
Come ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario nel 2020
Tutti abbiamo dei sogni e talvolta dei bisogni; premesso ciò, in questo articolo completo ed aggiornato al 2020 ti spiegheremo perché ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario potrebbe essere la soluzione che cerchi!
Ti permetterà di ottenere anche grandi somme di denaro con buone probabilità, nonostante sia uno strumento finanziario ancora poco diffuso in Italia.
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Sei pronto a conoscere questo particolare tipo di finanziamento?
Andiamo!
Cos’è il Prestito Vitalizio Ipotecario?
Il Prestito Vitalizio Ipotecario nacque nelle finanziarie anglosassoni degli anni Sessanta, prendendo il nome di reverse mortgage.
Venne importato nel 2005 nel sistema finanziario italiano e nel corso degli anni è stato regolamentato da alcune leggi (le trovi nel dettaglio in questo articolo).
Per legge, solo le persone che hanno compiuti i 60 anni e che sono proprietari dell’immobile in questione possono accedervi.
Se sei interessato ad ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario tieni a mente che la garanzia viene fatta sulla tua abitazione.
Non è possibile fissare la durata del prestito perché si estingue solo al momento della morte del richiedente.
Solo dopo tale evento, quindi, il rimborso andrà effettuato per intero.
Ma se il richiedente muore, a chi tocca farlo?
Il compito di risanare questo debito andrà ai suoi eredi, che potranno scegliere come agire tra due modi:
- utilizzando la propria liquidità;
- mettendo in vendita l’abitazione ricevuta in successione, per fare poi il saldo con il ricavato.
Questo video informativo, pubblicato il 4 febbraio 2020 dal canale YouTube idealista, parla proprio di questo:
Cosa succede però se dopo un anno gli eredi non hanno ancora provveduto al rimborso?
Qualsiasi sia il motivo del mancato pagamento, la banca può mettere in vendita la casa senza dover chiedere alcuna autorizzazione al giudice.
A questo punto, per quanto riguarda il prezzo di vendita della casa, si possono verificare due situazioni:
- il prezzo è inferiore al debito accumulato;
- il prezzo è superiore al debito accumulato;
Nel primo caso, la banca non potrà chiedere la differenza agli eredi.
Ciò significa che l’importo da rimborsare sarà più basso di quello previsto.
Nel secondo caso invece la banca è obbligata a restituire la differenza di denaro agli eredi.
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Se intendi ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario devi tenere bene a mente che andrà redatto sotto forma di atto pubblico.
Quindi, come da norma, lo dovrai firmare davanti ad un notaio.
Quando un immobile viene ipotecato per questo tipo di prestito, non si possono più eseguire certe operazioni.
Vedremo infatti che non potremo più:
- metterlo in affitto;
- cederlo come abitazione di residenza a persone che non fanno parte della nostra famiglia;
- per quanto riguarda il prestito in sé, cederlo a terzi oppure surrogarlo
Vediamo ora quanti soldi ricaverai se vorrai ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario.
Quali importi si possono ottenere?
L’importo ottenibile da questo finanziamento dipende principalmente da due elementi:
- il valore dell’abitazione che si mette sotto ipoteca;
- l’età del richiedente.
Il primo risulta essere una delle cose più incisive nella decisione della banca di erogarti il denaro.
Dal Prestito Vitalizio Ipotecario si può ottenere una somma che oscilla tra un minimo del 15% ed un massimo del 60% del valore dell’immobile ipotecato.
Poniamo ad esempio come esempio che delle persone di età diversa, a parità di valore di immobile, decidano di ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario.
In questa tabella vedrai l’età dei richiedenti, il coefficiente in percentuale LTV (Loan To Value) e (approssimativamente) l’importo massimo che potrebbero ottenere.
Valore immobile: 200.000€.
Età | LTV [%] | Importo massimo ottenibile [€] |
60 | 15 ~ 25 | 50.000 |
65 | 18 ~ 30 | 60.000 |
70 | 25 ~ 35 | 70.000 |
75 | 30 ~ 45 | 90.000€ |
80 | 35 ~ 55 | 110.000€ |
85 | 45 ~ 60 | 120.000€ |
90+ | 50 ~ 60 | 120.000€ |
L’età del richiedente (ammesso che sia un over 60) arriva subito dopo il valore dell’immobile.
Avrai capito dalla tabella qui sopra che man mano che cresce l’età, cresce anche l’importo ottenibile.
Potrai anche decidere le modalità di erogazione del prestito:
- in un’unica soluzione;
- finanziamento a tranche.
Nel secondo caso si suddividerà l’importo in due o più quote che verranno accreditate nel tempo.
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La normativa di riferimento
In Italia il Prestito Vitalizio Ipotecario è stato regolamentato con il decreto legge 203/2005, cui ha fatto seguito la legge di conversione 248/2005.
Quest’ultima è stata modificata dalla legge 44/2005, seguita dal decreto attuativo 226/2015.
È stata la legge 248/2015 a introdurre e a regolamentare per prima il prestito vitalizio nel nostro ordinamento.
Questa legge riservava l’accesso al prestito vitalizio soltanto a chi avesse compiuto 65 anni.
La successiva legge 44/2015 ha modificato questo limite di età, abbassandolo a 60 anni.
Come stabilito dall’Articolo 1 delle legge 44/2015:
Il prestito vitalizio ipotecario ha per oggetto la concessione da parte di banche nonché di intermediari finanziari […] di finanziamenti a medio e lungo termine, con capitalizzazione annuale di interessi e di spese, riservati a persone fisiche con età superiore a sessanta anni compiuti, il cui rimborso integrale in un’unica soluzione può essere richiesto al momento della morte del soggetto finanziato ovvero qualora vengano trasferiti, in tutto o in parte, la proprietà o altri diritti reali o di godimento sull’immobile dato in garanzia o si compiano atti che ne riducano significativamente il valore, inclusa la costituzione di diritti reali di garanzia in favore di terzi che vadano a gravare sull’immobile.
Ulteriori dettagli sul suo funzionamento sono contenuti nel decreto attuativo del Prestito Vitalizio Ipotecario.
Il provvedimento è composto da tre articoli:
- nel primo, appunto, troverai le definizioni dei termini usati all’interno del regolamento;
- l’Articolo 2 fissa le regole che le banche e gli altri intermediari autorizzati devono seguire quando offrono al pubblico questo prodotto finanziario;
- l’Articolo 3 specifica quali sono i casi che comportano una riduzione significativa del valore di mercato dell’abitazione e che quindi causano la risoluzione anticipata del finanziamento.
Ma quindi chi può accedere questo finanziamento?
Chi può ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario?
I requisiti di base, come abbiamo già visto, sono l’età minima di 60 anni e la proprietà di un immobile.
Ci sono però dei casi particolari in cui i requisiti aumentano:
Se il richiedente è sposato diventa necessario che il contratto venga intestato a entrambi i coniugi.
In questo caso tutti e due devono avere più di 60 anni.
Lo stesso discorso vale per:
- conviventi more uxorio da almeno 5 anni;
- chi è in un’unione civile;
- per le coppie separate.
Nei primi due casi bisogna presentare un certificato di residenza storico, dal quale risulti l’effettivo periodo di convivenza.
Nel caso dei separati bisogna fare una premessa: la separazione legale non scioglie il rapporto di matrimonio, per cui risulteranno ancora sposati.
Quindi, se vivono entrambi nello stesso immobile, il contratto per il finanziamento dovrà essere cointestato.
Come ultimo caso troviamo le persone che possiedono solo la nuda proprietà dell’immobile.
Se la banca lo prevede potranno ipotecare la nuda proprietà e ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario.
Altri requisiti per ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario
Spesso le banche ti potrebbero imporre degli altri requisiti, facendo riferimento:
- al tuo reddito;
- alla tua reputazione creditizia;
- al consenso degli eredi;
- al valore commerciale dell’immobile ipotecato.
Il primo caso è frequente quando nel contratto si opta per un rimborso graduale degli interessi e delle spese.
Bisogna invece fare attenzione al secondo caso, perché se ci sono stati ritardi nei pagamenti delle rate di mutui e prestiti la banca potrà bocciare la richiesta.
Altro paio di maniche quando la banca richiede il consenso agli eredi per procedere con il finanziamento.
Il motivo è semplice: la responsabilità per il rimborso ricade su di loro!
Con un consenso scritto gli eredi confermano di essere a conoscenza del prestito, del capitale finanziato e anche, approssimativamente, la cifra da rimborsare alla morte del richiedente.
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Infine, le banche ti concederanno il prestito solo se riconoscono nell’immobile che vuoi ipotecare del valore commerciale.
Per determinarlo, guarderà le condizioni qualitative dell’abitazione e l’interesse di mercato per costruzioni simili.
Il rischio per la banca infatti è di non riuscire a recuperare l’importo che verserebbe.
Se entro 12 mesi gli eredi non si fanno avanti per saldare il debito, come abbiamo detto prima la banca mette in vendita all’asta la casa.
Il prezzo di vendita diminuirà automaticamente del 15% ogni anno fino a quando riuscirà a venderla.
Caratteristiche dell’immobile ipotecato
La banca erogherà il finanziamento solo se l’immobile dato in garanzia è di tipo residenziale e risulta facilmente vendibile.
Vediamo in elenco che tipi di immobile non vengono accettati:
- rustici o immobili non residenziali;
- quelli che si trovano in aree ad alto rischio sismico, salvo se coperti da una adeguata copertura assicurativa;
- quelli soggetti a vincoli paesaggistici, artistici o idrogeologici.
- immobili senza concessione edilizia;
- abitazioni popolari concesse ai sensi della legge 167/1962;
- case già ipotecate.
Come funziona il rimborso?
In alcuni casi le banche permettono a chi riceve un finanziamento ipotecario di rimborsare annualmente o mensilmente gli interessi e le spese.
In questo caso il cliente riceve subito il capitale ricevuto in prestito, paga gradualmente gli interessi calcolati sul capitale e lascia agli eredi soltanto il debito relativo al capitale.
Questa soluzione è più economica, perché gli interessi non vengono capitalizzati e quindi non producono nuovi interessi.
Se si sceglie un prestito a tasso fisso la quota da rimborsare è costante nel tempo e permette di tenere sotto controllo la somma da versare al termine del finanziamento.
Nella maggior parte dei casi non è previsto il rimborso graduale degli interessi, ma il rimborso complessivo a scadenza di capitale, interessi e altre spese.
L’anatocismo

Eccezionalmente, in questo tipo di finanziamento è permessa alle banche la capitalizzazione degli interessi, cioè l’anatocismo.
Questo significa che ogni anno gli interessi vengono sommati al capitale e usati come base per il calcolo degli interessi per l’anno successivo.
Ipotizziamo che la banca abbia concesso un prestito di 100.000 euro, al tasso fisso del 5% annuo.
Se il cliente ha scelto di rimborsare annualmente gli interessi, ogni anno dovrà versare alla banca 5.000 euro, mentre alla sua morte gli eredi dovranno versare 100.000 euro.
Il discorso cambia nel caso di un prestito vitalizio a tasso fisso con capitalizzazione degli interessi.
Con un capitale di 100.000 euro e un tasso del 5% per il primo anno viene calcolato un interesse di 5.000 euro.
