimo = 400.000€ (nel rispetto del LTV massimo).
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Imprebanca

Il Prestito Vitalizio Ipotecario offerto da Imprebanca è un finanziamento non finalizzato a medio/lungo termine che prevede le seguenti caratteristiche:
- durata iniziale di 20 anni;
- tacito rinnovo alla scadenza, salvo disdetta inviata dalla Parte Finanziata almeno 3 mesi prima della scadenza. Il finanziamento rinnovato avrà durata fino alla morte del finanziato o, nel caso di una coppia, del membro più longevo;
- importo minimo = 30.000€;
- importo massimo = 45,7% del valore di perizia dell’immobile dato in garanzia, comunque con un massimo di 300.000€ salvo approvazioni in deroga concesse dalla banca finanziatrice
Monte dei Paschi di Siena (MPS) – PrestiSenior

Il Prestito Vitalizio Ipotecario che MPS ti potrebbe offrire si chiama PrestiSenior.
Questo prodotto è disponibile in due formule:
- con capitalizzazione annuale di interessi e spese. Dopo l’erogazione del finanziamento, è prevista la capitalizzazione annuale degli interessi e delle spese, con rimborso in soluzione unica del montante maturato alla scadenza;
- con pagamento annuo di spese ed interessi maturati.
In questo caso il finanziamento, una volta erogato, prevede un piano di rimborso annuale relativo ai soli interessi e spese, mentre il debito capitale viene rimborsato in soluzione unica alla scadenza dello stesso.
C’è inoltre la possibilità che entrambe queste formule siano offerte:
- in unica soluzione;
- a tranche annuali (massimo 20 tranche dello stesso importo).
L’importo massimo erogabile è di 250.000€ per chi opta per l’unica soluzione, mentre per i versamenti annuali sono previste erogazioni da 2.400€ fino a 25.000€.
Banca Nazionale del Lavoro (BNL)
La Banca Nazionale del Lavoro compare in molte liste di “Banche ed Istituti Finanziari che offrono il Prestito Vitalizio Ipotecario“, però nel loro sito ufficiale non vi compaiono riferimenti in merito.
La cosa migliore da fare nel caso fossi interessato a saperne di più è quella di recarsi in una filiale per cercare di ottenere delle informazioni a riguardo.
Banca Popolare di Sondrio

Anche questa banca offre una soluzione che consente di ottenere somme destinate a integrare il reddito, migliorare il tenore di vita e/o soddisfare esigenze di liquidità smobilizzando il valore del patrimonio immobiliare dei beneficiari.
Andando nel sito ufficiale della Banca Popolare di Sondrio è possibile recuperare questo opuscolo esaustivo riguardo il loro Prestito Vitalizio Ipotecario:
Anche in questo caso nostro consiglio è di recarsi in una filiale o entrarvi in contatto per ottenere maggiori informazioni.
I difetti del Prestito Vitalizio Ipotecario
Pur essendo una forma di finanziamento utile, il Prestito Vitalizio Ipotecario possiede una serie di difetti che è bene tu conosca prima di prendere una qualsiasi decisione.
I principali (che probabilmente avrai già intuito leggendo questo articolo) sono:
- un importo finanziabile limitato;
- il basso numero di istituti finanziari e banche che lo offrono;
- le ulteriori limitazioni imposte dalle banche;
- l’anatocismo bancario;
- le conseguenze a cui porta.
Importo finanziabile limitato
La somma di denaro che potrai ricevere in un Prestito Vitalizio Ipotecario dipende da un valore espresso in percentuale detto LTV (Loan To Value).
Questo coefficiente altro non è che il rapporto fra l’importo massimo che la banca di turno è in grado di offrirti e il valore dell’immobile che hai ipotecato.
Infatti, come potrai vedere da questa tabella d’esempio, il valore del coefficiente LTV aumenta con l’aumentare dell’età del richiedente.
Età | LTV [%] |
60 anni | 15 ~ 25 |
65 anni | 18 ~ 30 |
70 anni | 25 ~ 35 |
75 anni | 30 ~ 45 |
80 anni | 35 ~ 55 |
85 anni | 45 ~ 60 |
90 anni | 50 ~ 60 |
Quindi, a parità di valore dell’immobile, una persona di 85 anni potrebbe ricevere un finanziamento più sostanzioso rispetto ad una di 70.
Infatti da un lato questo coefficiente tendenzialmente basso tende a limitare un sovra-indebitamento ma dall’altro può risultare non abbastanza efficace contro grandi bisogni di liquidità.
I dati che ti abbiamo riportato sono un’esempio: può essere infatti che da banca a banca i valori di LTV e le rispettive fasce d’età siano differenti.
Quindi ti consigliamo, per avere un’idea più chiara, di dare un’occhiata ai fogli informativi messi a disposizione delle banche sopra riportate.
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Difficoltà a trovarlo nel mercato
Il Prestito Vitalizio Ipotecario è un prodotto offerto da poche banche (le puoi trovare nel dettaglio qui sopra) e anche tra queste non in tutte le loro filiali.
Le cause sono:
- la sua importazione in Italia nel 2005 dal mondo finanziario Anglosassone, quindi da un altro contesto culturale;
- una conoscenza generalmente scarsa del prodotto da parte del personale delle stesse banche;
- valutazioni relative alle caratteristiche del mercato immobiliare locale.
Limitazioni soggettive delle banche
Nonostante la Legge non preveda altri requisiti oltre l’avere minimo 60 anni, il possedere un immobile residenziale e l’ottenere il consenso del coniuge/convivente se presente, diverse banche applicano dei vincoli ben più restrittivi.
Spesso infatti al richiedente viene chiesto di:
- soddisfare dei requisiti di reddito;
- avere uno storico creditizio non negativo;
- risultare residente nell’immobile;
- ottenere il consenso degli eredi.
Inoltre l’immobile deve risultare commercialmente “appetibile”, per cui la sua ubicazione potrebbe giocare un ruolo fondamentale.
Anatocismo bancario
L’anatocismo, conosciuto anche come capitalizzazione degli interessi, consiste nell’applicazione di ulteriori interessi su interessi già maturati.
Generalmente questa pratica è vietata, però per il Prestito Vitalizio Ipotecario esiste una deroga esplicita nella sopracitata Legge 2 aprile 2015 che concede alle banche la facoltà di applicare una capitalizzazione annuale di interessi e spese.
Infatti, come conseguenza dell’anatocismo rischi che il tuo debito verso la banca aumenti in modo esponenziale.
Ecco un esempio pratico:
Poniamo che una persona di 70 anni ottenga un Prestito Vitalizio Ipotecario di 100.000€ a fronte di una casa del valore di 400.000€, quindi con un LTV del 25%, ed un TAN del 5.6%.
Ebbene, nel caso in cui questa persona non rimborsi periodicamente gli interessi, a 90 anni il debito sarà di quasi 400.000€.
Conseguenze all’ipoteca dell’immobile
Se Ipotechi un immobile lo rendi soggetto per Legge ad una serie di vincoli a cui è importante tu faccia attenzione.
A carico del richiedente è previsto l’insieme di spese per il mantenimento in buono stato di tale immobile.
Inoltre per te diventerà impossibile:
- ristrutturarlo;
- metterlo in affitto;
- cederne i diritti;
- usarlo come garanzia o ipotecarlo per altri finanziamenti.
Conclusioni
Leggendo questo articolo sicuramente ti sarai fatto un’idea di che cosa significhi sottoscrivere un Prestito Vitalizio Ipotecario, che oneri comporta, i motivi per cui è utile e quelli per cui può esserlo di meno.
Tra le alternative valide a questo prodotto troviamo la Cessione del Quinto: ti consigliamo, nel caso fossi interessato a saperne di più, di dare un’occhiata alla nostra guida completa e aggiornata al 2020 della Cessione del Quinto.
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Crediamo che potresti trovare molto utile anche il nostro articolo principale sul Prestito Vitalizio Ipotecario!
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Come ottenere un Prestito Personale: guida 2020
Hai problemi a reperire la liquidità necessaria per sostenere spese impellenti e inderogabili e vuoi sapere come ottenere un prestito personale?
Bene, sei nel posto giusto!