Il secondo anno la base sulla quale calcolare l’interesse sarà di 105.000 euro, il terzo anno salirà a 110.250 euro, e così via.
Dopo 15 anni l’importo da rimborsare sarà di 207.892, 82 euro, cioè più del doppio del capitale iniziale.
La capitalizzazione degli interessi e delle spese è uno dei principali svantaggi di questo genere di finanziamento e va tenuta in conto quando si sta considerando se vale la pena richiedere un prestito vitalizio.
Specialmente se l’aspettativa di vita è elevata, c’è il rischio che per effetto della capitalizzazione degli interessi il debito da rimborsare al momento della morte del richiedente superi anche di molto il valore dell’abitazione.
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Rimborso del Prestito Vitalizio Ipotecario

Se il contratto è cointestato a persone sposate, conviventi o in un’unione civile, il periodo entro il quale va rimborsato il finanziamento scatta a partire dalla morte del secondo intestatario.
Quando muore chi ha ricevuto il finanziamento, a partire dal mese successivo a quello della morte inizia il periodo di 12 mesi a disposizione degli eredi per rimborsare quanto dovuto.
La risoluzione anticipata
Ci sono delle condizioni che possono obbligare alla risoluzione anticipata del finanziamento e sono elencate all’interno dell’Articolo 3 che già ti abbiamo citato:
- il richiedente cede ad altre persone la proprietà o altri diritti reali di godimento o di garanzia sull’immobile;
- il richiedente compie atti dolosi o colposi che riducono in maniera significativa il valore dell’abitazione;
- vengono fatte modifiche all’immobile non concordate con la banca o con l’intermediario finanziario che ha concesso il prestito;
- viene revocata l’abitabilità dell’immobile a causa di incuria o mancata manutenzione;
- nell’abitazione prendono residenza persone diverse dai familiari del richiedente (è ammessa la residenza congiunta di coniugi, conviventi, figli e personale che presta assistenza agli anziani);
- l’immobile è sottoposto a ipoteche giudiziali oppure a procedimenti esecutivi o conservativi di importo superiore al 20% del suo valore di mercato.
In questi casi il richiedente stesso dovrà estinguere il debito, anche se è ancora vivo.
Può ovviamente sempre decidere di rimborsare anticipatamente la banca ed estinguere il debito, senza dover versare alcuna penale.
Se lo fa, la banca provvederà alla cancellazione dell’ipoteca della casa.
Il prospetto informativo
La banca deve presentare al cliente un prospetto informativo che racchiude tutte le informazioni di base sul contratto almeno 15 giorni prima della data di stipula.
In questo prospetto informativo devono comparire:
- l’importo finanziato al netto di interessi e spese;
- il valore dell’immobile risultante dalla perizia;
- la percentuale del valore dato in prestito;
- il tipo di tasso di interesse ed i parametri presi come riferimento;
- eventuali tassi di mora applicati;
- le modalità di capitalizzazione degli interessi.
Nella sezione dedicata al tasso di interesse deve essere specificato se si tratta di un tasso fisso, di un tasso variabile o di un tasso variabile con cap.
Per ognuno di questi tipi di tasso, il prospetto può indicare il tasso interbancario di riferimento – Eurirs o Euribor – e lo spread applicato dall’istituto.
È necessario che nel documento siano indicati chiaramente il TAN (tasso annuo nominale) e il TAEG (tasso annuo effettivo globale).
Simulazioni previste nel prospetto
Se il tasso non è fisso, devono comparire due simulazioni di maturazione degli interessi:
- una che tiene conto del tasso di interesse indicato nel contratto;
- l’altra che ipotizza un aumento del tasso di interesse a partire dal terzo anno, con almeno 300 punti in più rispetto al tasso di partenza.
Quando il tasso è fisso la simulazione della maturazione degli interessi è solo una.
La sua durata deve essere pari alla differenza tra 85 e l’età del richiedente e comunque non inferiore a 15 anni.
Se, per esempio, chi richiede il prestito ha 63 anni, il piano di accumulo degli interessi avrà una durata di 22 anni.
Se invece fa richiesta di prestito vitalizio un 75enne, allora la simulazione coprirà un periodo di 15 anni.
Nel caso in cui il richiedente e la banca si siano accordati per il rimborso graduale degli interessi e delle spese, il prospetto informativo deve contenere anche l’indicazione del tasso di mora.
Questo tasso viene applicato in caso di ritardo nei pagamenti rateali.
Se durante il periodo di validità del contratto ci sono più di sette tra ritardi o inadempimenti, la banca può richiedere la risoluzione anticipata del contratto.
In questo caso il richiedente deve rimborsare in un’unica soluzione l’intero debito.
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Le spese considerate nel contratto
La banca può decidere liberamente di applicare un tasso di interesse fisso, variabile o misto.
Le opzioni più frequenti sono quelle che prevedono un tasso fisso per tutta la durata del contratto oppure di un tasso di interesse variabile con cap.
In questo caso la banca fissa una soglia oltre la quale il tasso di interesse non può andare, anche in caso di rialzo del tasso di riferimento.
Ma gli interessi non sono l’unico costo che è a carico della persona che richiede il finanziamento.
Bisogna infatti considerare anche le spese relative a:
- i costi per la perizia necessaria a determinare il valore di mercato dell’abitazione;
- le spese notarili;
- le spese di istruttoria;
- il costo della polizza che tutela il contraente e la banca in caso di scoppio o incendio dell’immobile dato in garanzia.
La polizza assicurativa è obbligatoria per legge e il richiedente può scegliere se sottoscriverla:
- con la compagnia assicurativa indicata dalla banca;
- con un’altra compagnia.
In questo secondo caso il costo della polizza andrà calcolato a parte e non sarà indicato nel contratto di prestito vitalizio.
Al prestito vitalizio ipotecario si applica un’imposta sostitutiva pari allo 0,25% dell’importo finanziato.
L’imposta forfettaria sostituisce le imposte di registro, di bollo, ipotecarie e catastali.
I vantaggi dell’ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario
Il Prestito Vitalizio Ipotecario ha un meccanismo di funzionamento abbastanza particolare.
Non conviene sempre e non conviene a tutti.
Bisogna quindi valutare attentamente la propria condizione per capire se è la scelta migliore oppure se ci sono valide alternative.
Sono essenzialmente due i vantaggi di questo tipo di finanziamento:
- l’assenza di rate;
- la possibilità di ottenere una somma elevata in prestito.
Se il contratto prevede la capitalizzazione annuale degli interessi, chi ottiene il finanziamento non deve preoccuparsi del rimborso.
Soltanto alla propria morte saranno gli eredi a occuparsene.
In questo modo, può usare il capitale ricevuto come meglio crede senza dover sostenere alcun tipo di spesa.
Per chi non ha eredi diretti questa situazione è ancora più conveniente.
Infatti si ha la possibilità di liquidare il proprio patrimonio immobiliare e lasciare che sia la banca a occuparsi della vendita della casa.
L’importo effettivo che si può ottenere in prestito dipende dal valore dell’abitazione e dall’età del richiedente.
Può anche arrivare anche a 350.000 euro, molto di più rispetto a quello che si può ottenere tramite un prestito personale.
Questa liquidità extra può essere usata liberamente per i propri bisogni.
Ad esempio affrontare delle spese impreviste oppure per integrare il proprio reddito mensile e per affrontare con più serenità il periodo della pensione.
Gli svantaggi
Il Prestito Vitalizio Ipotecario è un finanziamento costoso.
Come visto in precedenza, la capitalizzazione annuale di spese e interessi può far crescere in maniera esponenziale il debito.
Addirittura può portarlo al raddoppio o alla triplicazione della cifra di partenza nel giro di pochi anni.
Quando si stipula un contratto di questo tipo, inoltre, si deve mettere in conto il rischio di perdere la casa.
Se non si ha denaro a sufficienza per ripagare la banca, l’unica soluzione è mettere in vendita l’abitazione.
Gran parte del rischio ricade sugli eredi.
Per questo motivo il Prestito Vitalizio Ipotecario è più conveniente:
- se il richiedente non ha eredi;
- quando si ha un patrimonio consistente ma si ha bisogno di liquidità.
Mentre questo tipo di prestito è molto diffuso all’estero, specialmente nei Paesi anglosassoni, in Italia sono ancora poche le banche che lo offrono alla propria clientela.
Gli istituti di credito che lo hanno inserito nelle loro offerte hanno reso difficile ottenere un Prestito Vitalizio Ipotecario.
Bisogna poi considerare un altro aspetto.
Quando il richiedente sottoscrive il prestito vitalizio, rimane proprietario dell’abitazione e deve continuare a pagare tutte le imposte dovute sull’immobile.
Quindi dovrà pagare le imposte patrimoniali e le eventuali imposte fondiarie.
Le alternative al Prestito Vitalizio Ipotecario
Spesso per chi ha più di 60 anni la soluzione più immediata per l’accesso al credito è la cessione del quinto dello stipendio o della pensione.
In questo caso si ottiene subito denaro liquido, in genere fino a 30.000 euro, da rimborsare mensilmente.
Il tasso di interesse è fisso, la rata del rimborso viene trattenuta direttamente dallo stipendio o dalla pensione e può essere pari al massimo a un quinto della retribuzione mensile.
Spesso chi ricorre al prestito vitalizio ipotecario ha bisogno di una somma di denaro consistente, superiore a quella che potrebbe ottenere con un prestito con cessione del quinto.
L’alternativa più simile al prestito vitalizio è la cessione della nuda proprietà.
Tra le due forme di finanziamento c’è però una differenza fondamentale di cui bisogna tener conto.
Mentre il prestito vitalizio permette il mantenimento del diritto di proprietà dell’immobile (almeno fino al momento dell’eventuale vendita), nel secondo caso il diritto di proprietà viene ceduto subito a un terzo.
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Banche da cui ottenere un il Prestito Vitalizio Ipotecario
Il prestito vitalizio ipotecario è un tipo di finanziamento che è stato introdotto da pochi anni nel sistema creditizio italiano.
Non è ancora diffuso perché è uno strumento “nuovo” e porta a dei rischi sia alle banche e sia per chi ne fa richiesta.
Sono comunque diversi gli istituti di credito che hanno inserito il prestito vitalizio ipotecario tra le forme di finanziamento offerte alla clientela.
PrestiSenior di MPS
PrestiSenior è il prestito vitalizio ipotecario concesso da MPS.
Potrai scegliere se ottenere l’importo del finanziamento in un’unica soluzione oppure se frazionarlo in un massimo di 20 rate annuali.
Nel contratto è prevista la possibilità di versare annualmente la quota di interessi e spese oppure di optare per la loro capitalizzazione.
Valore Casa di UniCredit
UniCredit ti propone il prestito vitalizio ipotecario Valore Casa.
Si tratta di un prestito a tasso fisso rivolto a chi è proprietario di un’abitazione residenziale con un’età compresa tra 65 e 85 anni.
Il prestito viene concesso in un’unica soluzione al momento della stipula del contratto.
Il richiedente invece può scegliere se rimborsare mensilmente la quota di interessi e spese oppure se procedere con la capitalizzazione annuale.
L’importo finanziabile va dal 15% al 50% del valore dell’immobile risultante nella perizia.
Per il 2020 il tasso fisso applicato al prestito è del 4,5%, mentre il TAEG è del 4,65%.
Prestito vitalizio ipotecario della Banca Popolare di Sondrio
La Banca Popolare di Sondrio offre un prestito vitalizio ipotecario a chi ha compiuto almeno 65 anni ed è proprietario di un immobile a uso residenziale.
Il prestito viene erogato in un’unica soluzione e il cliente può scegliere se:
- far capitalizzare gli interessi;
- pagare annualmente la quota di interessi e spese maturata sul finanziamento.
PerTe Prestito Vitalizio di Banca Fideuream
Anche Banca Fideuream, appartenente al gruppo Intesa Sanpaolo, ti potrà offrire un finanziamento vitalizio assistito da ipoteca.
Lo fa con il prodotto PerTe Prestito Vitalizio, un finanziamento a tasso fisso al 4% che può essere richiesto da persone fisiche con un’età compresa tra 60 e 90 anni.
L’importo massimo ottenibile va dal 24% al 60% del valore dell’immobile stabilito nella perizia ed è in ogni caso compreso tra 30.000 e 400.000 euro.
Il prestito va rimborsato interamente a scadenza oppure attraverso l’addebito mensile della quota di interessi e spese.
In qualsiasi momento il cliente può decidere di passare dal rimborso mensile degli interessi alla loro capitalizzazione annuale.
La banca non richiede l’apertura di un conto corrente presso la filiale che eroga il prestito: l’accredito può avvenire su un qualsiasi conto corrente intestato al richiedente oppure per cassa.
Se il richiedente ha dei figli, la banca chiederà loro di firmare un documento nel quale dichiarano di essere a conoscenza del prestito richiesto dal o dai genitori.
Una volta che il prestito è stato concesso, ogni anno la banca invierà sia al beneficiario sia ai suoi figli una comunicazione che sintetizza l’andamento del debito.
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Come ottenere un Prestito Personale: guida 2020
Hai problemi a reperire la liquidità necessaria per sostenere spese impellenti e inderogabili e vuoi sapere come ottenere un prestito personale?
Bene, sei nel posto giusto!
In questa guida aggiornata per il 2020 ti spiegheremo ogni dettaglio su come ottenere questa forma di finanziamento.
Il prestito personale è una soluzione ideale per chiunque abbia bisogno di cifre importanti restituibili poco per volta.
Gli istituti bancari garantiscono questa possibilità a tutti, a patto che il richiedente sia in grado di presentare alcuni requisiti.
Ovviamente questi requisiti saranno differenti a seconda del finanziamento e della posizione economica e lavorativa del diretto interessato.
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Se vuoi sapere come ottenere un Prestito Personale, continua a leggere le righe di questo articolo!
Come puoi ottenere un Prestito Personale?
Partiamo subito col definire questo tipo di finanziamento, elencandone le caratteristiche salienti.
Quando si parla di prestiti, generalmente si fa riferimento proprio ai prestiti personali.
Sono un tipo di finanziamento in cui:
- viene erogato del denaro in una quantità che dipende dal caso specifico;
- questo denaro va restituito in un arco di tempo prefissato;
- il rimborso seguirà un piano rateale indicato nel contratto.
Ovviamente, la cifra da restituire sarà superiore a quella ricevuta, in quanto alla somma erogata andranno aggiunti gli interessi (solitamente a tasso fisso).
Inoltre saranno presenti anche delle spese accessorie per:
- la fase di istruttoria;
- l’accensione del finanziamento;
- tutte le altre operazioni in itinere.
Differenze con il finanziamento finalizzato
Tecnicamente, il prestito personale non fa parte della categoria dei finanziamenti finalizzati.
Questi ultimi, infatti, sono direttamente riconducibili all’acquisto di un determinato bene o servizio, mentre quelli non finalizzati non prevedono che il richiedente indichi la destinazione d’uso della somma ricevuta.
Tuttavia, caratteristiche e requisiti delle due tipologie di finanziamento spesso coincidono.
Considerato il rischio dell’operazione, in genere l’istituto creditore richiede alcune garanzie personali, quali la firma di un coobbligato o di un fideiussore.
Il prestito personale può essere definito come quel particolare finanziamento con o senza obbligo di destinazione, rivolto a tutti i cittadini che necessitano di liquidità immediata utile a pagare qualsiasi genere di bene o servizio.
In generale, banche e istituti di credito danno la possibilità di richiedere prestiti compresi tra 1.500 e 30.000€a seconda della richiesta e del singolo caso.
Può comunque capitare che qualche banca decida di erogare fino a 75 mila euro.
La durata di questi particolari finanziamenti può variare tra 1 e 10 anni.
Inoltre, il richiedente può indicare che l’addebito di ogni singola rata avvenga direttamente sul proprio conto corrente oppure attraverso il pagamento di appositi bollettini postali.
Forme di Prestito Personale
Fino a pochi anni fa la maggior parte delle persone pensava di richiedere un prestito personale principalmente quando si presentava un improvviso bisogno di liquidità.
Recentemente però le cose sono cambiate.
I fattori che hanno fatto in modo che le richieste aumentassero in maniera vertiginosa sono tanti (non ultima la grave crisi economica che ha colpito il nostro Paese nel corso dell’ultimo decennio), ma è anche vero che di recente si sono moltiplicati i canali di informazione.
Il web appare in continua e costante espansione ed è accessibile da chiunque.
Inoltre i maggiori istituti bancari sono sempre più vicini al cliente e alle sue esigenze.
A tal proposito, puoi scoprire anche come ottenere un prestito personale via internet, grazie alle informazioni dettagliate offerte dai vari istituti bancari e ai form online attraverso i quali richiedere eventuali preventivi.
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Come detto in precedenza, i prestiti personali non sono finanziamenti finalizzati, pertanto il richiedente non è tenuto ad indicare l’uso che farà del denaro, una volta che questo sarà stato erogato dall’istituto interpellato.
Proprio per questo motivo, tali prestiti vengono concessi direttamente, senza passare tra le mani di eventuali intermediari, definiti anche dealer (come nel caso dell’acquisto di un’auto).
All’interno del contratto vengono specificati tutti gli elementi essenziali alla pianificazione del rimborso, tra cui:
- il tasso di interesse applicato (TAN);
- il piano di ammortamento ;
- le spese (tutte riassunte nel TAEG, il tasso annuo effettivo globale);
- le eventuali coperture assicurative, sia obbligatorie che facoltative.
Come detto, oltre a questa tipologia di prestiti, esistono anche i finanziamenti finalizzati, molto simili a quelli personali ma dotati di piani specifici, a seconda della destinazione d’uso del denaro.
Tra questi troviamo prestiti per:
- auto, moto, camper o altri mezzi di trasporto nuovi o usati;
- consolidamento debiti;
- acquistare un elettrodomestico;
- disoccupati e casalinghe senza buste paga;
- giovani coppie;
- avviare un’impresa o una nuova attività;
- spese mediche;
- pianificare un viaggio.
Chi lo può richiedere?
I prestiti personali, a differenza dei mutui, sono finanziamenti richiesti per ottenere cifre modeste o comunque non esageratamente alte.
Possono ottenere un prestito personale:
- impiegati pubblici e statali;
- piccoli imprenditori;
- liberi professionisti;
- studenti universitari (o coloro che stanno seguendo un master, a patto che abbiano meno di 35 anni);
- disoccupati che non percepiscono alcuno stipendio.
Ma quali sono i principali requisiti per ottenere un Prestito Personale?
Il primo riguarda l’età: il richiedente deve avere un’età compresa tra i 18 e i 75 anni (a discrezione dell’ente finanziatore).
Il secondo requisito riguarda l’obbligo di dimostrare un reddito stabile e facilmente accertabile, oltre ad un conto corrente attivo con cui attivare il Prestito.
Inoltre, è importante che il richiedente sia residente in Italia e che in passato non sia mai stato iscritto alle liste dei cattivi pagatori o dei protestati.
Ovviamente, per dimostrare quanto detto è necessario presentare alcuni documenti, che verranno richiesti dalla banca in fase di istruttoria.
Di cosa si tratta?
Scopriamolo insieme.
Documenti necessari per ottenere un Prestito Personale
In genere, chi necessita di un prestito riesce a portare a termine la pratica in maniera abbastanza rapida, indipendentemente dal proprio impiego e dalle proprie condizioni economiche.
Ma quale documentazione bisogna presentare perché la domanda venga accolta?
Iniziamo col dire che la documentazione obbligatoria si divide in fiscale ed economica.
Alla documentazione fiscale appartengono tutti quei documenti utili ad identificare il cliente e ad attestare la sua condizione lavorativa e reddituale.
La documentazione può cambiare in relazione al tipo di finanziamento richiesto e ai parametri impiegati dalla banca o dalla finanziaria.
Di qualunque prestito si tratti, le norme antiriciclaggio impongono la presentazione di tutta la documentazione fiscale relativa al cliente.
Bisogna fare una distinzione fra i vari tipi di cittadini:
- gli italiani devono presentare un documento d’identità valido (carta d’identità o patente di guida) e la tessera sanitaria munita di codice fiscale ben visibile;
- i cittadini UE dovranno, invece, presentare la carta d’identità, un certificato di residenza, l’attestazione di regolarità del soggiorno o l’attestazione di iscrizione anagrafica;
- gli extracomunitari, infine, sono tenuti a mostrare il documento di soggiorno;
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Per quanto riguarda la documentazione economica, è necessario attenersi fedelmente alle indicazioni dell’istituto interpellato, poiché questa varia in base alle condizioni economiche e lavorative del richiedente e ai parametri di giudizio stabiliti dall’ente in questione.
I lavoratori dipendenti, ad esempio, devono corredare la domanda con l’ultima busta paga (spesso vengono richieste le ultime due) e il CUD.
I lavoratori autonomi, invece, devono presentare:
- l’ultima dichiarazione dei redditi (Modello Unico o 730);
- il modulo F24, che attesta i versamenti dei vari tributi e contributi;
- il certificato d’iscrizione all’albo professionale (nel caso dei liberi professionisti) oppure alla Camera di Commercio (nel caso dei piccoli imprenditori e degli artigiani).
I pensionati, infine, sono tenuti ad allegare alla domanda l’ultimo cedolino della pensione oppure, nel caso dei pensionati INPS, il modello Obis M.
Quest’ultimo è un certificato riportante tutte le informazioni relative alla pensione percepita.
È sempre obbligatorio, inoltre, presentare i documenti che provano eventuali altri finanziamenti in corso d’opera.
In alcuni casi, vengono richieste persino le copie delle ultime bollette pagate (acqua, luce e gas), utili ad accertare la condizione di solvibilità del richiedente.
L’affidabilità creditizia riveste un ruolo molto importante in fase istruttoria.
Durante lo step iniziale, infatti, la banca valuta tutte le informazioni raccolte ed elabora un credit score (un punteggio di affidabilità), attraverso il quale esprime il suo giudizio circa l’affidabilità creditizia del richiedente.
Ovviamente, più questo punteggio è alto, più ti sarà facile ottenere un Prestito Personale.
L’affidabilità del richiedente
Per produrre il punteggio in questione, l’istituto basa la propria ispezione sia su elementi soggettivi che oggettivi.