In questa guida aggiornata per il 2020 ti spiegheremo ogni dettaglio su come ottenere questa forma di finanziamento.
Il prestito personale è una soluzione ideale per chiunque abbia bisogno di cifre importanti restituibili poco per volta.
Gli istituti bancari garantiscono questa possibilità a tutti, a patto che il richiedente sia in grado di presentare alcuni requisiti.
Ovviamente questi requisiti saranno differenti a seconda del finanziamento e della posizione economica e lavorativa del diretto interessato.
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Se vuoi sapere come ottenere un Prestito Personale, continua a leggere le righe di questo articolo!
Come puoi ottenere un Prestito Personale?
Partiamo subito col definire questo tipo di finanziamento, elencandone le caratteristiche salienti.
Quando si parla di prestiti, generalmente si fa riferimento proprio ai prestiti personali.
Sono un tipo di finanziamento in cui:
- viene erogato del denaro in una quantità che dipende dal caso specifico;
- questo denaro va restituito in un arco di tempo prefissato;
- il rimborso seguirà un piano rateale indicato nel contratto.
Ovviamente, la cifra da restituire sarà superiore a quella ricevuta, in quanto alla somma erogata andranno aggiunti gli interessi (solitamente a tasso fisso).
Inoltre saranno presenti anche delle spese accessorie per:
- la fase di istruttoria;
- l’accensione del finanziamento;
- tutte le altre operazioni in itinere.
Differenze con il finanziamento finalizzato
Tecnicamente, il prestito personale non fa parte della categoria dei finanziamenti finalizzati.
Questi ultimi, infatti, sono direttamente riconducibili all’acquisto di un determinato bene o servizio, mentre quelli non finalizzati non prevedono che il richiedente indichi la destinazione d’uso della somma ricevuta.
Tuttavia, caratteristiche e requisiti delle due tipologie di finanziamento spesso coincidono.
Considerato il rischio dell’operazione, in genere l’istituto creditore richiede alcune garanzie personali, quali la firma di un coobbligato o di un fideiussore.
Il prestito personale può essere definito come quel particolare finanziamento con o senza obbligo di destinazione, rivolto a tutti i cittadini che necessitano di liquidità immediata utile a pagare qualsiasi genere di bene o servizio.
In generale, banche e istituti di credito danno la possibilità di richiedere prestiti compresi tra 1.500 e 30.000€a seconda della richiesta e del singolo caso.
Può comunque capitare che qualche banca decida di erogare fino a 75 mila euro.
La durata di questi particolari finanziamenti può variare tra 1 e 10 anni.
Inoltre, il richiedente può indicare che l’addebito di ogni singola rata avvenga direttamente sul proprio conto corrente oppure attraverso il pagamento di appositi bollettini postali.
Forme di Prestito Personale
Fino a pochi anni fa la maggior parte delle persone pensava di richiedere un prestito personale principalmente quando si presentava un improvviso bisogno di liquidità.
Recentemente però le cose sono cambiate.
I fattori che hanno fatto in modo che le richieste aumentassero in maniera vertiginosa sono tanti (non ultima la grave crisi economica che ha colpito il nostro Paese nel corso dell’ultimo decennio), ma è anche vero che di recente si sono moltiplicati i canali di informazione.
Il web appare in continua e costante espansione ed è accessibile da chiunque.
Inoltre i maggiori istituti bancari sono sempre più vicini al cliente e alle sue esigenze.
A tal proposito, puoi scoprire anche come ottenere un prestito personale via internet, grazie alle informazioni dettagliate offerte dai vari istituti bancari e ai form online attraverso i quali richiedere eventuali preventivi.
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Come detto in precedenza, i prestiti personali non sono finanziamenti finalizzati, pertanto il richiedente non è tenuto ad indicare l’uso che farà del denaro, una volta che questo sarà stato erogato dall’istituto interpellato.
Proprio per questo motivo, tali prestiti vengono concessi direttamente, senza passare tra le mani di eventuali intermediari, definiti anche dealer (come nel caso dell’acquisto di un’auto).
All’interno del contratto vengono specificati tutti gli elementi essenziali alla pianificazione del rimborso, tra cui:
- il tasso di interesse applicato (TAN);
- il piano di ammortamento ;
- le spese (tutte riassunte nel TAEG, il tasso annuo effettivo globale);
- le eventuali coperture assicurative, sia obbligatorie che facoltative.
Come detto, oltre a questa tipologia di prestiti, esistono anche i finanziamenti finalizzati, molto simili a quelli personali ma dotati di piani specifici, a seconda della destinazione d’uso del denaro.
Tra questi troviamo prestiti per:
- auto, moto, camper o altri mezzi di trasporto nuovi o usati;
- consolidamento debiti;
- acquistare un elettrodomestico;
- disoccupati e casalinghe senza buste paga;
- giovani coppie;
- avviare un’impresa o una nuova attività;
- spese mediche;
- pianificare un viaggio.
Chi lo può richiedere?
I prestiti personali, a differenza dei mutui, sono finanziamenti richiesti per ottenere cifre modeste o comunque non esageratamente alte.
Possono ottenere un prestito personale:
- impiegati pubblici e statali;
- piccoli imprenditori;
- liberi professionisti;
- studenti universitari (o coloro che stanno seguendo un master, a patto che abbiano meno di 35 anni);
- disoccupati che non percepiscono alcuno stipendio.
Ma quali sono i principali requisiti per ottenere un Prestito Personale?
Il primo riguarda l’età: il richiedente deve avere un’età compresa tra i 18 e i 75 anni (a discrezione dell’ente finanziatore).
Il secondo requisito riguarda l’obbligo di dimostrare un reddito stabile e facilmente accertabile, oltre ad un conto corrente attivo con cui attivare il Prestito.
Inoltre, è importante che il richiedente sia residente in Italia e che in passato non sia mai stato iscritto alle liste dei cattivi pagatori o dei protestati.
Ovviamente, per dimostrare quanto detto è necessario presentare alcuni documenti, che verranno richiesti dalla banca in fase di istruttoria.
Di cosa si tratta?
Scopriamolo insieme.
Documenti necessari per ottenere un Prestito Personale
In genere, chi necessita di un prestito riesce a portare a termine la pratica in maniera abbastanza rapida, indipendentemente dal proprio impiego e dalle proprie condizioni economiche.
Ma quale documentazione bisogna presentare perché la domanda venga accolta?
Iniziamo col dire che la documentazione obbligatoria si divide in fiscale ed economica.
Alla documentazione fiscale appartengono tutti quei documenti utili ad identificare il cliente e ad attestare la sua condizione lavorativa e reddituale.
La documentazione può cambiare in relazione al tipo di finanziamento richiesto e ai parametri impiegati dalla banca o dalla finanziaria.
Di qualunque prestito si tratti, le norme antiriciclaggio impongono la presentazione di tutta la documentazione fiscale relativa al cliente.
Bisogna fare una distinzione fra i vari tipi di cittadini:
- gli italiani devono presentare un documento d’identità valido (carta d’identità o patente di guida) e la tessera sanitaria munita di codice fiscale ben visibile;
- i cittadini UE dovranno, invece, presentare la carta d’identità, un certificato di residenza, l’attestazione di regolarità del soggiorno o l’attestazione di iscrizione anagrafica;
- gli extracomunitari, infine, sono tenuti a mostrare il documento di soggiorno;
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Per quanto riguarda la documentazione economica, è necessario attenersi fedelmente alle indicazioni dell’istituto interpellato, poiché questa varia in base alle condizioni economiche e lavorative del richiedente e ai parametri di giudizio stabiliti dall’ente in questione.
I lavoratori dipendenti, ad esempio, devono corredare la domanda con l’ultima busta paga (spesso vengono richieste le ultime due) e il CUD.
I lavoratori autonomi, invece, devono presentare:
- l’ultima dichiarazione dei redditi (Modello Unico o 730);
- il modulo F24, che attesta i versamenti dei vari tributi e contributi;
- il certificato d’iscrizione all’albo professionale (nel caso dei liberi professionisti) oppure alla Camera di Commercio (nel caso dei piccoli imprenditori e degli artigiani).
I pensionati, infine, sono tenuti ad allegare alla domanda l’ultimo cedolino della pensione oppure, nel caso dei pensionati INPS, il modello Obis M.