Questi ultimi sono ricavati ispezionando tre diverse fonti:
- i dati anagrafici del richiedente;
- le banche dati pubbliche, anche conosciute come Centrali di Rischio (una è gestita dalla Banca d’Italia, l’altra dalla SIA, la Società Interbancaria per l’Automazione), che custodiscono migliaia di informazioni relative alla storia creditizia del cliente;
- le banche dati private, ovvero i cosiddetti Sistemi di Informazioni Creditizie (come ad esempio il CRIF), che custodiscono tutti i dettagli relativi anche ai prestiti di importo contenuto.
I criteri di valutazione soggettivi, invece, dipendono esclusivamente dalla politica della finanziaria, sebbene il più importante rimanga il rapporto rata-reddito.
Questo inquadra l’incidenza della rata da pagare sul reddito netto percepito dal richiedente (ovvero il reddito calcolato al netto delle ritenute e di eventuali impegni finanziari assunti in precedenza).
Tale rapporto non deve superare il 30-35%, pena il rifiuto della domanda da parte dell’istituto creditore.
In sostanza, per massimizzare le possibilità di ottenere il prestito, un cliente con un reddito mensile pari a 1.000€, deve richiedere un prestito le cui rate non superino i 300€.
Garanzie necessarie per ottenere un prestito personale
Generalmente, la concessione di un prestito personale non è legata alla presentazione di determinate garanzie reali (diritti di pegno, ipoteche su beni di proprietà, etc).
Può succedere che in qualche caso l’istituto di credito decida di sottoporre al richiedente un contratto nel quale è prevista la cambializzazione delle rate.
Il motivo che porta a questo provvedimento è legato al rischio di insolvenza.
Inoltre c’è anche la possibilità che venga imposta un’unica cambiale capace di garantire una parte sostanziosa o l’intera cifra erogata.
Oltre alle cambiali, l’altra forma di garanzia più diffusa è la firma di un terzo fideiussore o di un coobbligato, che si faccia garante dell’esito positivo dell’operazione.
Si tratta di una delle richieste più comuni, soprattutto quando avviene appurata la presenza di condizioni particolari, quali una ridotta anzianità lavorativa, oppure una domanda destinata ad ottenere un importo particolarmente alto.
Ad ogni modo, è impossibile stabilire regole sempre valide, in quanto l’eventuale richiesta di garanzie dipende esclusivamente dal singolo istituto di credito.
Banche e finanziarie scelgono autonomamente le persone alle quali concedere prestiti e mutui.
Di fronte ad ogni richiesta, decidono il dafarsi in base al profilo di rischio del singolo richiedente e dell’operazione.
Inoltre, è abbastanza comune che il rischio di insolvenza venga abbassato stipulando delle particolari polizze assicurative.
In genere, si tratta di polizze che coprono il rischio di perdita del lavoro o di morte.
Polizze assicurative particolari
Grazie alla sottoscrizione di questi accordi, in caso di morte del richiedente, la compagnia assicurativa provvede a saldare il debito residuo con la banca che ha erogato il prestito, garantendo l’estinzione del finanziamento.
Qualora il cliente dovesse perdere il lavoro, invece, la compagnia assicurativa sarà tenuta a versare le rate finché il finanziato non avrà trovato un nuovo impiego.
In genere, le compagnie assicurative finanziano un numero massimo di rate, indicato all’interno del relativo contratto.
Naturalmente, queste assicurazioni hanno un costo importante e gravano sui costi complessivi del prestito, comportando un aumento della rata di rimborso.
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Estinzione anticipata di un Prestito Personale
Una volta acceso il finanziamento, può capitare che il beneficiario del prestito voglia restituire in anticipo l’intero importo dovuto.
A tal proposito, è importante conoscere la procedura chiamata estinzione anticipata del prestito.
Questa soluzione prevede la restituzione anticipata del capitale residuo, più gli interessi maturati fino a quel momento.
Prima di scegliere se optare o meno per questa operazione, è consigliabile calcolare la quota da restituire all’istituto di credito.
Per farlo con maggior precisione è necessario verificare il prospetto del finanziamento presente all’interno del contratto.
Con questo documento, che viene puntualmente aggiornato dopo il versamento di ogni rata, è possibile individuare facilmente il capitale residuo, le spese extra già calcolate e gli interessi da corrispondere alla banca.
Estinguere in anticipo un prestito conviene quando ci si trova all’inizio del finanziamento, perché si evita di pagare la maggior parte degli interessi.
Al contrario, potrebbe non essere la soluzione migliore farlo quando sia la somma erogata e sia gli interessi sono stati ripagati quasi del tutto.
Questo perché molte banche impongono il pagamento di una penale, che va a sommarsi alle spese già corrisposte.
Il costo di estinzione anticipata di un prestito
L’intestatario del finanziamento potrebbe essere costretto a farsi carico anche dei mancati interessi sulle rate non corrisposte, mediante il pagamento di una mora o di una penale.
Questa, per aver valore, deve essere indicata nel contratto già al momento dell’accensione del finanziamento.
Si tratta di una clausola introdotta nel 2013, in seguito alla riforma del credito alle famiglie e ai privati cittadini.
Grazie a questa clausola sono state fissate delle regole universali che ogni istituto di credito è costretto a rispettare.
In particolare, tale indennizzo corrisponde:
- all’1% dell’importo da corrispondere, se la durata residua del contratto è superiore a un anno;
- allo 0,5% dell’importo già rimborsato, se la durata residua del contratto è pari o inferiore ad un anno;
Non è dovuto alcun indennizzo se:
- l’importo già corrisposto è pari o inferiore a 10 mila euro;
- il contratto che regola il finanziamento prevede una polizza assicurativa a garanzia del credito.
Calcolare la rata del prestito personale
Calcolare la rata di un prestito è molto importante, onde capire quanto effettivamente questa è destinata a gravare sul proprio reddito.
Farlo è molto semplice: basta accedere al portale online di qualsiasi istituto di credito o finanziaria.
Per ottenere un preventivo è sufficiente indicare l’importo desiderato ed, eventualmente, il progetto che si vuole portare a termine.
Per esempio:
- acquistare un’auto nuova o usata;
- consolidare debiti pregressi;
- sostenere spese mediche;
- avviare una piccola opera di ristrutturazione.
Ciascun portale propone una serie di soluzioni apposite con tutti gli elementi caratterizzanti del prestito:
- l’importo della rata;
- il TAN;
- il TAEG;
- la durata del finanziamento.
Una volta esaminate tutte le varie proposte, basterà selezionare quella più interessante e avviare la richiesta di finanziamento, da completare inserendo:
- il nome e il cognome dell’intestatario del contratto;
- gli estremi della carta d’identità;
- la tessera sanitaria e il codice fiscale del richiedente;
- il numero di cellulare;
- l’IBAN del conto corrente sul quale ricevere il denaro richiesto;
- la firma digitale.
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Come scegliere il prestito migliore?
In un mare di proposte come quello attuale può essere molto difficile individuare quella migliore.
Ecco quindi qualche consiglio per determinare la soluzione più accessibile.
Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, esistono finanziamenti finalizzati e non.
Tra quelli finalizzati è possibile scegliere prestiti adatti a:
- giovani coppie;
- disoccupati che non hanno la possibilità di presentare una busta paga come garanzia;
- dipendenti pubblici;
- coloro che vogliono estinguere un debito pregresso o avviare un’attività.
Ma quali sono i parametri cui prestare attenzione al momento della scelta?
Innanzitutto, è importante dare uno sguardo al TAN , il tasso annuo nominale, che dovrà essere il più basso possibile, al fine di ridurre al minimo il costo complessivo del finanziamento.
Questo valore corrisponde agli interessi fissati dall’istituto di credito e applicati alla somma erogata.
In un secondo momento, il TAN viene frazionato in base al numero delle rate da corrispondere alla banca.
Questo vuol dire che più il TAN sarà basso e più le rate risulteranno convenienti.
Non bisogna dimenticare nemmeno le spese accessorie, riassunte dal TAEG, ovvero il tasso annuo effettivo globale.
Il TAEG del Prestito Personale
Il TAEG non è altro che un tasso virtuale, non direttamente applicato alle rate, ma in grado di comunicare il costo globale di un finanziamento.
Include tutte le spese accessorie previste, tra cui:
- le spese di istruttoria;
- le spese utili per l’apertura di un nuovo conto corrente, qualora imposta dal contratto;
- le polizze assicurative aggiuntive;
- la gestione della pratica;
- le imposte di bollo;
- i costi relativi alle operazioni di pagamento;
- i costi di notifica;
Il TAEG è disciplinato dalla direttiva europea 2014/17, che indica il metodo di calcolo dell’indicatore in questione, uniforme e obbligatorio in tutti i Paesi dell’Unione Europea.
In Italia, la vigilanza relativa ai servizi e ai prodotti per cui va segnalato è affidata alla Banca d’Italia.
Oltre al TAN e al TAEG, che sono a tutti gli effetti i parametri più importanti, è necessario valutare anche i costi assicurativi.
Questi dipendono dal tipo di finanziaria proposto dalla banca e incidono sull’ammontare della rata, sebbene rappresentino anche un’opportunità per restituire la cifra ricevuta con maggiore tranquillità, considerata l’assenza di eventuali rivalse dell’ente creditizio sui cofirmatari (coobligati e garanti) o sui beni immobili del richiedente.
L’assicurazione tutela la banca minimizzando i rischi di insolvenza e permettendo al cliente di portare a termine il rimborso anche in presenza di eventi avversi quali infortuni, malattie, decesso, licenziamento, etc.
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Finanziamenti senza busta paga
Nonostante le normali difficoltà che è possibile incontrare durante l’iter necessario, accedere ad un finanziamento senza busta paga è tutt’altro che impossibile.
Molte banche, infatti, garantiscono prestiti personali anche a coloro che non possono presentare alcuna busta paga e che in passato hanno avuto problemi di solvibilità.
Per ottenerli, è necessario presentare determinati requisiti e garanzie, che servono all’istituto di credito per accertare la fattibilità del finanziamento.
Come puoi ottenere un prestito personale in assenza di busta paga?
Innanzitutto dovrai munirti di alcuni documenti in grado di fungere da garanzia per presentarli all’istituto di credito.
Questa particolare soluzione ha lo scopo di consentire anche alle categorie abitualmente escluse dal credito di poter accedere a prestiti in grado di garantire budget utili ad affrontare spese improvvise o acquisti non più prorogabili.
In genere, per evitare eventuali problemi di solvibilità che potrebbe avere il richiedente, gli istituti di credito richiedono la firma di un garante.
Il garante è una figura che si fa carico dei doveri del debitore qualora questo non sia in condizione di rimborsare la cifra erogata.
Ovviamente, molto dipende anche dalla somma richiesta.
Se il cliente chiede cifre superiori ad una certa soglia, l’istituto può imporre ulteriori garanzie, tra cui:
- l’ipoteca su un immobile di valore;
- la firma di un coobbligato.
Infine, se il cliente non rispetta gli impegni accordati, l’istituto potrà pignorare i beni ipotecati per un valore pari al credito residuo.
Per fare ciò, l’istituto non dovrà attendere l’esito di alcuna sentenza.
Ma quindi quali sono i requisiti necessari per accedere ad un finanziamento senza busta paga?
Per ottenere questo genere di prestiti è necessario:
- essere residenti in Italia;
- disporre di un conto corrente;
- avere alle spalle una storia creditizia soddisfacente, che sia testimonianza di affidabilità e puntualità nei pagamenti (meglio non essere iscritti alle liste dei protestati o dei cattivi pagatori);
- ottenere l’appoggio di un coobbligato o di un garante (in alternativa, sarà opportuno possedere beni immobili da presentare come garanzia).