Quest’ultimo è un certificato riportante tutte le informazioni relative alla pensione percepita.
È sempre obbligatorio, inoltre, presentare i documenti che provano eventuali altri finanziamenti in corso d’opera.
In alcuni casi, vengono richieste persino le copie delle ultime bollette pagate (acqua, luce e gas), utili ad accertare la condizione di solvibilità del richiedente.
L’affidabilità creditizia riveste un ruolo molto importante in fase istruttoria.
Durante lo step iniziale, infatti, la banca valuta tutte le informazioni raccolte ed elabora un credit score (un punteggio di affidabilità), attraverso il quale esprime il suo giudizio circa l’affidabilità creditizia del richiedente.
Ovviamente, più questo punteggio è alto, più ti sarà facile ottenere un Prestito Personale.
L’affidabilità del richiedente
Per produrre il punteggio in questione, l’istituto basa la propria ispezione sia su elementi soggettivi che oggettivi.
Questi ultimi sono ricavati ispezionando tre diverse fonti:
- i dati anagrafici del richiedente;
- le banche dati pubbliche, anche conosciute come Centrali di Rischio (una è gestita dalla Banca d’Italia, l’altra dalla SIA, la Società Interbancaria per l’Automazione), che custodiscono migliaia di informazioni relative alla storia creditizia del cliente;
- le banche dati private, ovvero i cosiddetti Sistemi di Informazioni Creditizie (come ad esempio il CRIF), che custodiscono tutti i dettagli relativi anche ai prestiti di importo contenuto.
I criteri di valutazione soggettivi, invece, dipendono esclusivamente dalla politica della finanziaria, sebbene il più importante rimanga il rapporto rata-reddito.
Questo inquadra l’incidenza della rata da pagare sul reddito netto percepito dal richiedente (ovvero il reddito calcolato al netto delle ritenute e di eventuali impegni finanziari assunti in precedenza).
Tale rapporto non deve superare il 30-35%, pena il rifiuto della domanda da parte dell’istituto creditore.
In sostanza, per massimizzare le possibilità di ottenere il prestito, un cliente con un reddito mensile pari a 1.000€, deve richiedere un prestito le cui rate non superino i 300€.
Garanzie necessarie per ottenere un prestito personale
Generalmente, la concessione di un prestito personale non è legata alla presentazione di determinate garanzie reali (diritti di pegno, ipoteche su beni di proprietà, etc).
Può succedere che in qualche caso l’istituto di credito decida di sottoporre al richiedente un contratto nel quale è prevista la cambializzazione delle rate.
Il motivo che porta a questo provvedimento è legato al rischio di insolvenza.
Inoltre c’è anche la possibilità che venga imposta un’unica cambiale capace di garantire una parte sostanziosa o l’intera cifra erogata.
Oltre alle cambiali, l’altra forma di garanzia più diffusa è la firma di un terzo fideiussore o di un coobbligato, che si faccia garante dell’esito positivo dell’operazione.
Si tratta di una delle richieste più comuni, soprattutto quando avviene appurata la presenza di condizioni particolari, quali una ridotta anzianità lavorativa, oppure una domanda destinata ad ottenere un importo particolarmente alto.
Ad ogni modo, è impossibile stabilire regole sempre valide, in quanto l’eventuale richiesta di garanzie dipende esclusivamente dal singolo istituto di credito.
Banche e finanziarie scelgono autonomamente le persone alle quali concedere prestiti e mutui.
Di fronte ad ogni richiesta, decidono il dafarsi in base al profilo di rischio del singolo richiedente e dell’operazione.
Inoltre, è abbastanza comune che il rischio di insolvenza venga abbassato stipulando delle particolari polizze assicurative.
In genere, si tratta di polizze che coprono il rischio di perdita del lavoro o di morte.
Polizze assicurative particolari
Grazie alla sottoscrizione di questi accordi, in caso di morte del richiedente, la compagnia assicurativa provvede a saldare il debito residuo con la banca che ha erogato il prestito, garantendo l’estinzione del finanziamento.
Qualora il cliente dovesse perdere il lavoro, invece, la compagnia assicurativa sarà tenuta a versare le rate finché il finanziato non avrà trovato un nuovo impiego.
In genere, le compagnie assicurative finanziano un numero massimo di rate, indicato all’interno del relativo contratto.
Naturalmente, queste assicurazioni hanno un costo importante e gravano sui costi complessivi del prestito, comportando un aumento della rata di rimborso.
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Estinzione anticipata di un Prestito Personale
Una volta acceso il finanziamento, può capitare che il beneficiario del prestito voglia restituire in anticipo l’intero importo dovuto.
A tal proposito, è importante conoscere la procedura chiamata estinzione anticipata del prestito.
Questa soluzione prevede la restituzione anticipata del capitale residuo, più gli interessi maturati fino a quel momento.
Prima di scegliere se optare o meno per questa operazione, è consigliabile calcolare la quota da restituire all’istituto di credito.
Per farlo con maggior precisione è necessario verificare il prospetto del finanziamento presente all’interno del contratto.
Con questo documento, che viene puntualmente aggiornato dopo il versamento di ogni rata, è possibile individuare facilmente il capitale residuo, le spese extra già calcolate e gli interessi da corrispondere alla banca.
Estinguere in anticipo un prestito conviene quando ci si trova all’inizio del finanziamento, perché si evita di pagare la maggior parte degli interessi.
Al contrario, potrebbe non essere la soluzione migliore farlo quando sia la somma erogata e sia gli interessi sono stati ripagati quasi del tutto.
Questo perché molte banche impongono il pagamento di una penale, che va a sommarsi alle spese già corrisposte.
Il costo di estinzione anticipata di un prestito
L’intestatario del finanziamento potrebbe essere costretto a farsi carico anche dei mancati interessi sulle rate non corrisposte, mediante il pagamento di una mora o di una penale.
Questa, per aver valore, deve essere indicata nel contratto già al momento dell’accensione del finanziamento.
Si tratta di una clausola introdotta nel 2013, in seguito alla riforma del credito alle famiglie e ai privati cittadini.
Grazie a questa clausola sono state fissate delle regole universali che ogni istituto di credito è costretto a rispettare.
In particolare, tale indennizzo corrisponde:
- all’1% dell’importo da corrispondere, se la durata residua del contratto è superiore a un anno;
- allo 0,5% dell’importo già rimborsato, se la durata residua del contratto è pari o inferiore ad un anno;
Non è dovuto alcun indennizzo se:
- l’importo già corrisposto è pari o inferiore a 10 mila euro;
- il contratto che regola il finanziamento prevede una polizza assicurativa a garanzia del credito.
Calcolare la rata del prestito personale
Calcolare la rata di un prestito è molto importante, onde capire quanto effettivamente questa è destinata a gravare sul proprio reddito.
Farlo è molto semplice: basta accedere al portale online di qualsiasi istituto di credito o finanziaria.
Per ottenere un preventivo è sufficiente indicare l’importo desiderato ed, eventualmente, il progetto che si vuole portare a termine.
Per esempio:
- acquistare un’auto nuova o usata;
- consolidare debiti pregressi;
- sostenere spese mediche;
- avviare una piccola opera di ristrutturazione.
Ciascun portale propone una serie di soluzioni apposite con tutti gli elementi caratterizzanti del prestito:
- l’importo della rata;
- il TAN;
- il TAEG;
- la durata del finanziamento.
Una volta esaminate tutte le varie proposte, basterà selezionare quella più interessante e avviare la richiesta di finanziamento, da completare inserendo:
- il nome e il cognome dell’intestatario del contratto;
- gli estremi della carta d’identità;
- la tessera sanitaria e il codice fiscale del richiedente;
- il numero di cellulare;
- l’IBAN del conto corrente sul quale ricevere il denaro richiesto;
- la firma digitale.
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Come scegliere il prestito migliore?
In un mare di proposte come quello attuale può essere molto difficile individuare quella migliore.
Ecco quindi qualche consiglio per determinare la soluzione più accessibile.
Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, esistono finanziamenti finalizzati e non.
Tra quelli finalizzati è possibile scegliere prestiti adatti a:
- giovani coppie;
- disoccupati che non hanno la possibilità di presentare una busta paga come garanzia;
- dipendenti pubblici;
- coloro che vogliono estinguere un debito pregresso o avviare un’attività.