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I prestiti senza busta paga impongono la sottoscrizione di contratti che prevedono la presenza di una polizza assicurativa, condizione imposta da buona parte delle banche.
Al momento della compilazione della richiesta, sarà utile avere con sé determinati documenti:
- una carta di identità valida;
- il codice fiscale;
- la documentazione necessaria ad inquadrare la propria posizione economica e lavorativa (un certificato di disoccupazione o di cassa integrazione).
Dopo la firma del contratto e l’erogazione della somma pattuita, è possibile recedere dall’accordo entro e non oltre 14 giorni dall’accettazione della richiesta.
Dovrai restituire l’intera somma accreditata entro un massimo di 30 giorni, pena il pagamento di una penale.
Quindi: chiunque abbia questi requisiti può ottenere un prestito personale senza busta paga (lavoratori part-time, casalinghe, disoccupati, studenti).
Lo svantaggio del prestito senza busta paga
Il limite più importante di questo genere di finanziamenti non finalizzati sta nel fatto che il richiedente è impossibilitato ad accedere a somme di una certa rilevanza.
Infatti, solitamente, la cifra erogata non supera i 3 mila euro.
Soltanto poche banche arrivano fino a 5 mila euro, a seconda delle garanzie presentate e delle disposizioni delle compagnie assicurative.
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Prestiti per protestati e cattivi pagatori
Ogni volta che una banca riceve una richiesta di finanziamento, accede ai sistemi di informazioni creditizie.
Questi speciali archivi informatizzati contengono tutte le informazioni riguardanti il cliente in questione.
Tra i dati in memoria figurano:
- eventuali mutui e prestiti ricevuti in passato;
- conti correnti aperti e non più esistenti;
- carte di credito, etc.
Il Sistema di informazioni creditizie più utilizzato dagli istituti di credito è quello gestito dalla Centrale dei Rischi Finanziari (meglio conosciuto come CRIF).
Ogni volta che un debitore ritarda o omette un pagamento scatta automaticamente una segnalazione, che diventa un pericoloso precedente nel caso le rate pagate in ritardo siano due (soprattutto se successive).
I sistemi di informazioni creditizie conservano le segnalazioni in memoria per un periodo compreso tra 12 e 36 mesi, a seconda della gravità dell’accaduto.
Per fortuna, però, anche coloro che in passato hanno subito un protesto, possono comunque ottenere un prestito personale da impiegare come meglio credono, nonostante le normali reticenze dell’istituto finanziario.
Esistono, infatti, alcune tipologie di prestiti considerate sicure dai creditori e, quindi, accessibili anche a cattivi pagatori e protestati.
Come possono ottenere il prestito?
I protestati che vogliono ottenere liquidità possono, ad esempio, richiedere un prestito cambializzato, il quale prevede la presenza di un titolo esecutivo come la cambiale.
In ogni caso, protestati e cattivi pagatori hanno a disposizione altre strade per ottenere ciò di cui hanno bisogno: basterà fornire le garanzie richieste dalle banche.
Tra le varie opportunità disponibili, è possibile scegliere un prestito assistito da fideiussione di un terzo (la garanzia in questo caso è offerta dalla presenza di un terzo firmatario, che fa da garante in caso di insolvenza del destinatario del prestito), oppure un prestito con pegno.
Questa tipologia di finanziamento non necessita di alcuna fase di istruttoria né della valutazione di affidabilità, poiché a fare da garante è il bene, o il pegno, dato in consegna alla banca.
L’immobile o l’oggetto in questione deve avere alcune caratteristiche ben precise: innanzitutto il suo valore deve essere oggettivo e facile da quantificare, quindi deve essere in buone condizioni.
Tuttavia, non tutte le banche propongono questo genere di finanziamenti.
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Finanziamento auto: guida aggiornata 2020
Vuoi acquistare un veicolo nuovo o usato e ti occorre un finanziamento auto conveniente?
Questi prestiti finalizzati sono tra i più diffusi, perché tutti necessitano di un’auto per spostarsi o per raggiungere il posto di lavoro.
Inoltre, questi finanziamenti vengono concessi anche per l’acquisto di moto, camper e altri mezzi di trasporto.
Vediamo quindi come sono articolati e quali sono le loro caratteristiche principali.
Sei interessato ad un finanziamento auto? Compila questo form per entrare in contatto con un esperto, che ti fornirà un preventivo gratuito e senza impegno!
Sei pronto?
Andiamo!
Finanziamento auto: di cosa si tratta?
L’offerta attuale di prestiti finalizzati all’acquisto di un’auto include un gran numero di soluzioni differenti.
Questi finanziamenti sono simili ai Prestiti Personali, con la differenza che garantiscono prezzi e condizioni specifiche dedicati ai veicoli a motore.
In genere, il cliente dispone di due diverse opzioni per accedere al prestito:
- andare in concessionaria e rivolgersi direttamente al rivenditore, concordando con lui la rateizzazione dell’acquisto;
- provvedere in maniera autonoma alla scelta del finanziamento auto più conveniente.
Nel primo caso, il cliente stipulerà un contratto con il rivenditore, che a sua volta ha provveduto a firmare convenzioni speciali con una o più banche.
Spesso, il concessionario riceve provvigioni per l’attività svolta.
Al momento della firma del contratto di vendita, la somma erogata dalla banca viene versata al convenzionato, anticipando il prezzo d’acquisto del veicolo.
Ricevuto il denaro dalla banca, il rivenditore autorizza la consegna del veicolo al cliente, mentre quest’ultimo si assume l’onere di rimborsare le rate all’ente che ha concesso il finanziamento.
Le caratteristiche del finanziamento auto
La legge in vigore stabilisce che ogni contratto debba contenere alcuni elementi obbligatori quali:
- il TAN, ovvero il tasso di interesse sulle rate;
- l’ammontare delle rate;
- la durata del contratto e le modalità entro cui si articola il finanziamento;
- le eventuali garanzie a favore della banca;
- il TAEG, cioè il tasso annuo effettivo globale, che include tutte le spese extra e serve ad indicare il costo totale del finanziamento;
- le eventuali coperture assicurative obbligatorie previste dall’istituto di credito.
Le garanzie che ti verranno richieste
Quasi sempre la concessione di un finanziamento auto non dipende da garanzie reali, quali ipoteche o pegni di beni di valore.
Alcune banche, tuttavia, per limitare le probabilità di insolvenza, possono decidere di sottoporre ai clienti contratti che prevedono la cambializzazione delle rate.
Le cambiali, infatti, sono titoli esecutivi che hanno il valore di una sentenza e tutelano l’istituto di credito dal mancato pagamento della cifra erogata in precedenza.
Tuttavia, la garanzia più diffusa è la firma di un terzo fideiussore o di un coobbligato.
In ogni caso è impossibile stabilire regole valide per tutti gli acquirenti poiché i termini del contratto sono a completa discrezione dell’istituto erogatore
Infatti, dopo aver valutato tutti i rischi legati all’operazione può decidere se concedere o no il prestito.
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Auto nuove e usate
Generalmente, gli istituti di credito applicano condizioni differenti in base al veicolo scelto.
E contrariamente a quanto si possa pensare, le condizioni migliori vengono riservate agli acquirenti di auto nuove.
Ciò accade perché l’acquisto di un’auto usata viene percepito come l’operazione più rischiosa, a causa di una frequenza maggiore di insolvenze.
In caso di auto usate, l’istituto che eroga la somma necessaria all’acquisto può tutelarsi dai rischi applicando:
- tassi meno competitivi;
- durata massima del finanziamento limitata nel tempo;
- selezionando accuratamente i clienti ai quali concedere il finanziamento.
Cosa comporta il mancato pagamento di una rata?
Come per ogni altra forma di finanziamento, l’interruzione del pagamento comporta inadempienza nei confronti della banca e il rischio di conseguenze piuttosto spiacevoli.
Tra queste:
- il pagamento della mora;
- la possibilità di una maggiorazione degli interessi;
- quella che il proprio nome venga iscritto nelle liste dei cattivi pagatorial termine del finanziamento;
- il rischio che l’istituto erogatore decida di risolvere il contratto in maniera unilaterale;
Conclusioni
Come abbiamo visto, per attivare un finanziamento auto esistono due strade principali:
- recarsi in finanziaria e scegliere il prestito più aderente alle proprie necessità;
- affidarsi alla concessionaria e accettare il finanziamento proposto dal rivenditore, a sua volta convenzionato con uno o più istituiti di credito.
La prima soluzione è più flessibile e consente al compratore di rivolgersi alla finanziaria che applica le condizioni più convenienti.
La seconda opzione invece è quella più comoda, ma non scevra da rischi (condizioni sfavorevoli, orizzonti di rimborso limitati, singole rate troppo elevate, etc).
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Migliori Prestiti Personali: guida 2020
“Come posso trovare i migliori Prestiti Personali per le mie esigenze?”
Domanda più che lecita, soprattutto in tempi di evidenti difficoltà economiche come questi.
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Bene, non perdiamo altro tempo e diamo un’occhiata ai migliori Prestiti Personali che potrai ottenere!
Prestiti Personali: cosa sono e che caratteristiche hanno?
Prima di fare una panoramica dei migliori prestiti personali, vediamo prima cosa sono e perché costituiscono un servizio tanto prezioso per il cittadino.
Si tratta di finanziamenti concessi a privati, ai quali è possibile ricorrere per soddisfare molteplici esigenze di spesa.
Come finalità si possono avere:
- l’acquisto di un’auto o di un elettrodomestico;
- la ristrutturazione della casa;
- l’iscrizione ad un corso di formazione;
- il pagamento di determinate spese mediche;
- il consolidamento di debiti pregressi e così via.
I prestiti personali possono essere o non essere finalizzati e vengono concessi dalle banche o dagli istituti finanziari a fronte di alcuni costi fissi e variabili.
Quindi, nel caso di un prestito finalizzato, dovrai indicare che finalità avrà il finanziamento.
I costi richiesti (appunto fissi e variabili) sono tutti sintetizzati nel TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale).
L’importo concesso dall’istituto creditore può variare tra poche migliaia di euro fino a 60 mila euro, nel caso il cliente opti per la cessione del quinto o altre forme di prestito che impongono garanzie importanti.
I prestiti personali applicano tassi di interesse fissi e possono richiedere la stipula di una o più polizze assicurative collegate, che coprono i rischi di morte o perdita del posto di lavoro.
Considerando la quantità di variabili esistenti (importo, tasso d’interesse, durata del finanziamento, spese fisse, etc) è facile capire quanto possa rivelarsi complessa la scelta del prestito migliore, anche alla luce delle proprie esigenze e possibilità.
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I migliori Prestiti Personali per il 2020
La convenienza di un prestito va valutata soprattutto in relazione al TAN (gli interessi fissi applicati sulla somma erogata) e al TAEG, un indicatore virtuale che riassume il costo complessivo del finanziamento.
Tuttavia, esistono anche ulteriori parametri da prendere in considerazione, soprattutto in relazione alla somma scelta, all’orizzonte di rimborso e alla propria posizione lavorativa e finanziaria corrente (ad esempio, uno dei prestiti personali più comodi e convenienti in assoluto è la Cessione del Quinto dello stipendio, accessibile soltanto ai dipendenti pubblici e privati assunti a tempo indeterminato).
Ipotizzando un importo medio erogato pari a 10 mila euro da restituire in 60 rate, al momento le soluzioni migliori sono le seguenti:
- Prestito semplice (TAN 4,25% e TAEG 5,50%; importo finanziato 10.275 euro; totale dovuto 11.423 euro; rata mensile da 190 euro);
- Findomestic (TAN 6,03% e TAEG 6,20%);
- Younited Credit (TAN 4,25% e TAEG 7,60%);
- ConTe Prestiti (TAN 4,57% e TAEG 6,13%);
- Fiditalia Spa (TAN 5,80% e TAEG 6,07%);
Naturalmente, le soluzioni appena indicate sono passibili di differenze in base ai parametri selezionati dal cliente.
Consigli per non sbagliare
L’obiettivo di ciascun richiedente è ottenere il miglior prestito personale possibile, senza alcuna fregatura.
Per ottenerlo, sfrutta tutti i mezzi a tua disposizione e fai molta attenzione ai vari cavilli presenti nel contratto:
- richiedi sempre il modulo europeo (informazioni di base circa il credito ai consumatori, detto IEBCC o SECCI);
- consulta i tassi correnti e controlla che non superino il tasso usuraio pubblicato a scadenze trimestrali dalla Banca d’Italia;
- chiedi una copia del contratto e leggilo attentamente prima di apporre la tua firma. Se sono presenti cavilli che non riesci a decifrare, chiedi il supporto di un consulente specializzato;
- evita gli operatori finanziari che chiedono compensi da versare prima dell’erogazione della somma concordata: si tratta di comportamenti illeciti da segnalare alla Banca d’Italia o all’Antitrust;
Conclusioni
Ricorda che ogni banca o istituto finanziario specializzato in prestiti e mutui rinnova le proprie offerte costantemente.
Per questo motivo ti converrà tenere d’occhio le relative proposte per trovare quella più adatta alle tue esigenze.
Considera il costo della rata e confrontalo alle tue capacità economiche, quindi valuta attentamente le spese accessorie indicate nel TAEG.
Quando avrai individuato la proposta più conveniente, invia una richiesta di fattibilità.
Oggigiorno hai la possibilità di farlo sia online che al telefono, magari richiedendo il supporto di un consulente specializzato.
Ogni preventivo è gratuito e senza impegno e viene fornito entro un massimo di 24 ore.
Le soluzioni sono tante e ognuna adatta a determinate necessità.
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Prestiti per cattivi pagatori: ottenerli nel 2020
Stai cercando informazioni sui Prestiti per cattivi pagatori?
Sei nel posto giusto!
Sei interessato ai Prestiti per cattivi pagatori? Compila questo form per entrare in contatto con un esperto, che ti fornirà un preventivo gratuito e senza impegno!
Purtroppo, basta poco per entrare a far parte del cosiddetto elenco dei cattivi pagatori.
Anche il tuo nome fa parte dei Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC) ed hai urgente bisogno di liquidità?
Vediamo quali sono le possibilità per accedere ai cosiddetti Prestiti per cattivi pagatori.
Prestiti per cattivi pagatori: cosa sono?
Ogni volta che viene richiesto un prestito, le banche accedono ai cosiddetti Sistemi di informazioni creditizie, archivi contenenti informazioni dettagliate circa:
- mutui;
- prestiti e finanziamenti ottenuti in passato;
- carte di credito;
- conti correnti;
Il Sistema di Informazioni Creditizie più importante è quello gestito dalla società Centrale Rischi Finanziari (CRIF).
La segnalazione è automatica e scatta in seguito al pagamento in ritardo di almeno due rate successive.
Ma allora come puoi accedere ai Prestiti per cattivi pagatori senza ricevere un rifiuto da parte degli istituti di credito?
Eccoti le 10 soluzioni migliori per ottenerli.
La Cessione del Quinto
La Cessione del Quinto è un prestito personale non finalizzato, che consente al cliente di ottenere liquidità immediata.
Il rimborso avviene trattenendo mensilmente una quota dallo stipendio o dalla pensione.
Per scegliere questa tipologia di finanziamento bisogna essere un lavoratore dipendente assunto a tempo indeterminato.
Il prestito cambializzato
Anche i prestiti cambializzati rientrano fra i Prestiti per cattivi pagatori.
Infatti, le cambiali firmate dal debitore tutelano l’istituto creditore dal rischio di insolvenza.
Avendo queste il valore di titoli esecutivi, costituiscono una garanzia importante per chi concede un finanziamento.
Il Prestito assistito da fideiussione di un terzo
Tra i Prestiti per cattivi pagatori figura anche quello con fideiussione.
In tal caso, la garanzia è rappresentata dalla fideiussione.
Questo significa che è prevista la presenza di un terzo che farà da garante in caso di insolvenza.
Il consolidamento debiti
In presenza di troppi finanziamenti, si rischia di tardare i vari pagamenti ed essere segnalati negli elenchi dei cattivi pagatori.
Questo finanziamento consente di estinguere tutti i contratti preesistenti, attivandone uno nuovo che sostituisce gli altri.
Quindi tutti i contratti convergono verso un unico finanziamento, limitando il rischio di essere segnalati e aggravare la propria situazione.
Il prestito con delega
Il prestito con delega è un prestito non finalizzato simile alla Cessione del Quinto.
Anche in questo caso, il rimborso delle rate avviene mediante una trattenuta in busta paga.
Quindi il richiedente deve stipulare un mandato con il datore di lavoro, che effettuerà il pagamento della rata.
L’importo delle rate può toccare il 50% dello stipendio netto mensile.
I Prestiti veloci per cattivi pagatori
Il motivo per cui gli istituti di credito tendono a concedere questi prestiti sta nel loro importo: difficilmente, infatti, un prestito veloce supera i 3 o 4 mila euro.
Le banche che ricevono la richiesta analizzano il reddito del cliente stimando il rischio dell’operazione.
Se le garanzie sono sufficienti, allora il denaro verrà erogato in un lasso di tempo non superiore a 48 ore.
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I Prestiti veloci per cattivi pagatori autonomi
Chi possiede un’attività indipendente può optare per questi finanziamenti.
Essi impongono, in fase di istruttoria, la presentazione:
- del Modello Unico relativo all’anno precedente;
- di tutti i documenti che possono essere utili per valutare la posizione creditizia del richiedente.
Attendere che la segnalazione scada
Qualora sia stata commessa qualche irregolarità nei pagamenti, il nominativo del titolare del prestito resta iscritto nell’elenco dei cattivi pagatori per un periodo di tempo compreso tra 12 e 36 mesi, a seconda della gravità dell’inadempienza.
Se possibile, aspettare la data di scadenza della segnalazione potrebbe essere la scelta migliore.
Richiedere la cancellazione dai registri SIC
In caso di errori, il richiedente può ottenere la correzione della segnalazione.
Infatti coloro che hanno sempre rispettato le scadenze hanno persino la possibilità di richiedere la cancellazione dagli elenchi.
Attenzione però: questa scelta potrebbe dimostrarsi controproducente.
Farlo vorrebbe dire annullare i dati storici, cancellando quanto fatto di buono in passato.
Il prestito con pegno
Il prestito con pegno non necessita di nessun tipo di istruttoria né valutazione di affidabilità, in quanto a fare da garanzia è il bene consegnato alla banca.
L’oggetto usato come pegno deve avere un valore oggettivo e facile da stimare.
Tuttavia, poche banche accettano questa tipologia di prestiti.
Conclusioni – i Prestiti per cattivi pagatori
Se il tuo nome compare nelle liste dei cattivi pagatori, non disperare.
Infatti hai diverse opzioni a tua disposizione, nonostante la maggior parte di queste possano garantirti finanziamenti caratterizzati da importi abbastanza limitati.
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Come scegliere un Prestito Personale nel 2020
“Come dovrei scegliere fra i tanti tipi di Prestito Personale?”
È una domanda che chiunque si pone, quando è chiamato a valutare le varie opzioni presenti sul mercato finanziario.
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Per fortuna, esistono alcune regole ben precise cui attenersi, che con ogni probabilità ti aiuteranno a prendere la scelta più adeguata.
Se sei interessato a capire come valutare le varie opzioni disponibili, continua a leggere questo breve ma preziosissimo post.
Scegliere un Prestito Personale personalizzato
Oggigiorno, le soluzioni proposte da banche ed istituti di credito sono davvero tante.
È possibile scegliere tra:
- finanziamenti a tasso fisso;
- finalizzati e non;
- prestiti destinati alle coppie, ai giovani o ai disoccupati senza busta paga;
- prestiti per dipendenti pubblici e statali o per chi desidera estinguere un debito o avviare una nuova attività.
Ma come puoi scegliere il Prestito Personale più adatto alle tue necessità tra le tantissime proposte a disposizione?
Per valutare in maniera concreta quale possa essere il prestito più conveniente, segui le regole che sto per indicarti.
Controlla il TAN
Per ridurre al minimo il costo del finanziamento, prendi sempre in considerazione il TAN.
Questo Tasso Annuo Nominale infatti corrisponde agli interessi fissati dalla banca e applicati alla somma da restituire.
Il TAN viene poi frazionato in base al numero delle rate: ciò vuol dire che più questo tasso sarà basso e più le rate saranno convenienti.
Ovviamente, non dimenticare di valutare le spese accessorie, che vengono riassunte da un altro indicatore definito TAEG, il tasso annuo effettivo globale.
Valuta le spese accessorie
Quando si valutano i prestiti personali, scegliere il migliore non è così semplice.
Oltre agli interessi fissi, maturati sull’importo concesso dall’istituto di credito, le finanziarie includono anche numerose spese accessorie, in grado di far levitare oltremodo il totale da rimborsare.
Tali spese rappresentano i costi dei servizi che occorrono per la gestione dei prestiti personali.
Ecco le voci principali:
- le spese di istruttoria;
- l’imposta di bollo/sostitutiva da apporre al contratto;
- le spese di gestione e incasso della rata;
- i costi di notifica;
- le spese di assicurazione;
- le spese necessarie per la chiusura della pratica.
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Per valutare le varie proposte di finanziamento occorre quindi prendere in esame il TAN, ma anche le spese accessorie, tutte incluse nel TAEG.
Il tutto è stato imposto dalla direttiva europea in vigore e dall’articolo 9 della delibera numero 10688/2003.
Questo indicatore virtuale riassume, tramite un valore percentuale, il costo complessivo del finanziamento e, quindi, la sua effettiva convenienza.
Ricorda quindi di non sottovalutare il TAEG perché inciderà in maniera rilevante sul costo delle rate!
Valuta i costi assicurativi
Prima di firmare un contratto, vale sempre la pena controllare se sono previste o meno coperture assicurative specifiche.
Queste sono legate alla tipologia di finanziaria che si vuol sottoscrivere e possono essere sia obbligatorie che facoltative.
Le coperture assicurative incidono sul valore della rata, sebbene costituiscano un’opportunità per restituire la somma erogata con la massima tranquillità.
Grazie ad esse non bisogna preoccuparsi per eventuali rivalse dell’istituto di credito, che potrebbero coinvolgere beni immobiliari o eventuali cofirmatari (coobligati, garanti, etc).