Ma quali sono i parametri cui prestare attenzione al momento della scelta?
Innanzitutto, è importante dare uno sguardo al TAN , il tasso annuo nominale, che dovrà essere il più basso possibile, al fine di ridurre al minimo il costo complessivo del finanziamento.
Questo valore corrisponde agli interessi fissati dall’istituto di credito e applicati alla somma erogata.
In un secondo momento, il TAN viene frazionato in base al numero delle rate da corrispondere alla banca.
Questo vuol dire che più il TAN sarà basso e più le rate risulteranno convenienti.
Non bisogna dimenticare nemmeno le spese accessorie, riassunte dal TAEG, ovvero il tasso annuo effettivo globale.
Il TAEG del Prestito Personale
Il TAEG non è altro che un tasso virtuale, non direttamente applicato alle rate, ma in grado di comunicare il costo globale di un finanziamento.
Include tutte le spese accessorie previste, tra cui:
- le spese di istruttoria;
- le spese utili per l’apertura di un nuovo conto corrente, qualora imposta dal contratto;
- le polizze assicurative aggiuntive;
- la gestione della pratica;
- le imposte di bollo;
- i costi relativi alle operazioni di pagamento;
- i costi di notifica;
Il TAEG è disciplinato dalla direttiva europea 2014/17, che indica il metodo di calcolo dell’indicatore in questione, uniforme e obbligatorio in tutti i Paesi dell’Unione Europea.
In Italia, la vigilanza relativa ai servizi e ai prodotti per cui va segnalato è affidata alla Banca d’Italia.
Oltre al TAN e al TAEG, che sono a tutti gli effetti i parametri più importanti, è necessario valutare anche i costi assicurativi.
Questi dipendono dal tipo di finanziaria proposto dalla banca e incidono sull’ammontare della rata, sebbene rappresentino anche un’opportunità per restituire la cifra ricevuta con maggiore tranquillità, considerata l’assenza di eventuali rivalse dell’ente creditizio sui cofirmatari (coobligati e garanti) o sui beni immobili del richiedente.
L’assicurazione tutela la banca minimizzando i rischi di insolvenza e permettendo al cliente di portare a termine il rimborso anche in presenza di eventi avversi quali infortuni, malattie, decesso, licenziamento, etc.
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Finanziamenti senza busta paga
Nonostante le normali difficoltà che è possibile incontrare durante l’iter necessario, accedere ad un finanziamento senza busta paga è tutt’altro che impossibile.
Molte banche, infatti, garantiscono prestiti personali anche a coloro che non possono presentare alcuna busta paga e che in passato hanno avuto problemi di solvibilità.
Per ottenerli, è necessario presentare determinati requisiti e garanzie, che servono all’istituto di credito per accertare la fattibilità del finanziamento.
Come puoi ottenere un prestito personale in assenza di busta paga?
Innanzitutto dovrai munirti di alcuni documenti in grado di fungere da garanzia per presentarli all’istituto di credito.
Questa particolare soluzione ha lo scopo di consentire anche alle categorie abitualmente escluse dal credito di poter accedere a prestiti in grado di garantire budget utili ad affrontare spese improvvise o acquisti non più prorogabili.
In genere, per evitare eventuali problemi di solvibilità che potrebbe avere il richiedente, gli istituti di credito richiedono la firma di un garante.
Il garante è una figura che si fa carico dei doveri del debitore qualora questo non sia in condizione di rimborsare la cifra erogata.
Ovviamente, molto dipende anche dalla somma richiesta.
Se il cliente chiede cifre superiori ad una certa soglia, l’istituto può imporre ulteriori garanzie, tra cui:
- l’ipoteca su un immobile di valore;
- la firma di un coobbligato.
Infine, se il cliente non rispetta gli impegni accordati, l’istituto potrà pignorare i beni ipotecati per un valore pari al credito residuo.
Per fare ciò, l’istituto non dovrà attendere l’esito di alcuna sentenza.
Ma quindi quali sono i requisiti necessari per accedere ad un finanziamento senza busta paga?