L’assicurazione, infatti, è uno strumento di tutela adottato dalla banca per evitare il rischio di insolvenza.
Inoltre permette al richiedente di sostenere l’impegno economico anche in presenza di gravi eventi avversi tra cui:
- malattie;
- infortuni;
- perdita del posto di lavoro;
- decesso.
L’assicurazione è obbligatoria nel caso si opti per la Cessione del Quinto dello stipendio.
Per gli altri finanziamenti è facoltativa, nonostante la banca possa richiederla esplicitamente in presenza di importi elevati o qualora il debitore in passato sia stato iscritto alle liste dei cattivi pagatori o dei protestati.
Conclusioni – Scegliere un Prestito Personale
Valutare i vari prestiti personali e scegliere il migliore è un’operazione necessaria per abbattere i costi accessori o soluzioni non in linea con le proprie necessità.
Con un prestito personale è possibile ottenere somme molto diverse (da 1000 a 60 mila euro, con punte di 90 mila), con orizzonti di rimborso che spaziano tra 12 e 120 mesi.
Vale la pena ricordare che ogni banca rinnova le offerte con una certa frequenza.
Considerando le tantissime variabili da prendere in considerazione, prima di scegliere un prestito occorrerà capire bene come valutare i vari finanziamenti (in questa fase TAN e TAEG sono gli elementi cardine), oppure affidarsi ad un mediatore in grado di offrire consigli circa la tipologia di prestito e l’istituto finanziario più consoni alle proprie esigenze.
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Calcolo del TAEG sul finanziamento: guida 2020
In questo articolo troverai tutte le informazioni riguardo al calcolo del TAEG sul finanziamento con definizioni ed esempi.
Il TAEG è l’indicatore che comunica l’ammontare dei costi che gravitano sul prestito.
Viene espresso in percentuale ed è un valore molto importante, da tenere sempre presente quando si valutano le varie proposte di finanziamento.
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Se vuoi sapere come va effettuato il calcolo del TAEG sul finanziamento, continua a scorrere le righe di questo post.
L’importanza e le caratteristiche del TAEG
Non tutti ne sono al corrente, ma questo tasso, cui si fa riferimento impiegando sia l’acronimo TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) che ISC (Indicatore Sintetico di Costo), è un valore espresso in termini percentuali, indicante le spese complessive che bisognerà affrontare per usufruire di un prestito bancario.
Ma quali sono le spese che gravano sui finanziamenti?
A fare la parte del leone sono gli interessi applicati dall’istituto di credito sull’importo erogato, ma non mancano altre voci, quali:
- le spese d’istruttoria;
- i costi per l’incasso delle rate (qualora previste dal contratto);
- le spese assicurative (sia obbligatorie che facoltative);
- tutti gli altri costi periodici contemplati all’interno del contratto.
Tutto ciò fa del TAEG il vero tasso di riferimento per i prestiti bancari.
Ma cerchiamo di definire meglio questo indicatore.
Il TAEG altro non è che un tasso virtuale, che in alcun modo viene applicato sulle rate da versare all’istituto erogatore, ma che ha il solo scopo di comunicare il costo globale del prestito.
La sua funzione, quindi, è esclusivamente informativa e la sua presenza all’interno di ciascun preventivo è obbligatoria per legge, così come lo sono le indicazioni relative alle singole spese che ne fanno parte:
- l’apertura di un nuovo conto corrente (qualora imposta dal contratto);
- le imposte di bollo;
- le spese di istruttoria;
- le spese di gestione della pratica;
- i costi necessari al pagamento delle rate;
- le polizze assicurative (sia quelle obbligatorie che facoltative);
Il TAEG, pertanto, è un dato molto preciso, da tenere in considerazione ogni qual volta si intende valutare l’effettiva convenienza di un prestito o di un mutuo.
Calcolo del TAEG sul finanziamento
Attivare un finanziamento obbliga l’utente a versare una somma di denaro extra, costituita dagli interessi maturati sulla cifra erogata e dalle spese di attivazione e gestione.
Il totale viene poi ripartito in base al numero delle rate.
Gli interessi puri, fissati dall’istituto bancario, possono essere calcolati in maniera semplice: se hai attivato un finanziamento le cui rate sono di 100 euro ciascuna e il TAN è pari al 2%, allora gli interessi equivarranno a 2 euro.
Se il finanziamento in questione è composto da 72 rate, gli interessi ammonteranno a 144 euro.
Tuttavia, al costo totale degli interessi dovrai addizionare anche le spese indicate in precedenza (provenienti dalla gestione della pratica, dalla modalità di pagamento delle rate, dalle eventuali assicurazioni, etc).
E tutte queste spese sommate fra loro costituiscono il TAEG, ovvero il costo complessivo del finanziamento.
Proprio per questo motivo, il TAEG è tendenzialmente più elevato rispetto al TAN, in quanto include le spese accessorie.
Come calcolarlo
Per ottenere il TAEG esistono appositi calcolatori online, presenti sui siti web di banche ed istituti finanziari.
Ognuno di questi impone la compilazione di 5 parametri obbligatori.
- l’importo complessivo del finanziamento;
- la durata dello stesso;
- le spese iniziali, ovvero l’istruttoria e gli altri costi obbligato;
- le spese periodiche (i costi addebitati sulle rate, tra cui quelli di incasso);
- il tasso a regime: nel menù a tendina che si apre di fianco a questa indicazione, dovrai scegliere il parametro sul quale viene calcolato il tasso. Potrai scegliere tra Euribor (1, 3 o 6 mesi), tasso variabile, fisso e IRS.
Con questo calcolo del TAEG sul finanziamento, in pochi secondi otterrai un valore effettivo applicato al tuo finanziamento.
In ogni caso, per effetto della direttiva europea 2014/17, che indica anche come calcolare tale indicatore, il TAEG viene segnalato all’interno di ogni contratto o preventivo.
Questa normativa è uniforme e vincolante in tutti i Paesi dell’Unione Europea.
In Italia, la legge attualmente in vigore affida alla Banca d’Italia tutti i compiti di vigilanza relativi ai prodotti e ai servizi per cui è obbligatorio segnalarlo, oltre alle indicazioni utili per calcolarlo.
Conclusioni
Come abbiamo visto, più che al TAN, nel valutare le varie offerte di finanziamento, occorre guardare al TAEG.
Solo in questo modo saprai qual è il prestito o il mutuo più conveniente.
Infatti, un TAN più basso sulle singole rate potrebbe nascondere un TAEG più elevato.
Ciò potrebbe voler dire pagare meno interessi mensili per poi ritrovarsi, al termine del rimborso, ad aver speso una somma complessiva più alta.
Pertanto, ricorda di confrontare sempre i vari TAEG, grazie ai quali individuare il mutuo più conveniente.
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Santander Consumer Bank: guida al finanziamento 2020
Stai cercando informazioni sui Prestiti Personali di Santander Consumer Bank?
Sei nel posto giusto!
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Devi sapere che Santander Consumer Bank è uno degli attori principali del settore del credito al consumo in Italia.
Come mai?
Perché offre finanziamenti e Prestiti Personali adatti a ogni genere di cliente e di esigenza.
Se necessiti di liquidità immediata, dai un’occhiata ai prodotti Santander validi per il 2020, facili da ottenere e organizzati secondo piani personalizzati perfettamente aderenti alle tue esigenze.
Ecco qualche informazione utile.
Il prestito personale finalizzato di Santander Consumer Bank
Lo slogan del Prestito Santander recita che sono i Prestiti Personali a doversi adattare al cliente e non il contrario.
Quindi I suoi punti di forza principali sono la versatilità e la flessibilità.
L’istituto di credito spagnolo è appartiene al Gruppo Santander, una delle principali realtà finanziarie della Spagna, titolare di 21 filiali e 10 mila negozi convenzionati.
Essa offre finanziamenti compresi tra 1.500 e 20.000€, adatti a soddisfare ogni tipo di esigenza.
Infatti potrai sfruttarli per:
- acquistare un’auto nuova;
- fare una ristrutturazione;
- una vacanza;
- acquistare un elettrodomestico.
I prestiti erogati da Santander Consumer Bank ti consentono di coronare qualsiasi tuo desiderio, ma soprattutto sono facili da richiedere ed ottenere.
Inoltre, ciascun preventivo offerto al cliente risulta chiaro e trasparente e contiene tutte le indicazioni necessarie circa l’ammontare della rata e la sua composizione.
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Prestiti non finalizzati, Cessione del Quinto e Leasing
Nel campo dei prestiti non finalizzati, Santander propone un finanziamento a tasso fisso che ti da la possibilità di utilizzare la cifra erogata per i più svariati progetti.
Oltretutto non dovrai aprire nuovi conti correnti.
Infatti la cifra richiesta verrà accreditata tramite bonifico sul conto indicato al momento della domanda.
Il finanziamento dà la possibilità di ottenere fino a 20.000€, i quali andranno rimborsati in un massimo di 72 rate.
Inoltre, nel catalogo 2020 di Santander Consumer Bank non manca il prestito dedicato ai dipendenti pubblici e privati.
Infatti si parla di Cessione del Quinto, messo a punto e gestito dall’intermediario finanziario Santander Consumer Unifin.
Anche in questo caso, il rimborso delle rate ha scadenza mensile.
Ciò che cambia però sono le modalità di rimborso.
Infatti in questo caso la somma verrà trattenuta direttamente dallo stipendio o dalla pensione del richiedente.
Per quanto riguarda il periodo di ammortamento: è compreso tra 24 e 120 mesi.
Infine, Leasing è il Prestito Personale che Santander Consumer Bank dedica a:
- società;
- lavoratori autonomi;
- ditte individuali;
- liberi professionisti.
Il piano di rimborso infine è estremamente flessibile e personalizzabile, rendendolo uno dei prodotti migliori in circolazione.
Requisiti necessari per accedere ai prodotti Santander Consumer Bank
I finanziamenti proposti dalle filiali del Gruppo Santander sono destinati ai privati cittadini che hanno i seguenti requisiti:
- residenza in Italia;
- un reddito dimostrabile;
- un’età compresa tra i 18 e i 75 anni;
- un conto corrente intestato.
Caratteristiche e vantaggi dei finanziamenti di Santander Consumer Bank
Tutti i finanziamenti offrono indiscutibili vantaggi a favore del richiedente, a riprova della serietà e della flessibilità dei prodotti ideati dall’istituto di credito iberico.
Infatti, tra i vantaggi principali trovi:
- l’assenza di spese d’istruttoria;
- l’assenza di spese di incasso rata;
- la possibilità di attivare e controllare il finanziamento online, senza doversi recare in filiale;
- il TAN fisso al 7,00%;
- le spese assicurative pari al 4,50% dell’importo complessivo per i contratti fino a 48 mesi e al 6,00% per gli accordi di durata superiore;
- nessuna garanzia richiesta, nonostante il cliente possa di sua spontanea volontà proporre la coobbligazione di un seconda persona.
Gli adempimenti necessari
Per prima cosa, dovrai compilare la richiesta online.
Una volta fatto, la banca effettuerà una pre-valutazione sui dati che avrai inserito.
Qualora l’esito della valutazione preliminare fosse positivo, Santander Consumer Bank ti contatterà invitandoti a completare la fase d’istruttoria.
Durante la telefonata con il mediatore, potrai ottenere una consulenza approfondita relativa alle tue esigenze.