Per ottenere questo genere di prestiti è necessario:
- essere residenti in Italia;
- disporre di un conto corrente;
- avere alle spalle una storia creditizia soddisfacente, che sia testimonianza di affidabilità e puntualità nei pagamenti (meglio non essere iscritti alle liste dei protestati o dei cattivi pagatori);
- ottenere l’appoggio di un coobbligato o di un garante (in alternativa, sarà opportuno possedere beni immobili da presentare come garanzia).
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I prestiti senza busta paga impongono la sottoscrizione di contratti che prevedono la presenza di una polizza assicurativa, condizione imposta da buona parte delle banche.
Al momento della compilazione della richiesta, sarà utile avere con sé determinati documenti:
- una carta di identità valida;
- il codice fiscale;
- la documentazione necessaria ad inquadrare la propria posizione economica e lavorativa (un certificato di disoccupazione o di cassa integrazione).
Dopo la firma del contratto e l’erogazione della somma pattuita, è possibile recedere dall’accordo entro e non oltre 14 giorni dall’accettazione della richiesta.
Dovrai restituire l’intera somma accreditata entro un massimo di 30 giorni, pena il pagamento di una penale.
Quindi: chiunque abbia questi requisiti può ottenere un prestito personale senza busta paga (lavoratori part-time, casalinghe, disoccupati, studenti).
Lo svantaggio del prestito senza busta paga
Il limite più importante di questo genere di finanziamenti non finalizzati sta nel fatto che il richiedente è impossibilitato ad accedere a somme di una certa rilevanza.
Infatti, solitamente, la cifra erogata non supera i 3 mila euro.
Soltanto poche banche arrivano fino a 5 mila euro, a seconda delle garanzie presentate e delle disposizioni delle compagnie assicurative.
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Prestiti per protestati e cattivi pagatori
Ogni volta che una banca riceve una richiesta di finanziamento, accede ai sistemi di informazioni creditizie.
Questi speciali archivi informatizzati contengono tutte le informazioni riguardanti il cliente in questione.
Tra i dati in memoria figurano:
- eventuali mutui e prestiti ricevuti in passato;
- conti correnti aperti e non più esistenti;
- carte di credito, etc.
Il Sistema di informazioni creditizie più utilizzato dagli istituti di credito è quello gestito dalla Centrale dei Rischi Finanziari (meglio conosciuto come CRIF).
Ogni volta che un debitore ritarda o omette un pagamento scatta automaticamente una segnalazione, che diventa un pericoloso precedente nel caso le rate pagate in ritardo siano due (soprattutto se successive).
I sistemi di informazioni creditizie conservano le segnalazioni in memoria per un periodo compreso tra 12 e 36 mesi, a seconda della gravità dell’accaduto.
Per fortuna, però, anche coloro che in passato hanno subito un protesto, possono comunque ottenere un prestito personale da impiegare come meglio credono, nonostante le normali reticenze dell’istituto finanziario.
Esistono, infatti, alcune tipologie di prestiti considerate sicure dai creditori e, quindi, accessibili anche a cattivi pagatori e protestati.
Come possono ottenere il prestito?
I protestati che vogliono ottenere liquidità possono, ad esempio, richiedere un prestito cambializzato, il quale prevede la presenza di un titolo esecutivo come la cambiale.
In ogni caso, protestati e cattivi pagatori hanno a disposizione altre strade per ottenere ciò di cui hanno bisogno: basterà fornire le garanzie richieste dalle banche.
Tra le varie opportunità disponibili, è possibile scegliere un prestito assistito da fideiussione di un terzo (la garanzia in questo caso è offerta dalla presenza di un terzo firmatario, che fa da garante in caso di insolvenza del destinatario del prestito), oppure un prestito con pegno.
Questa tipologia di finanziamento non necessita di alcuna fase di istruttoria né della valutazione di affidabilità, poiché a fare da garante è il bene, o il pegno, dato in consegna alla banca.
L’immobile o l’oggetto in questione deve avere alcune caratteristiche ben precise: innanzitutto il suo valore deve essere oggettivo e facile da quantificare, quindi deve essere in buone condizioni.
Tuttavia, non tutte le banche propongono questo genere di finanziamenti.
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