Infatti ti fornirà inoltre tutte le indicazioni sulle caratteristiche del prestito e la documentazione che ti verrà richiesta.
In caso di approvazione della domanda, ti verrà erogata la cifra concordata in precedenza.
Infine, Santander ti comunicherà l’esito di ogni valutazione tramite e-mail, sia se è positivo e sia, in caso contrario, per proporti una soluzione alternativa.
Conclusioni
Se avrai bisogno di liquidità immediata, tieni a mente le proposte di Santander Consumer Bank.
Infatti potrai farci affidamento per diversi tipi di spesa:
- acquisti in campo di elettronica ed informatica (PC, elettrodomestici, etc);
- edilizia privata (ristrutturazioni, ampliamenti, etc);
- acquisto di mezzi di trasporto nuovi o usati;
- spese mediche;
- organizzazione di vacanze o cerimonie.
Il consiglio che noi di FinanziatiOra ti diamo è sempre quello di consultare una società esperta nel settore, che ti aiuterà a capire quale soluzione può fare al caso tuo.
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Qual è il tasso di riferimento per i prestiti bancari?
Hai deciso di attivare un finanziamento ma non sai quali sia il tasso di riferimento su cui valutare spese e convenienza?
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Quando richiedi un credito, è molto importante che tu dia uno sguardo al tasso di riferimento per i prestiti bancari.
In sostanza questo tasso è il parametro che ti indica l’ammontare delle spese che graveranno sul capitale finanziato.
Se vuoi capire in che modo devi valutare la convenienza dei vari prestiti disponibili, continua a scorrere le righe di questo post!
Il tasso di riferimento per i prestiti bancari
Eccoti un elenco di elementi presenti in ogni tipo di finanziamento:
- il capitale erogato;
- la durata del prestito;
- le condizioni previste dal contratto;
- le rate da versare all’istituto erogatore;
- il TAN;
- ilTAEG;
Questi ultimi due elementi possono costituire la differenza tra un finanziamento per te conveniente ed uno che lo è meno.
Il TAN indica il Tasso Annuo Nominale, mentre il TAEG corrisponde al Tasso Annuo Effettivo Globale.
Sono due valori espressi in percentuale e sempre presenti all’interno dei vari preventivi offerti dagli istituti di credito.
Entrambi rivestono un ruolo fondamentale perché è proprio grazie ad essi, e soprattutto al TAEG, che capirai quanto ti verrà a costare il finanziamento in questione.
Pertanto, al momento di confrontare le varie soluzioni e selezionare quella più adeguata alle tue esigenze, ricorda sempre di osservare tali valori.
Ma come puoi fare per calcolare l’ammontare di un prestito nella sua totalità?
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Eccoti qualche indicazione molto preziosa al riguardo.
Cos’è il TAN?
Il TAN altro non è che il tasso di interesse puro applicato al finanziamento.
Infatti ti indica l’ammontare degli interessi annui calcolati sul prestito, ovvero la somma ulteriore che dovrai versare all’istituto di credito, calcolata sull’importo erogato.
Naturalmente, il TAN non andrà pagato in un’unica soluzione al termine dell’anno solare.
Verrà infatti ripartito in base al numero delle rate e applicato alla singola mensilità.
In particolare, i cosiddetti piani di ammortamento alla francese, prevedono che la quota d’interesse da restituire alla banca diminuisca via via, in modo che l’istituto finanziario recuperi prima le spese e poi il capitale erogato.
Cos’è il TAEG e perché è così importante?
Come detto in precedenza, il TAEG è a tutti gli effetti il tasso di riferimento per i prestiti bancari.
Ma di cosa si tratta e a cosa deve tanta importanza? Il TAEG è un tasso virtuale che non viene applicato sull’ammontare delle rate da rimborsare, ma che funge da semplice indicatore e ha lo scopo di comunicare il costo globale del mutuo o del finanziamento richiesti.
È detto anche ISC, ovvero indice sintetico di costo, in quanto comprende tutte le spese previste dall’istituto erogatore, comprese quelle di istruttoria, di attivazione del prestito e di notifica.
Tutto ciò fa del TAEG un indicatore che svolge una funzione prettamente informativa, offrendo la possibilità a chi necessita di un finanziamento di conoscere in anticipo il costo globale del prestito richiesto.
Come prescritto dalla recente normativa europea in materia di mutui e credito al consumo, vanno inclusi nel TAEG tutti i costi obbligatori sostenuti per l’accesso al credito e la stipula del relativo contratto.
Tra questi troverai:
- le polizze assicurative aggiuntive (sia obbligatorie che facoltative);
- l’apertura di un eventuale conto corrente;
- la gestione della pratica;
- le spese di istruttoria;
- i costi relativi alle singole operazioni di pagamento;
- le imposte di bollo.
Naturalmente, la normativa europea in vigore prescrive che tutte queste voci ti vengano indicate in maniera chiara e trasparente.
Ovviamente questo sia all’interno del documento informativo pre-contrattuale che ti verrà consegnato, che nei vari preventivi online che hai fatto.
Normativa del tasso di riferimento
La direttiva 2014/17/UE, disciplina il TAEG e definisce anche il metodo esatto di calcolo di questo indicatore.
Risulta vincolante e uniforme in tutti i Paesi facenti parte dell’Unione Europea.
Il TAEG venne introdotto per la prima volta nel sistema normativo italiano mediante l’articolo 9 della deliberazione numero 10688 del 2003.
Venne infatti incaricata la Banca d’Italia di individuare tutti i servizi e i prodotti per i quali vada segnalato, nonché la formula necessaria per calcolarlo.
Conclusioni
Abbiamo descritto l’importanza del TAEG, un tasso di riferimento per i prestiti bancari che dovrai tenere sempre sotto controllo.
In sostanza, il TAEG ti riassume la percentuale dell’importo generato dalle spese che pendono sul prestito e la loro incidenza sul totale da restituire all’istituto che ha erogato il credito.
Perciò capirai quanto tale indicatore sia importante e centrale nel calcolo del montante , soprattutto quando bisogna comparare fra loro prodotti diversi.
Osservando il TAEG stabilito dai diversi istituti di credito, potrai farti un’idea esatta del prestito più costoso e di quello che ti conviene di più.
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Finanziamenti senza busta paga: guida aggiornata 2020
Nonostante le ovvie difficoltà, per te non sarà impossibile accedere a finanziamenti senza busta paga .
Ci sono infatti diversi requisiti, ai quali dovrai affiancare altrettante garanzie, grazie ai quali potrai ottenere un prestito.
Stai cercando un prestito senza busta paga? Compila questo form per entrare in contatto con un esperto che ti fornirà un preventivo gratuito e senza impegno!
Vuoi sapere come fare per accedere ai vari finanziamenti senza busta paga attualmente disponibili sul mercato finanziario italiano?
Bene, allora scorri le righe di questo post e lo scoprirai!
Garanzie per accedere ad un finanziamento senza busta paga
Richiedere un prestito implica la presentazione di determinati documenti che fungano da garanzia di pagamento.
Tra questi trovi la busta paga che rappresenta la sicurezza, per l’istituto di credito, di una posizione lavorativa stabile e quindi ce restituirai la somma erogata.
Tuttavia, alcune banche garantiscono liquidità immediata anche ai cittadini che non ne sono in possesso.
E il motivo di tale scelta va ricercato nell’attuale situazione economica italiana, che ha convinto diversi istituti di credito a mettere a punto soluzioni dedicate a chi non ha la possibilità di presentare la busta paga come garanzia.
Tali opzioni hanno lo scopo di permettere alla fascia abitualmente esclusa dal credito di poter accedere a finanziamenti in grado di fornire budget più o meno sostanziosi.
Potrai utilizzare queste entrate per:
- acquistare un’auto;
- portare a termine piccoli lavori domestici;
- completare la tua carriera universitaria.
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Generalmente, per ovviare all’assenza della busta paga, le banche chiedono l’intervento di un garante.
Infatti, il garante è una figura in grado di assolvere ai doveri del richiedente, qualora quest’ultimo non riesca a rimborsare la somma erogata.
Ovviamente, tanto dipende anche dall’ammontare della cifra richiesta.
Per gli importi superiori a una determinata soglia, la banca può richiedere garanzie ulteriori, quali un’ipoteca su un bene di valore oppure la presenza di un cointestatario.
Se il cliente non rispetta gli impegni presi, l’istituto creditizio può pignorare i beni ipotecati per un valore simile a quello del credito residuo, senza alcuna sentenza.
Quali sono i requisiti richiesti per accedere ai finanziamenti senza busta paga?
Per ottenere un finanziamento senza busta paga è obbligatorio rispettare determinate condizioni, valide a prescindere dalla società finanziaria o dall’istituto di credito interpellati.
Ecco i requisiti necessari:
- età compresa tra i 18 e i 75 anni;
- residenza in Italia;
- possedere un conto corrente;
- ottenere la firma di un garante oppure possedere beni immobili come garanzia (una proprietà, un appartamento, etc);
- avere una storia creditizia che testimoni la propria affidabilità (sarà meglio non essere iscritti alla lista dei cattivi pagatori o a quella dei protestati).
La sottoscrizione di un contratto di questo tipo impone l’accettazione di una polizza assicurativa integrativa, condizione richiesta dalla maggior parte degli istituti di credito.
Al momento della richiesta, inoltre, sarà opportuno avere con sé i seguenti documenti:
- documento d’identità valido;
- tessera sanitaria;
- documentazione relativa alla propria posizione lavorativa (ad esempio, il certificato di cassa integrazione, di disoccupazione e così via).
Dopo aver ottenuto il prestito, la legge consente di recedere dal contratto entro un massimo di 14 giorni: ciò vuol dire che sarà necessario restituire il denaro accreditato entro e non oltre un mese, pena il rispetto degli obblighi imposti dal piano di ammortamento.
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Finanziamenti senza busta paga per i lavoratori autonomi
Questo genere di prestito può essere erogato ai lavoratori part-time, agli studenti (compresi tra i 18 e i 35 anni), alle casalinghe e ai disoccupati
Questo a patto che presentino i documenti e le garanzie indicate nei paragrafi precedenti.
Tuttavia, in questi casi, il richiedente non potrà aspettarsi somme importanti: è più facile, infatti, che la cifra erogata si attesti intorno a un massimo di 5 mila euro.
Naturalmente, chi ha un reddito adeguato (come i lavoratori autonomi e i titolari di partita IVA) avrà la possibilità di ottenere somme più cospicue.
In tal caso, sarà necessario presentare il Modello Unico, oppure le ultime tre dichiarazioni dei redditi.
Conclusioni
Se hai urgente bisogno di liquidità e necessiti di una somma non troppo elevata, le opzioni più convenienti per il 2020 sono quelle messe a disposizione da Findomestic, Santander e Younited Credit.
Findomestic offre un prodotto definito “I tuoi progetti“, con TAN fisso al 9.45% e TAEG al 9.87%.
Santander ha elaborato una soluzione che risponde al nome di “Prestito Personale“, con TAN fisso al 9.15% e TAEG al 9.58%.
Infine, l’offerta di Younited Credit ti propone un prestito con TAN fisso al 4.89% e TAEG all’8.46%.
Ciascuno dei tre finanziamenti senza busta paga è estinguibile in 60 rate.
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